www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 16-01-23 - n. 853

22° IMCWP: Contributo del Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi

Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi (NCPN) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27-29/10/2022

22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

sul tema: "Solidarietà con Cuba e con tutti i popoli in lotta. Uniti siamo più forti nella lotta antimperialista, insieme ai movimenti sociali e popolari fronteggiamo il capitalismo e le sue politiche, la minaccia del fascismo e la guerra; in difesa della pace, dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori, della solidarietà e del socialismo".

* * *

Cari compagni,

Innanzitutto desideriamo esprimere la nostra gratitudine al Partito Comunista di Cuba, eroica avanguardia della classe operaia e del popolo di Cuba, per aver ospitato questo 22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

Il Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi ha ribadito nei documenti del suo ultimo congresso che la solidarietà con Cuba socialista rappresenta una priorità assoluta per il nostro partito. Cuba, che da oltre sei decenni fronteggia un criminale blocco imperialista, continua a rimanere salda di fronte all'imperialismo e ha dimostrato al mondo intero quali «miracoli» il popolo lavoratore è in grado di compiere all'interno di un sistema socialista. Riteniamo che la difesa di Cuba socialista in tutte le sue forme rivesta la massima importanza per il movimento comunista.

Compagni,

Ci siamo ritrovati qui all'Avana in un periodo segnato da crescenti contraddizioni all'interno del sistema imperialista. L'escalation del conflitto inter-imperialista in Ucraina ha avuto effetti devastanti a più livelli.

L'accerchiamento della Russia da parte del blocco imperialista euro-atlantico e delle sue alleanze imperialiste, la NATO e l'UE, nell'interesse dei loro monopoli, ha innescato l'escalation del conflitto in Ucraina. La Russia capitalista, di fronte a queste minacce, ha invaso l'Ucraina per favorire gli interessi dei propri monopoli. Ha usato come pretesto la «denazificazione» e la «protezione delle minoranze» in questa regione. Non va dimenticato, inoltre, che il governo reazionario russo, con Vladimir Putin al vertice, è ricorso anche a uno spregevole anticomunismo come scusa per invadere l'Ucraina. Per contro, il blocco euro-atlantico promuove l'idea che questa sia una guerra del «mondo libero» contro le «dittature». Con questi falsi pretesti, gli imperialisti trascinano il popolo nella loro guerra.

Va detto chiaramente che questa guerra è una guerra imperialista, una guerra condotta nell'interesse dei monopoli di vari blocchi imperialisti. Questi blocchi imperialisti si contendono mercati, sfere di influenza, rotte di trasporto, risorse e via dicendo. Il popolo dell'Ucraina, che per anni ha sofferto sotto un governo reazionario e anticomunista, paga ora il prezzo della competizione tra gli imperialisti.

In questo contesto si deve ricordare che le forze fasciste e naziste hanno esercitato un'enorme influenza sul governo reazionario e a vari livelli sono perfino fuse con il governo stesso, per esempio nell'ambito delle forze armate. Queste forze fasciste hanno capeggiato attacchi contro la classe operaia ucraina, e in particolare contro la sua avanguardia, i comunisti. Hanno arrestato e torturato i fratelli Kononovich, nostri compagni. Hanno creato enormi sofferenze nel popolo ucraino. I fascisti hanno inoltre guidato l'assalto alla memoria dell'Unione Sovietica, nella quale i popoli dell'Ucraina e della Russia vivevano pacificamente insieme nel socialismo.

Dopo l'invasione, il blocco euro-atlantico ha lanciato una colossale guerra di propaganda per preparare le menti del popolo a un'ulteriore escalation del conflitto. Ha imposto sanzioni alla Russia e fornito armi al governo reazionario dell'Ucraina, spesso armando direttamente i gruppi fascisti. Nuovi interventi di censura sono stati attuati contro i media russi, con il pretesto della lotta alle «fake news» russe.

Tenendo nascosto il proprio ruolo nella guerra, costoro hanno proceduto a gettare la colpa dell'invasione sul popolo russo nel suo insieme. I giornali borghesi olandesi, per esempio, traboccano di disquisizioni sulla «mentalità russa» e sulla «mente di Putin» che sarebbero all'origine del conflitto. Il governo reazionario ucraino e le milizie dichiaratamente fasciste vengono osannati come «salvatori» e i nostri politici borghesi sono arrivati al punto di intonare lo slogan fascista «Slava Ukraini». Qualunque atteggiamento diverso dal totale sostegno al reazionario governo Zelensky viene considerato «filo-Putin».

Al tempo stesso, ci si aspetta che i popoli europei paghino il prezzo di questo avventurismo imperialista.

Il costo della vita, compresi i prezzi dei generi alimentari, è aumentato drammaticamente.

