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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 14-11-23 - n. 881
23° IMCWP: Contributo del Partito Comunista del Belgio
Partito Comunista del Belgio (PCB) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
18/10/2023
23° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
20-22/10/2023, Izmir (Smirne),Turchia
Sul tema: Le battaglie politiche e ideologiche per affrontare i capitalisti e l'imperialismo. I compiti dei comunisti di informare e mobilitare la classe operaia, i giovani, le donne e gli intellettuali nella lotta contro lo sfruttamento, l'oppressione, le menzogne imperialiste e il revisionismo storico; per i diritti sociali e democratici dei lavoratori e dei popoli; contro il militarismo e la guerra, per la pace e il socialismo.
* * * Estratti dal Documento Politico del 37° Congresso del Partito Comunista del Belgio
Guerra e resistenza mondiale anti-imperialista
Dopo la distruzione del socialismo nell'Unione Sovietica (1991) ha avuto inizio una serie di guerre che oggi minacciano di trasformarsi in una terza guerra mondiale e di degenerare in una catastrofe nucleare.
Non più ostacolati da uno Stato socialista pari al suo avversario (l'Unione Sovietica), gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati della NATO e a vari mercenari, hanno organizzato invasioni, bombardamenti massicci e occupazioni in Jugoslavia (1999), Afghanistan (2001), Iraq (2003), Libia (2011), Siria (2011) e Donbass (2014).
L'economia mondiale sta attraversando una profonda crisi. La crisi del capitalismo mondiale sta accelerando il declino degli Stati Uniti, che salirono al vertice del mondo imperialista dopo che le potenze della vecchia Europa erano state indebolite da due conflitti mondiali. Sebbene gli imperialisti abbiano ottenuto grandi vantaggi per le loro economie in declino dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, il loro sistema economico è nuovamente in crisi e la loro egemonia sta venendo meno, via via che un numero crescente di Paesi si sottraggono al loro controllo economico e politico.
La grande potenza degli Stati Uniti è indebolita poiché la sua egemonia viene sempre più sfidata - in particolare dalla Cina, che ha superato gli Stati Uniti sul piano economico, e dalla Russia, che sta assumendo una posizione indipendente e ostile al predominio americano. Cina e Russia vengono prese di mira dagli Stati Uniti perché ostacolano il totale predominio mondiale da parte degli USA. È chiaro che il declino dell'egemonia USA sta spingendo sempre più la NATO a uno scontro militare con la Cina e la Russia.
Guerre di propaganda, guerre commerciali e sanzioni, guerre militari
Nel tentativo disperato di salvare il loro sistema economico e il loro predominio internazionale, gli Stati Uniti hanno ingaggiato incessanti guerre contro ogni Paese che tenta di sottrarsi o di sfuggire al loro controllo. Guerre «per procura», che utilizzano l'esercito di un piccolo Paese dipendente per combattere le guerre degli Stati Uniti. Incessanti guerre commerciali e sanzioni, miranti a schiacciare la crescita delle economie emergenti. Sostegno a movimenti separatisti, con l'obiettivo di indebolire la sovranità e destabilizzare i territori. Creazione e finanziamento di movimenti nazionali di opposizione e guerre propagandistiche condotte con la manipolazione dei mass media. Tutte queste vie vengono percorse nel tentativo di ottenere il cosiddetto «regime change» in qualunque Paese che intrattenga relazioni amichevoli con la Repubblica Popolare Cinese, con la Federazione Russa o con qualsiasi altra nazione che ha optato per la via della sovranità e dell'indipendenza. In tutto il mondo, i popoli poveri e oppressi hanno di fronte il medesimo nemico: il blocco imperialista capeggiato dagli Stati Uniti, rappresentato di volta in volta dall'Unione Europea, dalla NATO, dall'OAS, dai Five Eyes, dall'AUKUS, dal FMI, dalla Banca Mondiale o da qualunque altra organizzazione di copertura degli interessi imperiali USA.
