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Risoluzioni del 14° Congresso del TKP

Partito Comunista di Turchia (TKP) | tkp.org.tr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/09/2024

Queste risoluzioni sono state adottate dalla conferenza del 14° Congresso del TKP tenutasi il 7-8 settembre 2024.

Risoluzione N. 1: Estendere la lotta contro le finanziarie

La classe capitalista turca sfrutta tutte le risorse del Paese. Grazie alle opportunità fornite dallo Stato mediante incentivi, privilegi e concessioni, i padroni realizzano grandi profitti. Mentre lavoratori, pensionati e disoccupati si indebitano, i monopoli e le finanziarie aumentano i loro profitti, e le famiglie che ne sono proprietarie accrescono la loro ricchezza e vivono nel lusso. Porre fine a questa enorme rapina basata sullo sfruttamento dei lavoratori è la ragion d'essere del Partito Comunista di Turchia.

Tenendo conto delle conseguenze ancor più gravi per i nostri lavoratori del programma economico recentemente attuato, il nostro partito ha condotto una lotta contro questa rapina, ponendo al centro le finanziarie. Questa lotta, condotta con vari strumenti e azioni contro i monopoli, ha non soltanto smascherato gli enormi profitti ricavati dalle imprese, ma ha anche dimostrato concretamente che è possibile eliminare la grande diseguaglianza attualmente esistente, e che vi sono risorse sufficienti per farlo. La lotta del TKP ha riscosso attenzione e creato un impatto, nonostante la forte censura applicata contro di essa.

A tale riguardo, il partito si impegna a fare quanto segue:

1. Espandere e proseguire la lotta contro le finanziarie lanciata lo scorso giugno con lo slogan "Che le finanziarie sacrifichino i profitti e le risorse per il nostro popolo".

2. Sulla base dei compiti definiti dal rapporto politico del 14° Congresso, denunciare l'accumulazione di capitali, i profitti, gli incentivi e le risorse finanziarie di specifiche finanziarie e imprese a esse affiliate, oltre alla ricchezza delle famiglie proprietarie.

3. Confrontare i risultati del programma economico attuato sotto la direzione di Mehmet Şimşek, ministro del Tesoro e delle Finanze, favorevoli agli interessi delle finanziarie e delle imprese a esse affiliate, con i costi imposti ai lavoratori. Diffondere attivamente questo raffronto con ogni mezzo.

4. Inserire la lotta contro le finanziarie nell'ambito della "mobilitazione per la presa di coscienza rivolta alla classe operaia" definita dal rapporto politico del 14° Congresso. Pianificare e attuare iniziative concrete in grado di rafforzare questa lotta, specie nel campo dell'istruzione, della cultura e dell'arte.

5. Rafforzare l'appello all'organizzazione rivolto ai lavoratori di specifiche finanziarie e delle imprese a esse affiliate. Assegnare compiti aggiuntivi ai membri del partito e ai volontari che lavorano in queste imprese. Sviluppare rapporti con i lavoratori che sono in contatto con il partito. Individuare nuovi luoghi di lavoro in cui attuare l'organizzazione.

Risoluzione N. 2: No alla NATO e alla guerra imperialista

1. Rompere con gli accordi e le istituzioni imperialiste sarà una delle prime iniziative e atti concreti del nostro governo socialista, e nell'ambito di tale programma la Turchia uscirà dalla NATO. Tuttavia, la richiesta di uscita dalla NATO costituisce un ambito di lotta urgente e prioritario anche oggi. Il TKP svolgerà il proprio compito in questo ambito.

2. La diffusa reazione contro l'imperialismo USA e contro la NATO nella società viene attualmente contaminata e resa inefficace da settori nazionalisti e islamisti e dalla politica borghese nel suo insieme, per mezzo di ipocrisie, discorsi demagogici, "pragmatismo", razzismo e xenofobia. L'intera storia del governo dell'AKP brulica di esempi di politiche spregiudicate che oscillano tra il mercanteggiamento e la resa nei confronti degli Stati Uniti e di altri Paesi imperialisti - politiche che vengono spacciate per prese di posizione a favore di interessi locali e nazionali. Il Partito Comunista di Turchia ha il dovere di sventare questa demagogia e queste menzogne.

3. Un ampio settore politico che va dai liberali ai socialdemocratici sostiene che la Turchia si allontanerebbe dalla modernità e dalla democrazia se abbandonasse la NATO. Tale affermazione può essere smentita soltanto su una base di classe, dimostrando a livello sociale che la NATO è un'organizzazione aggressiva dei monopoli multinazionali contro i lavoratori. Nell'immediato futuro, il TKP ingaggerà una lotta incessante contro questo tipo di propaganda filo-NATO.

4. La NATO non è soltanto un'alleanza militare, ma anche uno strumento generale di tutela imperialista che influenza i Paesi membri sul piano politico, culturale, economico e ideologico. Grazie a queste caratteristiche, la NATO ha la capacità di influenzare i Paesi membri non soltanto dall'esterno, ma anche dall'interno. Il TKP farà di tutto per screditare agli occhi del popolo le tendenze filo-NATO e parallelamente le tendenze filo-americane, europeiste e liberali in Turchia. In tal senso, il partito svolgerà propaganda sul fatto che attraverso il socialismo è possibile conquistare non soltanto l'indipendenza, ma anche un'esistenza civile, umana e sviluppata.