La fornitura di gas per il riscaldamento delle abitazioni è a rischio, mentre i prezzi sono alle stelle. Milioni di lavoratori non riusciranno più a pagare le bollette del gas. I monopoli energetici stanno intascando profitti record, mentre la gente precipita in una condizione sempre più precaria. Nel frattempo, il governo dei Paesi Bassi invia armi, truppe, navi e jet da combattimento in ogni angolo dell'Europa orientale per intensificare la pressione sulla Russia, in linea con la politica della NATO. Il sistema appare manifestamente sempre più marcio, ma manca ancora un'avanguardia forte, un forte movimento comunista. Sotto questo aspetto, siamo ancora nel pieno della crisi del movimento comunista seguita alla controrivoluzione nell'URSS e negli altri Paesi socialisti.

Nei Paesi Bassi, un Paese che occupa una posizione relativamente alta nella piramide imperialista, vi è crescente malcontento tra la popolazione. La classe operaia ha subito un processo di cosiddetta «flessibilizzazione», che ha significato precarietà del lavoro, distruzione dello Stato sociale, aumento degli straordinari con conseguente logoramento e via dicendo. La privatizzazione del sistema sanitario e l'asservimento della scuola ai desideri del capitale messi in atto dai successivi governi olandesi e dall'UE imperialista hanno suscitato un rabbia crescente nella classe operaia olandese. Questo ha causato un aumento degli scioperi e delle proteste tra i lavoratori. Anche altri settori della società, come la piccola borghesia e gli agricoltori, sono scesi in piazza per manifestare le loro richieste. L'imperialismo e il capitalismo monopolistico stanno schiacciando queste classi con l'aiuto dei loro rappresentanti all'interno del governo.

Uno sviluppo estremamente pericoloso nell'ambito di tutto ciò è il fatto che settori della classe operaia, così come i suddetti piccolo-borghesi e agricoltori, guardano sempre più ai partiti fascistoidi come a strumenti per sfuggire alla miseria. I nuovi partiti reazionari, anche grazie alla debolezza del nostro partito, hanno modo di trarre profitto dall'insoddisfazione della popolazione. Dall'altra parte vi sono le illusioni seminate dai cosiddetti partiti di «sinistra», socialdemocratici e liberali sulla necessità di un'unità «della sinistra» o delle forze «democratiche» contro la «destra», senza che venga messo in discussione il capitalismo.

Cari compagni,

L'intensificarsi delle contraddizioni del capitalismo, che amplificano tutte le altre contraddizioni sociali, ha sospinto noi comunisti in una nuova crisi - una crisi ideologica.

Sempre più spesso emergono opinioni divergenti su questioni fondamentali: che cos'è l'imperialismo?, che cos'è il socialismo? Questi interrogativi hanno grande importanza per il movimento comunista: come possiamo guidare la classe operaia se noi per primi non abbiamo raggiunto la chiarezza e l'unità su queste questioni?

Il Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi ritiene fondamentale non nascondere questi problemi sotto il tappeto. Come afferma Lenin nel suo scritto intitolato «Il fallimento della Seconda Internazionale»:

«I partiti socialisti non sono circoli di discussione, ma organizzazioni del proletariato militante (...) [non bisogna] lasciarsi "accalappiare" dai discorsi ipocriti, i quali dimostrerebbero che "non tutti" comprendono l'imperialismo "allo stesso modo"; che lo sciovinista Kautsky e lo sciovinista Cunow sono capaci di scrivere dei volumi in proposito; che la questione "non è stata sufficientemente discussa" e simili.

«Non ci sarà mai uno studio completo del capitalismo in tutte le manifestazioni della sua pirateria, in tutte le più minute ramificazioni del suo sviluppo storico e nelle sue particolarità nazionali. Sui particolari, gli scienziati (e specialmente i pedanti) non smetteranno mai di disputare. Ma sarebbe ridicolo appigliarsi a questo "motivo" per rifiutare di prender parte alla lotta socialista contro il capitalismo, rifiutare di contrapporsi a coloro che hanno tradito questa lotta».

Compagni, ci serve chiarezza per la nostra lotta. Non possiamo limitarci a «concordare sul nostro disaccordo» riguardo a queste questioni. In particolare, dobbiamo avere una definizione chiara e leninista dell'imperialismo, del tutto valida anche oggigiorno. L'imperialismo è il capitalismo dei monopoli - non è semplicemente «l'Occidente» o «gli Stati Uniti», ma un sistema, un processo. La rottura con questo sistema è una necessità. Non possiamo adottare un approccio metafisico separando l'aspetto economico da quello politico e definire «anti-imperialisti» i governi borghesi di determinati Paesi soltanto perché si oppongono ai piani della borghesia euro-atlantica dominante.

Il Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi ha preso posizione: i popoli del mondo non devono schierarsi con alcuno dei blocchi imperialisti. La classe operaia e gli altri settori oppressi della società devono rompere con l'imperialismo e lavorare per la rivoluzione socialista. L'imperialismo è davvero l'ultima fase che precede il socialismo. Compagni, dobbiamo lavorare insieme per questo obiettivo comune. È un cammino difficile, ma è l'unico cammino possibile.


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