Asia, Africa, America Latina
Molti altri Paesi oltre alla Russia sono oggetto di minacce e aggressioni da parte degli Stati Uniti.
In Estremo Oriente, la Repubblica Democratica Popolare di Corea (RDPC) vive da decenni sotto minaccia di guerra, mentre le provocazioni e le aggressioni ai danni della Repubblica Popolare Cinese si vanno intensificando in misura allarmante. I popoli del Medio Oriente hanno subito un'interminabile serie di aggressioni e barbare guerre negli ultimi decenni, in particolare in Iraq, Libia e Siria; a ciò si aggiungono le costanti provocazioni subite sin dalla sua fondazione dalla Repubblica Islamica dell'Iran e i massacri pressoché quotidiani subiti dal popolo palestinese sin dal 1948.
Nel frattempo, il saccheggio del continente africano è stato accompagnato da incessanti «guerre per le risorse» fomentate dagli imperialisti. In Congo è aperta la caccia al coltan a buon mercato. Dietro la guerra nel Congo orientale c'è il regime del Ruanda, e dietro tale regime ci sono gli Stati Uniti, che desiderano assumere il controllo del Congo. Il regime ruandese esporta minerali che non provengono dal suo territorio, ma da quello dello Stato vicino. Anche i Paesi sub-sahariani sono colpiti da violente repressioni e da eserciti sponsorizzati dai Paesi ex-coloniali e da Israele. Contro la Repubblica di Eritrea gli Stati Uniti hanno fomentato una guerra di confine con l'Etiopia nel 1998.
In America Latina, che gli USA considerano il proprio «giardino di casa», due secoli di sfruttamento imperialista da parte degli Stati Uniti hanno provocato saccheggi e miseria. Allo scopo di spezzare l'unità e l'integrazione dei popoli, mantenendoli divisi e deboli, abbiamo assistito a interventi militari, come a Panama, in Cile e a Grenada; a un'incessante susseguirsi di colpi di Stato, come in Honduras, Paraguay, Bolivia, Perù, Venezuela, Guatemala e Brasile; all'occupazione delle Isole Malvine in Argentina e della Baia di Guantánamo a Cuba, da cui gli imperialisti rafforzano il loro dominio militare sulla regione. Oggi sanzioni economiche disumane stanno strangolando e rovinando Cuba, il Venezuela e il Nicaragua.
La guerra in Ucraina
È in quest'ottica che interpretiamo lo scatenamento da parte della NATO di una guerra per procura contro la Russia nel territorio dell'Ucraina. In ogni istante, questa guerra minaccia di provocare un conflitto regionale più ampio e uno scontro diretto tra le forze della NATO e i popoli del mondo. L'aggressione della NATO non è indirizzata soltanto contro la Russia, ma contro qualunque Stato o movimento che tenti di perseguire una politica di indipendenza o di sviluppo sovrano.
A tale scopo, gli Stati membri della NATO sono stati invitati ad aumentare le loro spese militari sino almeno al 2% del loro PIL e a sostenere militarmente la guerra di aggressione USA in Ucraina:
- allargando la NATO alla Svezia e alla Finlandia
- inviando aiuti finanziari, truppe e attrezzature militari al regime di Zelenskyj: carri armati Abrams, Challenger, Leopard I (e in seguito Leopard II), munizioni (in una quantità giornaliera che equivale agli ordini annuali di un piccolo Paese NATO), artiglieria, obici, missili (Stinger a lungo raggio, Javelin, Himars con portata di 80 km, Patriot con portata di 160 km), e presto anche aerei da combattimento F16 (i piloti stanno già ricevendo l'addestramento), mitragliatrici, cannoni, autoblindo (Iveco LMV Lynx), cannoni anti-carro. La «lista dei desideri» comprende già anche sottomarini e navi da guerra.
Queste armi vengono utilizzate per bombardare città in Donbass, Crimea e Ucraina e per colpire obiettivi in territorio russo.
