www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 07-12-23 - n. 884

23° IMCWP: Contributo del Partito Comunista Tedesco

Partito Comunista Tedesco (DKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/10/2023

23° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

20-22/10/2023, Izmir (Smirne),Turchia

Sul tema: Le battaglie politiche e ideologiche per affrontare i capitalisti e l'imperialismo. I compiti dei comunisti di informare e mobilitare la classe operaia, i giovani, le donne e gli intellettuali nella lotta contro lo sfruttamento, l'oppressione, le menzogne imperialiste e il revisionismo storico; per i diritti sociali e democratici dei lavoratori e dei popoli; contro il militarismo e la guerra, per la pace e il socialismo.

* * *

Cari compagni,

Innanzitutto vorrei ringraziare il Partito Comunista di Turchia per aver organizzato questo incontro.

La guerra in Ucraina, che è la guerra della NATO contro la Russia ed è indirizzata anche contro la RPC, ha chiarito una volta di più come per noi comunisti sia assolutamente necessaria un'analisi dell'epoca attuale e delle contraddizioni che essa presenta.

Sappiamo tutti che nell'ambito del movimento comunista vi sono visioni divergenti al riguardo.

Ciò riguarda da un lato l'analisi della fase imperialista del capitalismo stesso. Il punto in discussione qui è se siamo di fronte a un sistema mondiale imperialista uniforme, in cui ogni Stato capitalista è essenzialmente imperialista, o se invece la situazione sia assai più diversificata e contraddittoria. A nostro avviso, il colonialismo e il neocolonialismo sono inseparabili dall'imperialismo. Già Lenin indicò casi diversi di oppressione coloniale e nazionale. L'essenza di tutto ciò non è cambiata. Molte colonie hanno avuto modo di liberarsi, ma sono successivamente cadute in una nuova forma di dipendenza, che non si manifestava più come oppressione diretta da parte della potenza coloniale, ma come dipendenza economica - che tuttavia non esclude affatto l'intervento militare, come vediamo di continuo oggigiorno, per esempio nel caso del Niger.

La sconfitta del socialismo nell'Unione Sovietica e nell'Europa orientale ha fatto sì che l'imperialismo ravvisasse - e ravvisi tuttora - in queste regioni nuovi territori da assoggettare al suo dominio. Questi piani, per esempio in relazione a una spartizione della Russia o dell'Unione Sovietica, erano da lungo tempo accarezzati dall'imperialismo. La controrivoluzione ha determinato nuove dipendenze di carattere neocoloniale e una differenziazione nell'ambito della nuova borghesia emergente, nonché una lotta tuttora in corso contro questa nuova dipendenza neocoloniale.

Riteniamo importante analizzare ulteriormente il neocolonialismo e la lotta anticoloniale nell'epoca odierna. A nostro avviso, la lotta anticoloniale e le lotte di liberazione nazionale continuano a svolgere un ruolo importante.

Ciò non può essere separato da un'analisi dell'importanza della creazione di un ordine mondiale multipolare, perseguito non soltanto dalla RPC e della Federazione Russa, ma anche da diversi altri Paesi che si stanno liberando dalla dipendenza neocoloniale o stanno tentando di preservare la propria sovranità nazionale. A nostro avviso, un ordine mondiale multipolare - data l'aggressività dell'imperialismo - non è affatto di per sé più pacifico di un ordine unipolare, ma offre a molti Paesi la possibilità di svilupparsi in modo più indipendente dall'imperialismo. Un esempio è offerto dalla cooperazione dei BRICS, dall'iniziativa Nuova Via della Seta della RPC o dalla cooperazione della RPC con diversi Paesi africani. Tale opportunità migliora le possibilità della lotta di classe in questi Paesi e crea condizioni più favorevoli per la lotta per la liberazione nazionale, per la sovranità, per lo sviluppo delle forze produttive e - in ultima analisi - per il socialismo. Già ora essa limita le possibilità di azione e il potere dell'imperialismo, e potrebbe farlo in modo ancor più marcato in futuro.

Al momento, tuttavia, questo non riesce ancora a limitare l'aggressività dell'imperialismo. Questo vale anche per l'imperialismo tedesco. Si tratta di un imperialismo aggressivo che svolge un ruolo oppressivo sia nei riguardi dei Paesi economicamente più deboli dell'UE - di cui esso rappresenta la potenza principale - sia, per esempio, nei riguardi dei Paesi africani. Nondimeno, esso è per ora troppo debole per rappresentare nell'immediato futuro un concorrente paritario rispetto all'imperialismo USA. Ciò vale in particolare sul piano militare e in relazione alla sua esperienza limitata nel campo delle operazioni di guerra imperialista. In ambito UE si registra inoltre una rivalità tra l'imperialismo tedesco e quello francese, decisamente più attrezzato sul piano militare. L'attuale subordinazione all'imperialismo USA, malgrado tutti gli svantaggi economici che essa comporta, rappresenta una scelta deliberata. Le componenti attualmente dominanti del capitale monopolistico tedesco fanno affidamento sul predominio della NATO come precondizione per una futura scalata al potere mondiale, e molte sue componenti - oltre all'industria degli armamenti e alle corporation dell'energia - traggono beneficio dalla situazione attuale. Le componenti del capitale monopolistico che puntano sulla realizzazione di profitti in Cina non sono attualmente dominanti in Germania.

Sul piano interno, questa tendenza, che conduce all'impoverimento di una parte sempre crescente della popolazione lavoratrice, implica tra l'altro lo smantellamento dei diritti democratci e un ulteriore rafforzamento della propaganda anti-russa (che è da sempre collegata alla propaganda anti-sovietica). Tale propaganda è uno degli strumenti atti a mantenere tranquillo il fronte interno, a prevenire proteste contro la guerra e i tagli allo Stato sociale e a cooptare i sindacati. A ciò si collegano i tentativi in parte riusciti di coinvolgere parte del movimento antifascista nelle politiche imperialiste propagandando una «lotta control la destra», contro la formazione populista di destra AfD, e contro le presunte aperture alla destra all'interno del movimento per la pace - una lotta da combattere insieme ai partiti che stanno attualmente attuando una svolta a destra nei governi federali e statali tedeschi.

Di conseguenza, la battaglia contro la politica guerrafondaia della NATO, contro le spese per gli armamenti in costante aumento, per lo slogan «La Germania fuori dalla NATO - Pace con la Russia e con la Cina», è uno dei nostri fronti di lotta cruciali. Riteniamo nostro compito collegare tale battaglia alla lotta del movimento operaio e sindacale contro il crollo dei salari reali e lo smantellamento dei diritti sociali. Non si tratta di un compito facile, dal momento che attualmente ampi settori del movimento sindacale - nonché del partito Die Linke - e in particolare i loro vertici, si lasciano irretire dalla politica dell'imperialismo tedesco. Per poter svolgere questo compito, dobbiamo lavorare allo scopo di rendere consapevole un maggior numero di persone del fatto che soltanto il cammino verso il socialismo è in grado di risolvere i problemi. Continueremo a lavorare su questo fronte, il che implica anche lavorare per il rafforzamento del nostro partito.


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