www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 12-09-23 - n. 874

50 anni di golpe fascista in Cile

Partito del Lavoro d'Austria | parteiderarbeit.at
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/09/2023


Immagine: Monumento a Salvador Allende nel Donaupark di Vienna; Funke, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Dichiarazione del Comitato esecutivo del Partito del Lavoro d'Austria (PdA), Vienna, 11 settembre 2023.

Oggi, 11 settembre, ricorre il 50° anniversario del colpo di stato militare del 1973 in Cile. Il governo del Fronte Popolare del presidente democraticamente eletto Salvador Allende, in carica dal 1970, fu rovesciato l'11 settembre 1973 da un colpo di Stato dei militari guidati dal generale Pinochet, che assassinò Allende. Il governo degli Stati Uniti e il suo servizio segreto CIA furono coinvolti in modo decisivo nell'azione. Pinochet e l'oligarchia cilena, con il sostegno dell'imperialismo statunitense ed europeo occidentale, instaurarono una dittatura fascista che durò fino al 1990. Decine di migliaia di cileni furono rapiti, maltrattati, imprigionati o uccisi, alcuni riuscirono a fuggire in esilio.

Il governo di fronte popolare dell'Unidad Popular (UP) era costituito essenzialmente dal fronte unito dei partiti socialista e comunista, sostenuto anche dalla centrale sindacale CUT, dai socialdemocratici, dai liberali di sinistra e dai cristiani di sinistra. L'obiettivo dell'UP era quello di attuare misure antimperialiste e antimonopoliste a favore del popolo, al fine di ottimizzare le condizioni della lotta per il socialismo. Le forze reazionarie, controrivoluzionarie e fasciste, in alleanza con l'imperialismo statunitense e il suo capitale monopolistico, non vollero permetterlo e, dopo precedenti tentativi di destabilizzazione e sabotaggio, intrapresero un sanguinoso golpe militare l'11 settembre 1973. Il Cile divenne il terreno di esercitazione dell'imperialismo "neoliberista", in condizioni di massimo sfruttamento e oppressione.

Oggi, a 50 anni dal golpe, ricordiamo le vittime e onoriamo i combattenti della resistenza contro il fascismo e l'imperialismo. Condanniamo il fatto vergognoso che i principali criminali - Pinochet, Nixon, Kissinger e Bush senior - non siano mai stati chiamati a rispondere delle loro azioni, così come le banche e le multinazionali del Nord America e dell'Europa occidentale che lavorano tra le quinte. Denunciamo il sistema antioperaio e antipopolare dell'imperialismo e del capitalismo, che nega ai popoli la sovranità democratica e la libera scelta del percorso di sviluppo con mezzi barbari e assassini.

Ma traiamo anche lezioni dal destino dell'Unidad Popular cilena. Un governo rivoluzionario non può avere successo con mezzi puramente riformisti, perché il potere e la spietatezza antidemocratica del capitale monopolistico, dell'oligarchia e della controrivoluzione lo impediscono - in caso di dubbio con tutti i mezzi violenti disponibili di golpe e dittatura fascista. La rivoluzione socialista non può semplicemente impadronirsi dell'apparato statale borghese-capitalista e utilizzarlo per i propri scopi, ma deve superarlo e distruggerlo in quanto strumento di dominio del capitale monopolistico, sostituendolo con il potere rivoluzionario dei lavoratori e del popolo e con lo Stato socialista. In questo non si deve esitare e non ci si deve fermare; perseverare negli obiettivi di tappa porta inevitabilmente alla sconfitta. Questo deve essere preso in considerazione per quanto riguarda la politica delle alleanze e del fronte popolare.

Non va inoltre trascurato il fatto del carattere di classe delle formazioni armate dello Stato borghese. Anche se la massa dei soldati viene inevitabilmente reclutata dalla classe operaia e dai contadini, l'esercito sotto la guida della generalità rimane sempre uno strumento del capitale monopolistico dominante e quindi uno strumento controrivoluzionario. Finché i soldati di rango non saranno rivoluzionati, o almeno non si riuscirà a neutralizzare settori rilevanti dell'esercito e della polizia, la classe operaia e il movimento rivoluzionario dovranno essere in grado di difendersi. Una rivoluzione totalmente disarmata non potrà essere vittoriosa. Ha bisogno dell'armamento popolare o almeno della capacità militare del potere popolare per potersi difendere con successo dalla controrivoluzione interna ed esterna. Anche questa è una lezione della sconfitta dell'Unidad Popular nel 1973.

Viva l'eroica lotta dell'Unidad Popular e del popolo cileno!
Contro l'imperialismo e il fascismo! Per l'autodeterminazione e il socialismo!
Il popolo unito non sarà mai sconfitto!