La NATO e il Belgio
In Belgio, l'acquisto di nuovi cacciabombardieri F35 del costo di 6 miliardi di euro, più altri 6 miliardi di costi di manutenzione, ha determinato un aumento del 100% delle spese militari del Paese. L'investimento di maggiori somme di denaro nella cosiddetta «difesa», cioè nell'industria degli armamenti, viene effettuato direttamente a spese dei bisogni sociali della popolazione, dei servizi pubblici, degli ospedali, degli alloggi popolari e delle scuole.
Il Belgio ha inviato 316 milioni di euro in aiuti militari al regime fascista di Zelenskyj, e ha inviato soldati in Bulgaria, jet F16 e soldati in Lituania, Lettonia ed Estonia.
Michel Hofman, capo di Stato Maggiore dell'esercito belga, propone l'introduzione in futuro della leva militare, poiché «potrebbe manifestarsi la necessità di difenderci».
Il Belgio non si limita a partecipare all'offensiva NATO contro la Russia. Tale offensiva viene in gran parte organizzata proprio in Belgio, al quartier generale NATO di Evere e al Centro di Comando Centrale Europeo di Mons.
Il Belgio ospita armamenti nucleari pronti per l'uso nella base di Kleine Brogel. E a Chièvres c'è una base aerea militare americana.
Il commissario europeo Thierry Breton promette che entro la fine del 2023 le aziende europee avranno prodotto un milione di granate, e che l'industria della difesa europea passerà a un'«economia di guerra».
Fermare la guerra USA
Libia
Nella Libia laica e indipendente, nel 2011 gli Stati Uniti hanno appoggiato direttamente i fondamentalisti islamici e i terroristi di al-Qaeda. Il Consiglio di Sicurezza ONU (di cui fanno parte Cina e Russia) non si è opposto ai bombardamenti NATO in quell'occasione. Il risultato è stato la distruzione di tutte le infrastrutture - acqua, elettricità, scuole, ospedali, posti di lavoro. Si è creato un vero e proprio tsunami di mercenari armati, come l'ISIS, che hanno ucciso migliaia di persone e hanno invaso il mondo intero, destabilizzando regimi nell'interesse dell'imperialismo. Un'ondata di profughi si è riversata dall'Africa in Europa.
Siria
La svolta nell'atteggiamento della Cina e della Russia si è verificata dopo l'aggressione USA contro la Siria. Nel 2011, gli Stati Uniti hanno creato l'«Esercito Libero Siriano» con l'obiettivo di rovesciare il regime laico e indipendente di Damasco.
Quando questo piano è fallito, in Siria sono emersi i mujahiddin e l'ISIS, appoggiati dai fantocci Turchia, Arabia Saudita, Israele e Qatar. A partire dal 2015 la Russia e la Cina hanno appoggiato attivamente la Siria contro questa aggressione, e aerei da guerra russi hanno contribuito alla liberazione della Siria.
Donbass - Ucraina
Questa è una guerra aggressiva imperialista condotta dagli Stati Uniti.
Oggi l'imperialismo USA (guidato da un gruppo ristretto di individui, il complesso militare-industriale degli Stati Uniti) sta conducendo con coerenza una vera e propria guerra mondiale imperialista e aggressiva. I fronti principali di questa guerra si collocano in Cina, in Corea, in Medio Oriente e in Ucraina.
Gli Stati Uniti inviano alleati e mercenari in Ucraina, provvisti di ingenti equipaggiamenti militari. L'obiettivo di questa guerra è indebolire la Russia e perseguire una strategia di egemonia globale costringendo l'Ucraina a scontrarsi con la Russia. La società internazionale, di fronte alla gravissima situazione creata dalle azioni degli Stati Uniti, sa bene chi sia il vero colpevole e il distruttore della pace, che manda in frantumi la stabilità e provoca guerre in tutto il mondo.
