www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 07-03-23 - n. 859

Iniziativa Comunista Europea per l'8 marzo - Per la liberazione delle donne!

Iniziativa Comunista Europea (ICWPE) | initiative-cwpe.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

07/03/2023

La Segreteria dell'Iniziativa Comunista Europea (ICWPE) invia un caloroso saluto a tutte le donne lavoratrici e augura a tutte loro buona salute e forza nelle prossime lotte.

Marx ed Engels stadiavano già la situazione sociale delle donne lavoratrici sotto il capitalismo. Si concentrarono sullo sfruttamento del lavoro salariato, ma anche su ulteriori forme di disuguaglianza e oppressione, esclusione e discriminazione in una serie di aspetti della vita sociale, come la legislazione, la famiglia e le relazioni interpersonali. Si sono occupati dei fattori economico-sociali di origine storica che hanno trasformato il lavoro delle donne da sociale a individuale - il lavoro domestico - molte migliaia di anni fa. Allo stesso modo, hanno studiato le nuove condizioni nel corso dell'evoluzione sociale, con lo sviluppo dell'industria capitalista, che ha portato le donne fuori dai ristretti confini della "casa familiare", aprendo la porta alla loro partecipazione al lavoro sociale, al lavoro salariato. Hanno rivolto il loro sguardo al futuro della società umana, all'abolizione dello sfruttamento e con esso all'eliminazione di tutte le forme di oppressione e disuguaglianza. Oggi le loro conclusioni, le loro riflessioni, le loro linee di pensiero sono ancora una guida preziosa per la nostra lotta.

Nel 1911, per decisione della Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, fu istituita la Giornata Internazionale della Donna per la liberazione sociale e politica delle donne proletarie.

Da allora, la situazione delle donne è cambiata molto, ad esempio ora hanno gli stessi diritti politici degli uomini e l'uguaglianza formale davanti alla legge è ormai la norma, almeno nel mondo capitalista cosiddetto "sviluppato". Tuttavia, 112 anni dopo la prima Giornata internazionale della donna, le donne lavoratrici non sono ancora del tutto libere.

Il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro è aumentato, ma le donne sono pagate meno dei loro colleghi maschi, mentre la cura della famiglia è ancora una responsabilità che ricade quasi interamente su di loro. Una serie di servizi e infrastrutture a sostegno della famiglia, come la cura dei bambini e dei parenti anziani, sono stati "socializzati" in termini capitalistici. Cioè, sono offerti sul mercato capitalista, alle donne che possono permetterseli, con una qualità che dipende dal loro prezzo. L'onere che le donne sopportano nella cura dei familiari le rende le prime e maggiori vittime del lavoro part-time e flessibile. Un grave effetto collaterale di questa situazione è che incontrano ostacoli alla pensione e rischiano di vivere al di sotto della soglia di povertà ufficiale dopo la loro vita lavorativa.

In Ucraina infuria la guerra imperialista. Sono i figli, i fratelli e i compagni delle donne russe e ucraine che rischiano di perdere la vita come ingranaggi sacrificabili della macchina bellica messa in moto per servire lo scontro tra le potenze imperialiste. Sono le donne stesse e i loro figli a vivere la violenza della guerra e dello sradicamento dalle loro case. La guerra imperialista distrugge le strutture sociali e politiche. La violenza contro le donne fa parte della vita quotidiana in guerra per molte donne.

Nelle condizioni di "pace" imperialista, la vita delle donne si sta deteriorando in molti modi. Oltre al deterioramento delle condizioni salariali e lavorative, esse devono affrontare problemi acuti e sempre più gravi nel campo della salute e dell'assistenza sociale. Questi problemi sono stati tragicamente evidenziati nel contesto pandemico e ora continuano a crescere.

La Segreteria dell'Iniziativa Comunista Europea respinge i tentativi di ideologi, partiti e governi borghesi di appropriarsi della Giornata Internazionale della Donna Lavoratrice. Allo stesso modo, la propaganda della politica estera in chiave femminista da parte di vari governi borghesi deve essere fermamente respinta. Questa politica estera non ha nulla a che fare con gli interessi delle donne, è un tentativo di mascherare la solita politica estera borghese nell'interesse del capitale monopolistico e finanziario. È il tentativo di incoraggiare le donne nella perpetuazione del confronto imperialista.

Il capitalismo non ha nulla da offrire alle donne lavoratrici se non sfruttamento, oppressione e povertà. I problemi e le crisi che stiamo vivendo oggi sono radicati nel modo capitalista di organizzare la società e la produzione secondo il criterio del massimo profitto capitalista; non possono essere risolti da associazioni e istituzioni imperialiste, gruppi imprenditoriali e governi.

L'esperienza dell'edificazione socialista all'inizio del XX secolo è indicativa della possibilità di emancipazione che deriva dall'abolizione dei rapporti di sfruttamento nella produzione. Negli Stati socialisti le donne ricevevano lo stesso salario dei loro colleghi maschi per lo stesso lavoro. Il lavoro di riproduzione sociale, il mantenimento e la cura della famiglia e del nucleo familiare, si è trasformato da responsabilità individuale delle donne in un compito assunto sempre più dalla società. Queste conquiste hanno avuto un chiaro impatto sul cambiamento della percezione del ruolo della donna nella società, superando le visioni anacronistiche che limitano il ruolo della donna ai doveri della casa e della maternità e promuovendo la donna come membro paritario che contribuisce alla costruzione del socialismo attraverso il suo lavoro e la sua partecipazione alle istituzioni del potere operaio.

Le donne lavoratrici, come i lavoratori, non hanno nulla da perdere in una rivoluzione socialista se non le loro catene!


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