Dichiarazione della Sezione Relazioni Internazionali del CC del KKE nel 50° anniversario del golpe di Pinochet in Cile e dell'assassinio di Salvador Allende

Partito Comunista di Grecia [KKE] | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/09/2023

L'11 settembre 1973 ebbe luogo in Cile un colpo di Stato militare guidato dal generale Pinochet che, con l'appoggio degli Stati Uniti, rovesciò il governo di Unità Popolare.

L'accadimento in Cile confermò tragicamente la lezione fondamentale tratta dall'esperienza della Comune di Parigi, sottolineata anche da Marx ed Engels nel Manifesto comunista, e cioè che "la classe operaia non può impossessarsi puramente e semplicemente di una macchina statale già pronta e metterla in moto per i suoi propri fini". Essa deve, come sottolineava Lenin "demolire la 'macchina statale già pronta' e non semplicemente impossessarsene".

Il governo di Unità Popolare e il presidente Allende, caduto eroicamente, hanno da allora cancellato una volta per tutte l'illusione di un "pacifico cammino parlamentare verso il socialismo", che era stato la bandiera degli eurocomunisti e di altri partiti opportunisti del Movimento Comunista Internazionale.

Il 50° anniversario è un'occasione per riflettere sulle questioni della strategia del movimento rivoluzionario riguardo allo Stato, al potere e alla posizione nei confronti della socialdemocrazia, per respingere una volta per tutte le teorie fallimentari del "socialismo del XXI secolo", i sostenitori dei "programmi di transizione", dei "governi di sinistra" all'interno del capitalismo, dell'obiettivo "intermedio" del potere, il cosiddetto potere antimperialista e antimonopolista, ecc.

Onoriamo l'eroica lotta dei comunisti e delle forze popolari in Cile, di tutte le vittime del colpo di Stato guidato dagli Stati Uniti, così come le lotte della classe operaia e dei popoli contro i monopoli e il capitalismo che continuano ancora oggi, e che pongono la questione principale per il movimento comunista: la formulazione di una strategia rivoluzionaria per il rovesciamento del capitalismo, per la socializzazione dei mezzi di produzione, per la pianificazione centrale, per il potere dei lavoratori, per la costruzione del socialismo-comunismo.

Atene 11/09/2023

Sezione Relazioni Internazionali del CC del KKE


50 anni dopo il colpo di stato militare in Cile: Onore e gloria ai lavoratori del Cile, alla loro eroica resistenza

Partito Comunista del Messico (PCM) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/09/2023

Cinquant'anni fa il colpo di Stato in Cile promosso dalla borghesia cilena e dall'imperialismo, che aprì una lunga notte reazionaria di terrore e morte contro i lavoratori e il popolo, con una delle più sanguinose dittature.

L'integerrimo Presidente Salvador Allende, uomo coerente e fedele agli interessi dei lavoratori, diede la vita nel difendere il mandato conferito dal popolo lavoratore; con lui altri combattenti perirono nel Palacio de la Moneda, nel primo nucleo di resistenza alla giunta militare di Pinochet e di altri generali criminali.

Rendiamo omaggio a Salvador Allende, a tutti i caduti dell'11 settembre 1973 e a tutti coloro che perirono nel corso degli anni, combattendo la dittatura e il suo portato. Rendiamo omaggio a tutti gli assassinati, ai desaparecidos, ai torturati e agli imprigionati, a coloro che hanno patito nei campi di concentramento, ai perseguitati, a chi ha sofferto per i propri cari, sapendoli morti o per non averli ritrovati, che ancora piangono per l'immenso dolore della loro scomparsa. Rendiamo omaggio ai comunisti, ai miristas, ai rodriguistas e a tutti quei partiti e organizzazioni che dalla clandestinità organizzavano l'eroica resistenza politica e militare alla dittatura. Insieme al PCCh, al JJCC [PC del Cile e sua gioventù] e al MIR [Movimento della Sinistra Rivoluzionaria], merita un riconoscimento anche il FPMR [Fronte Patriottico Manuel Rodríguez] che ha organizzato la ribellione popolare contro Pinochet.

Da sempre i lavoratori e il popolo messicano, così come i comunisti e altri esponenti della sinistra, sono stati solidali con il popolo cileno, stringendo forti legami tra i due popoli. Qui hanno aperto le braccia a un gran numero di esuli. Da qui venne dato sostegno politico e materiale alla resistenza cilena e alla sua ribellione popolare.

Nelle sue ultime parole, il compagno Presidente ci invita a trarre insegnamento da questa lezione. Ed è ovviamente dovere dei rivoluzionari in Cile e altrove continuare a riflettere e agire nella strategia affinché "i lavoratori aprano le grandi vie attraverso le quali l'uomo libero possa passare per costruire una società migliore".

I tragici eventi del Cile ci danno l'amara lezione dell'impraticabilità delle cosiddette strade nazionali verso il socialismo, insegnandoci che la borghesia è capace delle peggiori atrocità umane piuttosto che cedere pacificamente il potere.

Proletari di tutti i Paesi, unitevi!

La Sezione Internazionale del CC del PCM


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