Come affermava nel 1997 il consigliere presidenziale USA Zbigniew Brzezinski:
«L'obiettivo politico degli Stati Uniti: perpetuare la posizione dominante dell'America, esercitare il primato globale americano, essere la prima e unica superpotenza mondiale e rimanere l'ultima superpotenza mondiale». E alla luce della posizione centrale dell'Eurasia (Europa e Asia): «Impedire l'emergere di una potenza dominante e avversaria in Eurasia - in grado di sfidare l'America - rimane un elemento centrale per la capacità dell'America di esercitare un primato mondiale». Potenzialmente lo scenario più pericoloso sarebbe rappresentato da una grande coalizione formata da Cina, Russia ed eventualmente Iran, una «coalizione anti-egemonica».
Le alleanze militari
Sullo scenario internazionale rileviamo l'esistenza di due alleanze militari.
Da un lato vi è l'alleanza imperialista aggressiva capeggiata dall'imperialismo USA, che comprende 30 Paesi ed eserciti NATO più, in Estremo Oriente, Giappone, Corea del Sud e Australia.
A questa alleanza si contrappone un'alleanza militare di fatto composta da Cina, Russia, Corea del Nord, Iran, Siria, Bielorussia, Cuba, Venezuela e Nicaragua, formatasi e rafforzatasi dopo l'imposizione di sanzioni USA contro la Russia e la Cina.
Già il 15 giugno 2001 fu istituita l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, con Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan quali Paesi membri. L'istituzione ha condotto le sue prime esercitazioni militari congiunte nel 2003.
Il 24 maggio 2022, in seguito a una provocazione da parte degli Stati Uniti, bombardieri strategici Tu-95MS russi e H-6K cinesi hanno pattugliato congiuntamente le acque del Mar Cinese Orientale.
Il 15 maggio 1992 fu istituita l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO). Dal 1994 ne fanno parte Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Tra il 5 e l'11 gennaio 2022, forze della CSTO sono state schierate in Kazakistan in risposta ai tentativi di rovesciare il governo kazako.
L'alleanza militare tra Cina e Corea del Nord esiste sin dalla nascita della Corea del Nord nel 1945. È stata rafforzata dalla visita del presidente Xi Jinping nella RDPC del 20 e 21 giugno 2022. L'alleanza tra Russia e RDPC ha le sue origini storiche nel contributo militare dell'Unione Sovietica alla guerra di liberazione coreana e alla liberazione della Corea nel 1945. Tale contributo è stato citato dal presidente Putin durante la visita del leader nordcoreano Kim Jong-un a Vladivostok nell'aprile 2019.
Vi sono accordi di cooperazione militare tra Russia, Cuba, Nicaragua e Venezuela. Dopo che il presidente Chávez condannò l'invasione dell'Afghanistan e nazionalizzò l'industria petrolifera, il presidente Obama definì tale atto «una minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti» e mise fine a ogni forma di cooperazione. Chávez si rivolse così alla Russia, che fornì attrezzature militari (compresi dei caccia nel 2008) per sicurezza del Venezuela.
Solidarietà globale - le votazioni all'ONU
Oltre a questa stretta alleanza militare contro l'imperialismo USA si va formando un'alleanza a livello globale. Ciò è apparso manifesto il 2 marzo 2022, quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condannava la Russia e chiedeva il ritiro delle forze russe dall'Ucraina. La risoluzione è stata appoggiata da 114 Paesi, tra cui gli Stati Uniti e i suoi alleati NATO, oltre a Giappone, Australia e Corea del Sud. Cinque Paesi hanno votato contro: Russia, Bielorussia, Siria, Repubblica Democratica Popolare di Corea ed Eritrea. 52 Paesi hanno manifestato la propria opposizione astenendosi o non partecipando al voto. Tra essi Cuba, Vietnam, Laos e China. Va sottolineato che numerosi Stati africani hanno espresso la propria insoddisfazione astenendosi: Algeria, Angola, Burundi, Repubblica Centrafricana, Congo, Madagascar, Mali, Mozambico, Namibia, Sud Africa, Sudan, Tanzania, Uganda, Zimbabwe, Etiopia, Marocco. In America Latina si sono astenuti i Paesi dell'ALBA: Cuba, Venezuela, Nicaragua, El Salvador. In Asia si sono registrate le astensioni di Iran, India, Pakistan e perfino Iraq. Il 12 ottobre 2022 (e ancora nel marzo 2023) le votazioni all'Assemblea Generale dell'ONU hanno presentato un quadro analogo. Gli Stati Uniti hanno condannato la Russia per i referendum tenuti a Lugansk, Donetsk, Zaporizha e Kherson; la risoluzione presentata dagli USA ha ottenuto 143 voti a favore, 5 contrari, con 48 astensioni o mancate partecipazioni al voto.
