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Azione Comunista Europea: La lotta dei comunisti contro il fascismo - Contributo del PCRF

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) | eurcomact.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/05/2024

Azione Comunista Europea (ECA) - Incontro su: Conclusioni storiche dalle tattiche dei fronti antifascisti. La lotta contemporanea dei comunisti contro il fascismo - Contributo del PCRF - Le Parti Communiste Révolutionnaire de France

Madrid, 11/05/2024

Qualunque sia la sua forma, lo Stato capitalista ha sempre lo stesso contenuto di classe: la dittatura del capitale, che consente alla borghesia di monopolizzare i mezzi di produzione e di scambio. La dittatura del capitale sotto la guida dell'oligarchia finanziaria è una democrazia per pochi, una dittatura per la maggioranza sfruttata e oppressa.

Nell'ambito dell'imperialismo, la fase mondiale del capitalismo monopolistico, la dittatura dei monopoli comprime o liquida le caratteristiche principali della democrazia borghese. I marxisti ritengono che se la classe operaia e i lavoratori non possono rimanere indifferenti o passivi di fronte alle costituzioni borghesi, al di là di alcune concessioni che possono essere ottenute, gli articoli costituzionali sono la copertura legale per legittimare la proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio, per proteggere il potere dei monopoli.

Tutte le forme di dominio capitalistico sono quindi forme dello stesso contenuto di dittatura di classe: democrazia borghese, Repubblica e fascismo implicano tutti questa violenza di classe. Nel sistema democratico-borghese, non tutte le esplosione di violenza e repressione da parte delle forze armate è necessariamente fascismo. In questa fase dell'esercizio della violenza, il capitale cerca attivamente l'appoggio delle forze riformiste, quando non sono esse stesse ad attuare la repressione per conto della borghesia. Il grado di violenza espresso dalla dittatura fascista del capitale è finalizzato allo schiacciamento terroristico di tutte le forme di lotta della classe operaia, dei lavoratori e anche degli strati legati alla democrazia borghese, allo schiacciamento tramite assassinio, alla deportazione dei militanti e alla messa al bando di tutte le attività legali dei partiti comunisti e riformisti. Non si tratta semplicemente della sostituzione di un governo borghese con un altro, ma di una nuova forma di dittatura del capitale monopolistico, di un salto di qualità.

Questa differenza nel grado di violenza ha dato origine a illusioni opportuniste nel movimento comunista e operaio:
- negare che la forma democratico-borghese possa generare repressione,
- favorire gradualmente il rifiuto della teoria marxista dello Stato sulla necessità della dittatura del proletariato, "di una rivoluzione che rompa l'apparato dello Stato borghese, compreso quello della democrazia borghese". Nella Francia contemporanea, la democrazia borghese è la forma attualmente assunta dalla dittatura del capitale. La propaganda delle forze politiche sociali ostili al capitalismo è tollerata (purché il pericolo rivoluzionario sia contenuto), ma l'intera sovrastruttura e le infrastrutture sono nelle mani del capitale.

I leninisti hanno sempre sostenuto un fronte unito alla base e in azione con i lavoratori socialdemocratici in difesa delle rivendicazioni sociali e democratiche. Il fronte unito implica comunque la denuncia delle leadership e delle posizioni riformiste e socialdemocratiche. L'obiettivo del fronte unito è quello di sottrarre i lavoratori all'influenza dei loro leader, difensori del sistema capitalistico, e conquistarli alla lotta di classe.

Nella lotta contro il fascismo, la contraddizione principale era quella tra fascismo e democrazia borghese, che costituiva una deviazione dai compiti strategici finali, imposta dalle circostanze degli anni '30 con la richiesta di un fronte unito, anche temporaneamente "al vertice" per compiti parziali e transitori. Nell'attuare questa tattica del Fronte Popolare, il Partito Comunista Francese (PCF) ha avuto grandi meriti, come quello di aver impedito la vittoria del fascismo nel 1936 e di aver contribuito alle lotte di classe che hanno ottenuto importanti conquiste sociali. Il desiderio di unità era notevole, ma non sarebbe stato sufficiente senza il coinvolgimento dal basso delle forze del lavoro.

Tuttavia, fu nell'applicazione delle tattiche del Fronte Popolare che si riattivarono alcune vecchie deviazioni del movimento operaio francese, come la tendenza del PCF a presentarsi come una continuazione della "grande Rivoluzione francese" del 1789, o la propensione al "nazionalismo repubblicano", con una ripresa delle idee di Jaures della "missione storica e universale della Francia". Con il Fronte Popolare, come con la Resistenza antifascista, il PCF trovò estremamente difficile collegare i compiti antifascisti del momento con le prospettive socialiste rivoluzionarie.

Ancora una volta, nel movimento operaio rivoluzionario francese si tese ad assolutizzare i compiti intermedi senza collegarli ai compiti strategici rivoluzionari. Gli storiografi trotskisti e maoisti fanno riferimento al "tradimento" o al riformismo di queste tattiche da parte dell'Internazionale Comunista e del PCF ignorando la tesi di Marx e Lenin sulla subordinazione degli interessi particolari di uno specifico proletariato agli interessi generali e internazionali del movimento comunista, che in quel periodo erano la difesa dell'URSS come primo Stato socialista del mondo. In Francia, alle deviazioni nell'applicazione della nuova tattica del fronte unito contro il fascismo si aggiunse l'interruzione della bolscevizzazione del PCF, troppo breve per essere "completata", che avrebbe pesato per tutta la sua storia, favorendo in seguito la vittoria dell'opportunismo.

