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Emancipazione della donna e lotta di classe

Partito del Lavoro d'Austria | parteiderarbeit.at
Traduzione dal tedesco per Resistenze.org a cura di Enzo Pellegrin

05/03/2024

Contributo del Partito del Lavoro d'Austria (PdA) alla teleconferenza dell'Azione Comunista Europea (ECA): "Intensifichiamo la lotta per l'emancipazione delle donne, contro l'UE e il sistema di sfruttamento capitalista e le guerre imperialiste!", 25 febbraio 2024


Il monumento alla Krupskaja e a Lenin a Mosca, fonte: Lesio, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Cari compagni!

Non è un segreto che nella nostra società le donne abbiano difficoltà rispetto agli uomini: ricevono salari più bassi, lavori peggiori e pensioni più basse. Persino il sistema di istruzione e formazione è progettato per creare disuguaglianza. Inoltre, le donne sopportano il peso del lavoro non retribuito, il lavoro riproduttivo, soprattutto in casa ed eventualmente nella cura dei bambini e nell'assistenza familiare agli anziani o ai malati. Prevalgono strutture e gerarchie patriarcali, caratterizzate da discriminazione, sessismo e violenza.

Vorremmo sottolineare questo aspetto con alcuni dati provenienti dall'Austria. Il divario retributivo tra i sessi in Austria è superiore al 18%, ben al di sopra della media europea. Le donne guadagnano quindi meno degli uomini di questa percentuale. Dopo il pensionamento, le cose peggiorano ulteriormente: in media, una donna riceve il 40% in meno di pensione rispetto a un uomo e più della metà di tutte le pensionate vive al di sotto della soglia di povertà. IL 63 % delle donne svolgono (in aggiunta al proprio lavoro o come occupazione principale n.d.r.) lavori domestici e quasi il 70% si occupano della della cura dei bambini. Il 46% delle ragazze e delle donne austriache ha subito discriminazioni a scuola, all'università o sul posto di lavoro. Il 74% di tutte le donne ha subito molestie sessuali, il 29% violenza sessuale e il 7% di tutte le donne è stato vittima di stupro. Il tasso di condanna per gli autori dei reati è solo di poco superiore al dieci per cento. L'anno scorso in Austria ci sono stati 28 femminicidi - anche questo è un record spiacevole per l'UE. E dobbiamo aggiungere: solo l'altro ieri, venerdì scorso [23 febbraio 2024], abbiamo registrato cinque femminicidi nell'arco di 24 ore nella sola Vienna. - Questa è la realtà in Austria, in un Paese altamente sviluppato, come generalmente si crede.

Come comunisti, sappiamo fin troppo bene che tutto questo non è una coincidenza, ma il risultato dello sviluppo della società classista. Il capitalismo si basa sullo sfruttamento delle donne in particolare e sul mantenimento di un rapporto speciale di oppressione a questo scopo. La resistenza alle condizioni di prevaricazione e la lotta coerente per migliorare la situazione e i diritti delle donne sono quindi necessarie. Il movimento di emancipazione della donna ha ottenuto molti risultati in questo senso, ma il sistema di dominio capitalista impedisce una completa uguaglianza di genere.

Pertanto, la lotta per la completa liberazione delle donne è una parte necessaria della lotta di classe rivoluzionaria per il socialismo, che deve essere condotta dalle donne e dagli uomini della classe operaia in egual misura. Di conseguenza, il Partito del Lavoro d'Austria ha dichiarato nei suoi principi programmatici all'articolo 10 che:

"Il PdA è un partito per l'emancipazione femminile. Ritiene la lotta per la completa uguaglianza, autodeterminazione e liberazione delle donne come parte obbligatoria della lotta di classe della classe operaia per i suoi diritti e per il socialismo. Il PdA rifiuta la discriminazione di genere, il sessismo, i modelli reazionari e le gerarchie patriarcali e si impegna a superarli".

In questo contesto, è ovvio che prendiamo le distanze dal femminismo borghese. Non ci interessa sapere quanti amministratori delegati delle maggiori banche e aziende austriache siano donne. Né ci interessa sapere quante donne fanno parte del governo federale borghese o se le donne possono fare "carriera" nelle forze armate. Non si tratta di "interessi generali delle donne" neutrali rispetto alla classe, che rappresenteremmo indipendentemente dalle questioni sociali e patrimoniali del capitalismo.

Lo sappiamo: La completa liberazione delle donne e l'uguaglianza di genere richiedono la realizzazione del socialismo e del comunismo. Per questo il nostro motto è: la lotta per la liberazione delle donne significa lotta di classe!


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