Questa risoluzione USA rappresentava un invito al presidente Zelenskyj a continuare e prolungare la guerra, tentando di conquistare il Donbass e la Crimea.
La resistenza di Cina, RDP di Corea e Donbass
In Cina, la guerra di liberazione nazionale lanciata da Mao Zedong liberò la Cina continentale dall'occupazione imperialista giapponese, e il 1° ottobre 1949 diede inizio alla rivoluzione socialista e alla trasformazione della Cina in un Paese socialista. Gli Stati Uniti occupano e armano Taiwan come base contro la Cina continentale. Questo conflitto tuttora irrisolto, il cui obiettivo è la riunificazione del Paese, rappresenta per la Cina una guerra giusta, legittima, difensiva e progressista.
In Medio Oriente e in Asia, gli Stati Uniti hanno invaso e bombardato l'Afghanistan nel 2001, l'Iraq nel 2003, la Libia nel 1986 e nel 2011 e la Siria a partire dal 2011.
Nella Repubblica Democratica Popolare di Corea, l'Esercito Popolare Coreano sconfisse l'occupazione giapponese nel 1945, e Kim Il Sung fondò uno Stato socialista nel nord. La Corea del Sud fu occupata dagli Stati Uniti, che (insieme ad altri 7 Paesi NATO) combatterono una guerra dal 1950 al 1953 che uccise 4 milioni di persone. Tale guerra non è mai terminata e continua tuttora. Gli Stati Uniti hanno sottoscritto un cessate-il-fuoco, ma non un trattato di pace. Occupano tuttora la Corea del Sud con 80 basi militari e 24.000 soldati. Ogni anno organizzano manovre militari insieme all'esercito sudcoreano, inscenando un'invasione simulata della Corea del Nord. I missili Thaad dislocati in Corea del Sud minacciano sia la Corea del Nord sia la Cina. Nella prospettiva della Repubblica Democratica Popolare di Corea, questa guerra è una guerra di liberazione giusta, legittima e difensiva, il cui scopo è la riunificazione del Paese.
Nel Donbass, nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk, la popolazione combatte una guerra di liberazione giusta, difensiva, legittima e progressista. L'intervento della Russia è positivo nella misura in cui la Russia appoggia questa guerra di liberazione nazionale nel territorio del Donbass. Senza l'aiuto russo, le repubbliche del Donbass sarebbero state oggetto di una brutale oppressione e la loro popolazione sarebbe stata massacrata dal regime fascista del presidente Zelenskyj.
Il regime Poroshenko-Zelenskyj di Kiev è un regime fascista
«Il fascismo è una dittatura apertamente terrorista istituita dagli elementi più reazionari, sciovinisti e imperialisti del capitale finanziario».
L'attuale regime di Zelenskyj in Ucraina ha tutte le caratteristiche di un regime fascista.