Quali sono le condizioni oggettive oggi? Il fascismo fu la risposta dei circoli monopolistici più reazionari alla Rivoluzione d'Ottobre del '17, all'esistenza in quegli anni dell'URSS, che stava costruendo le basi economiche del socialismo, e alla costante paura del capitale di un "contagio" rivoluzionario. Dal punto di vista politico, il movimento operaio e i partiti comunisti godevano di grande simpatia. I partiti fascisti miravano a usare il "terrore bianco" per schiacciare le lotte di classe, il movimento operaio e gli scioperi per facilitare l'attuazione della strategia della borghesia monopolistica. Gli obiettivi tattici dei partiti comunisti e del movimento operaio furono rivisti alla luce delle nuove condizioni oggettive di lotta: l'alternativa (provvisoria) non era tra dittatura del proletariato o democrazia borghese, ma tra fascismo o difesa/sviluppo dei diritti e delle libertà democratiche. Questa "deviazione" tattica aveva lo scopo di applicare il concetto leninista del legame tra lotta per la democrazia e lotta per il socialismo, ma era necessaria perché le classi medie erano attratte dalla demagogia fascista, che avrebbe isolato il proletariato, consegnandolo al terrore dell'oligarchia finanziaria e permettendo così la vittoria fascista. Non era questa deviazione tattica a essere sbagliata, ma la sua applicazione a essere fraintesa o inadeguata. Questa tattica doveva essere strategicamente collegata alla lotta rivoluzionaria per il socialismo.

Oggi le condizioni oggettive non sono più le stesse: la contraddizione principale è capitale/lavoro, non democrazia/fascismo. Inoltre, si è creata una nuova confusione a causa della nostra incapacità di assimilare la fase imperialista, mettendo in primo piano la lotta contro il fascismo e quindi le alleanze da stringere. In effetti, il termine fascistizzazione è spesso usato in modo improprio dagli opportunisti (così come l'imperialismo, del resto). La fascistizzazione, come definita dall'Internazionale Comunista, non è né il fascismo né la strada per il fascismo. È la violazione - intrinseca alla fase imperialista del capitalismo - delle proprie leggi borghesi da parte dell'oligarchia finanziaria, è un atteggiamento reazionario trasversale, una contraddizione interna allo Stato borghese per mantenere il proprio dominio. Quindi, pur comprendendo la riluttanza dei compagni a usare questo termine, esso apre una migliore comprensione della dittatura del capitale nella sua fase monopolistica, impedendo all'analisi di erigere un muro tra democrazia borghese e fascismo, e al contrario ricordandoci lo stesso contenuto. Se il concetto di fascistizzazione ci permette di comprendere lo Stato in questo modo, ci permette anche di capire il suo antagonismo alle richieste democratiche degli sfruttati.

La contraddizione tra la democrazia formale e limitata dei capitalisti e le aspirazioni dei lavoratori a una democrazia propria, l'aspirazione a gestire la propria vita quotidiana e il proprio futuro a tutti i livelli, è amplificata dall'imperialismo. Questa espropriazione dei diritti democratici, di cui i lavoratori sono vittime, dall'azienda allo Stato, passando per il territorio, implica per i comunisti il compito di garantire lotte per i diritti democratici basate sull'aspirazione alla partecipazione e alla trasparenza negli affari pubblici. Da questo punto di vista, i comunisti hanno una duplice missione: difendere, sviluppare e consolidare tutte le forme di democrazia diretta di base (consigli, comitati, ecc.) e utilizzare queste stesse aspirazioni per dimostrare che la democrazia borghese è la democrazia dei proprietari del capitale, la negazione della democrazia dei lavoratori. I marxisti-leninisti, seguendo le orme di Marx e Lenin, credono che la lotta per consolidare e conquistare i diritti democratici favorisca lo sviluppo della lotta di classe, dia ai lavoratori fiducia nella propria forza e rimuova ogni illusione sulle cause della loro sofferenza.

La sua condizione strategica è che i comunisti colleghino la lotta per la democrazia alla denuncia dei limiti della democrazia borghese, a causa del suo contenuto di classe, e si educhino all'idea che il democratismo radicale trova la sua realizzazione nella rivoluzione socialista e nella democrazia operaia e popolare.

Le condizioni della controrivoluzione mondiale e le condizioni soggettive specifiche di ogni paese fanno sì che la conquista di questi obiettivi e la lotta contro il fascismo richiedano la costruzione, il riconoscimento e il rafforzamento del nostro Partito Comunista, che in Francia è solo allo stadio embrionale, e la crescente consapevolezza che la classe operaia è l'unica classe in grado di sconfiggere il fascismo, perché è l'unica classe in grado, con il suo Partito, di sconfiggere il capitalismo.


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