Dopo il rovesciamento dell'Unione Sovietica nel 1991, gli Stati Uniti hanno fomentato conflitti e guerre tra le ex-repubbliche sovietiche, come la Russia e l'Ucraina. Gli USA hanno agito in tal modo allo scopo di mantenere debole il nascente Stato capitalista russo. Nel novembre 2013, gli USA finanziarono e organizzarono l'insurrezione filo-fascista del Maidan a Kiev contro il governo filo-russo di Yanukovych. Gli Stati Uniti hanno mobilitato le forze nazionaliste più reazionarie, sostenitrici di Stepan Bandera, collaborazionista dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Nel febbraio 2014 queste bande distrussero edifici pubblici, sedi di organizzazioni comuniste e operaie e monumenti che commemoravano Lenin e l'Unione Sovietica, rovesciando quindi il governo. Il nuovo regime era fascista nella sua essenza, ucraino nelle sue forme e americano nei suoi obiettivi e nelle sue politiche. Contro di esso si sviluppò una resistenza, in particolare nell'Ucraina orientale (Donbass, Mariupol, Odessa). Poroshenko, presidente dell'Ucraina dal 25 maggio di quell'anno, represse con la violenza questa crescente resistenza. Il 2 maggio 2014 bande fasciste bruciarono vive 40 persone nella sede del sindacato di Odessa. Nel Donbass, una rivolta popolare espulse gli esponenti fascisti. La classe operaia, in particolare i minatori e i metallurgici, requisì armi nelle stazioni di polizia e nelle caserme ed eresse barricate intorno agli edifici pubblici. Poroshenko avviò una campagna militare contro il Donbass, bombardando scuole, ospedali, abitazioni e centrali elettriche, e uccidendo 14.000 persone tra il 2014 e il 2022. Ma né lui né il suo successore alla presidenza, Zelenskyj, sono riusciti a strappare le capitali Donetsk e Lugansk agli abitanti del Donbass, che combattevano una guerra di liberazione giusta, difensiva e legittima. L'intervento della Russia è positivo nella misura in cui la Russia appoggia questa guerra di liberazione nel territorio del Donbass.
Il piano di pace di pace della Cina
Il 24 febbraio 2023 la Cina ha proposto un piano di pace in 12 punti, che comprende tra l'altro:
- rispetto per la sovranità, l'indipendenza, l'integrità territoriale di tutti i Paesi
- rispetto dei legittimi interessi di sicurezza di tutti i Paesi
- cessazione delle ostilità, cessate-il-fuoco; tutti i Paesi dovranno aiutare Russia e Ucraina a riprendere il dialogo diretto
- risoluzione pacifica della crisi mediante il dialogo e il negoziato
- protezione delle popolazioni civili e dei prigionieri di guerra; divieto di attaccare i civili e le istituzioni civili; protezione di donne, bambini e altre vittime; scambio dei prigionieri di guerra.
- divieto di attaccare le centrali nucleari; coinvolgimento della International Nuclear Energy Agency.
- promozione del trasporto del grano attraverso il Mar Nero
- fine delle sanzioni unilaterali
- tutela delle industrie e delle catene di rifornimento
Joe Biden e Volodymyr Zelenskyj hanno respinto questa proposta. Il loro obiettivo è conquistare militarmente il Donbass e la Crimea, portando la NATO prima sulla frontiera russa e poi all'interno della Russia: il «divide et impera», come è avvenuto in Jugoslavia.
Nel frattempo, l'Ucraina conduce attacchi in territorio russo. Già nel dicembre 2022 si sono verificate forti esplosioni in due importanti basi militari russe a centinaia di chilometri dall'Ucraina, causate probabilmente da droni. La principale città russa presso la frontiera ucraina, Belgorod, è sotto attacco da oltre un anno; vi sono state esplosioni in depositi di munizioni e di carburante. L'Ucraina ha fatto saltare l'oleodotto Nordstream che collegava la Russia all'Europa, e ha attaccato il Cremlino a Mosca mediante droni. La mattina di martedì 30 maggio 2023 i droni hanno attaccato quartieri residenziali a Mosca, colpendo tre palazzi di appartamenti.
Autodeterminazione
Già il 16 marzo 2014, la popolazione della Crimea ha deciso con un referendum di secedere dall'Ucraina fascista e di riunificarsi con la Russia. L'11 maggio, l'89% della popolazione di Donetsk e il 96% di quella di Lugansk hanno votato in due referendum a favore dell'istituzione e dell'indipendenza della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk. Da allora, il loro territorio non appartiene più all'Ucraina. Nel settembre 2022, il 98% degli elettori di Lugansk, il 99% di quelli di Donetsk, il 93% di quelli di Zaporizha e l'87% di quelli di Kherson hanno votato per entrare a far parte del territorio russo con un referendum. Lo Statuto delle Nazioni Unite (Capitolo 1, Articolo 1, Parte 2) sancisce «il principio dell'eguaglianza dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli».
Il nostro Paese, il Belgio, ha fatto parte del Regno d'Olanda sino al 1830. Nel 1830 il Belgio si separò dal Regno d'Olanda con una rivoluzione e divenne uno Stato indipendente, riconosciuto a livello mondiale. Gli Stati Uniti d'America nacquero dalla separazione dall'impero britannico. Le Hawaii divennero ufficialmente il 50° Stato USA il 21 agosto 1959. È chiaro che gli Stati Uniti riconoscono soltanto a se stessi il diritto di autodeterminazione e secessione, e il diritto di accogliere nuovi territori nel proprio Stato.
Nella sua opera «Sul diritto di autodecisione delle nazioni», Lenin giunge alla conclusione che il diritto di autodeterminazione di tutte le nazioni comprende il diritto di secedere e di esistere come Stato-nazione indipendente e separato. Cita Karl Marx e Friedrich Engels, che a partire dagli anni Quaranta dell'Ottocento avevano appoggiato la richiesta di indipendenza della Polonia e nel 1869 la lotta dell'Irlanda per l'indipendenza dall'Inghilterra. Lenin approvò nel 1905 la decisione del popolo norvegese di secedere dalla Svezia, manifestata attraverso una schiacciante maggioranza con un referendum. Lenin nutriva una grande stima per Rosa Luxemburg; ma in una vivace e accesa polemica, Lenin mise sotto accusa la sua linea, che non riconosceva il principio di autodeterminazione e di secessione delle nazioni, e non appoggiava la lotta per l'indipendenza dell'Irlanda e della Polonia.
Il rifiuto di Rosa Luxemburg di sostenere la lotta di Lenin a favore dell'indipendenza polacca fu interpretato da Lenin come un appoggio alle «centurie nere della Grande Russia».
Fermare questa guerra USA
Affinché i popoli siano liberi, è necessario smantellare tutte le basi militari USA e NATO (800 in tutto il mondo), le installazioni militari, i laboratori di ricerca e le strutture di spionaggio. Ogni singolo soldato imperialista deve essere rimandato al suo Paese. Dobbiamo rifiutarci di scrivere, stampare o trasmettere la propaganda guerrafondaia di USA e NATO. Dobbiamo denunciare le bugie degli imperialisti nei nostri media e mostrare al popolo che deve prendere posizione in questa guerra; che è urgente e nell'interesse di tutti gli esseri umani sofferenti che gli imperialisti vengano sconfitti, e che dobbiamo lottare insieme a tutti coloro che sono disposti a lavorare per questo obiettivo. Ovunque gli eserciti NATO si dimostrano talmente irresponsabili da scatenare una guerra, devono essere sconfitti sul campo di battaglia e nelle retrovie. I lavoratori devono rifiutarsi di combattere negli eserciti USA e nei loro eserciti-fantoccio. Dobbiamo rifiutarci di trasportare i loro uomini e i loro macchinari. Dobbiamo boicottare e sabotare ogni ingranaggio della loro macchina da guerra aggressiva e criminale.
Il Belgio fuori dalla NATO, la NATO fuori dal Belgio!
In Belgio, la priorità è la lotta contro l'imperialismo USA e in particolare contro la NATO. Il nostro Paese è stato membro fondatore della NATO e suo solerte servitore sin dalla sua fondazione nel 1949. Chiediamo:
- il Belgio fuori dalla NATO, la NATO fuori dal Belgio, scioglimento della NATO
- chiusura del quartier generale NATO a Evere, dello SHAPE (NATO Central Command Centre in Europe) a Mons e della base aerea USA a Chièvres.
- Il trasferimento degli armamenti nucleari da Kleine Brogel; nessuno stanziamento per la sostituzione delle bombe con il modello B61-12
- nessun aumento delle spese militari al 2% del PIL, riduzione delle spese militari e annullamento dell'accordo sottoscritto dal governo per l'acquisto dei caccia F-36, il cui costo finale è stimato in 15 miliardi di euro. Questo denaro va speso per i servizi pubblici, gli ospedali, le scuole, gli alloggi popolari.
- nessun passaggio di truppe e veicoli corazzati USA/NATO in territorio belga
- nessuna partecipazione del Belgio alla guerra della NATO contro il Donbass e contro la Russia. Rimpatrio dei soldati belgi da Bulgaria, Lettonia, Estonia e Lituania e di tutte le truppe belghe impiegate in missioni all'estero
- rientro degli F16 belgi dalla Lettonia
- nessuna fornitura di denaro, armi o addestramento militare da parte del Belgio per la guerra di NATO, Biden e Zelenskyj contro la Russia e il Donbass
Per un fronte internazionale delle nazioni e della classe operaia contro la guerra imperialista USA
La prima responsabilità di tutti i popoli del mondo e della classe operaia internazionale è costruire un'alleanza globale per resistere alla guerra imperialista capeggiata dagli USA e cancellare l'imperialismo USA e la NATO. Questo deve essere fatto in ogni Paese, in ogni continente, in tutto il mondo.
Invitiamo tutti i movimenti sociali, i partiti e i Paesi a cooperare al nostro sforzo per unire i popoli del mondo. Insieme abbiamo la forza di resistere al blocco imperialista capeggiato dagli USA e di rovesciare il sistema coloniale che causa instabilità, miseria e violazioni dei diritti umani ai danni delle masse attraverso la repressione politica, il saccheggio economico e la coercizione militare. I membri di questa alleanza devono dare vita a fronti organizzati ampi nei rispettivi Paesi e attuare iniziative di massa concrete e pratiche contro gli Stati Uniti e la NATO. Come partito comunista, dobbiamo agire attivamente nei movimenti per la pace, in Belgio e sul piano internazionale, e contribuire alla loro ripresa e radicalizzazione mediante la costruzione di un fronte anti-imperialista.
Popoli di tutto il mondo, unitevi contro l'imperialismo!
Sconfitta per i guerrafondai neonazisti NATO capeggiati dagli USA; Vittoria per la resistenza!
Yankee go home!
La prospettiva di un mondo senza guerra - il socialismo
La sconfitta della NATO e l'eliminazione dell'imperialismo USA costituiscono passi indispensabili, destinati ad aprire la possibilità e la prospettiva per una nuova fase. In questa nuova fase della storia sarà possibile costruire un mondo di pace duratura e permanente. La lotta per la pace è indissolubile dalla necessità di demolire il capitalismo e le sue criminali istituzioni e di lottare per il socialismo. La pace sarà possibile soltanto quando le rivoluzioni e il socialismo avranno eliminato le cause della guerra - il capitalismo e l'imperialismo.
Viviamo nella fase dell'imperialismo. Il mondo è spartito tra monopoli finanziari capitalisti. Questi monopoli sono in lotta per redistribuire il mondo tra loro, devono competere per le fonti di materie prime, per le aree di investimento ed esportazione di capitali, per i mercati e per la manodopera a basso costo. Trasformano i Paesi in colonie, semi-colonie e Paesi dipendenti. In questa competizione per la spartizione del mondo, i monopoli più forti possono sopravvivere soltanto scatenando guerre di aggressione e di annessione, allo scopo di eliminare i più deboli.
Queste guerre potranno essere fermate una volta per tutte soltanto quando i partiti rivoluzionari della classe operaia di tutto il mondo rovesceranno gli Stati capitalisti e daranno vita a società socialiste, in cui i mezzi di produzione apparterranno alla classe operaia e ai lavoratori.
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