5. Il rischio che la Turchia venga trascinata in una guerra imperialista di saccheggio al guinzaglio della NATO non va sottovalutato. Alla sete di profitto dei monopoli imperialisti non va sacrificata la vita di uno solo dei nostri giovani. A tale scopo, il TKP amplierà i contatti con tutti gli ambienti della classe lavoratrice patriottica turca e intensificherà la lotta contro la NATO e contro la guerra imperialista. Il TKP lancerà una mobilitazione insieme a tutte le sue organizzazioni per la marcia organizzata dall'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo della Turchia con lo slogan "No alla NATO e alla guerra imperialista", che partirà da Istanbul il 15 settembre per concludersi a İncirlik il 28 settembre. La marcia sarà seguita da dibattiti contro la NATO e la guerra che si terranno in numerose località della Turchia nei mesi di settembre e ottobre, e una mostra con lo stesso titolo con cartoni animati e dipinti, lanciata in formato digitale il 1° settembre, incontrerà i nostri cittadini in molte città. Questa iniziativa si concluderà con una grande manifestazione che avrà luogo a Istanbul il 3 novembre.

Risoluzione N. 3: Lottare per un sistema sociale laico

1. Il Partito Comunista di Turchia (TKP) concepisce il principio della laicità nel senso che la vita sociale e politica e gli affari dello Stato non devono basarsi, né del tutto né in parte, sulla religione e su precetti religiosi. Il partito sostiene che la fede religiosa è una scelta individuale; che ogni cittadino è libero di credere a qualunque religione o di non credere affatto, e di esprimere o meno la sua fede. Contrasta e combatte i politici e i funzionari pubblici che utilizzano linguaggi, narrazioni o azioni che sfruttano la religione. Inoltre, contrasta e combatte la trasformazione della fede religiosa in un oggetto di imposizione sociale.

2. Il partito denuncia ogni parola e ogni azione reazionaria e anti-laica della Presidenza degli Affari Religiosi, ed è impegnato in una lotta per lo scioglimento della Presidenza degli Affari Religiosi, che si è trasformata nello strumento centrale per l'organizzazione della reazione religiosa nella vita sociale.

3. Qualunque organizzazione istituita da gruppi religiosi per fini politici, ideologici o economici diversi dalla riunione per motivi di culto e finalizzata alla confessionalizzazione della vita sociale va considerata illegittima e contraria al sistema sociale laico. È compito primario delle organizzazioni del TKP denunciare le attività di tutte le sette e le organizzazioni religiose all'interno dello Stato, nella vita politica e sociale, e inserire tra i propri obiettivi di lotta lo scioglimento di tutte le sette e le organizzazioni religiose. Le Case Distrettuali e le Case dei Lavoratori seguiranno ogni sorta di attività delle sette e delle organizzazioni religiose, in particolare i corsi sul Corano e i dormitori che si rivolgono ai bambini nei rispettivi quartieri e distretti, e condurranno una lotta contro queste organizzazioni reazionarie. Verrà inoltre combattuta la tesi liberale secondo cui queste organizzazioni reazionarie sarebbero parte della democrazia o della società civile.

4. Il TKP è contrario ai corsi obbligatori di religione e all'istruzione religiosa dei bambini al disotto dei 16 anni a scuola o fuori, e sostiene che l'istruzione religiosa va considerata un tema che rientra esclusivamente nella storia e nelle scienze sociali. In questo contesto, nella scuola primaria e secondaria, il nostro compito primario sarà combattere l'introduzione dell'istruzione religiosa obbligatoria, le scuole Imam Hatip, l'obbligo per i bambini di frequentare corsi aggiuntivi di religione spacciati per corsi facoltativi, i programmi anti-scientifici e anti-laici contenuti nel "Modello Educativo per il Secolo Turco" che entrerà in vigore nell'anno scolastico 2024-2025, le attività delle sette religiose condotte nelle scuole nell'ambito del programma "Sono sensibile al mio ambiente e proteggo i miei valori" (ÇEDES) e l'inserimento nelle scuole di funzionari religiosi affiliati alla Presidenza degli Affari Religiosi.

Le Case Distrettuali e le Case dei Lavoratori organizzeranno incontri informativi per genitori, insegnanti e studenti delle scuole superiori, e verranno organizzati incontri per dare vita a reti locali per la tutela dei nostri figli contro ogni sorta di attività religiose e contenuti reazionari e per la difesa dell'istruzione scientifica e laica. Le Case Distrettuali e le Case dei Lavoratori attueranno iniziative a sostegno dell'istruzione e della formazione dei bambini sulla base del principio dell'istruzione scientifica e laica.

Risoluzione N. 4: No alla droga: Aumentare la dose di vita

1. Non tollereremo che i nostri giovani e i nostri cittadini si droghino. Il traffico di droga, oltre a essere divenuto un importante settore economico, costituisce anche uno degli strumenti utilizzati dall'attuale sistema per corrompere la società e costringerla all'obbedienza. Il partito e la sua organizzazione giovanile, la Gioventù Comunista di Turchia, sono decisi a non restare a guardare e a non restare in silenzio.

2. I guadagni ricavati dal traffico di droga non riguardano soltanto la malavita, e la ricchezza accumulata con questi mezzi non può essere considerata soltanto a livello di "denaro sporco". Come avviene in tutto il mondo, il traffico di droga viene utilizzato in Turchia come mezzo di accumulazione di capitali, e la ricchezza creata in questo losco settore viene considerata una risorsa anche in settori teoricamente più prestigiosi e "puliti". Una delle ragioni cruciali per cui il traffico di droga non può essere impedito è che il sistema capitalista ha bisogno di questi enormi guadagni ottenuti avvelenando il popolo.

3. Il traffico di droga può essere in gran parte eliminato da un governo determinato. Lo dimostra l'esperienza dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Grazie a interventi risoluti e al sistema socialista in sé, la droga cessò per lungo tempo di costituire un problema diffuso nell'Unione Sovietica. Quando l'Unione Sovietica crollò, i signori della droga sciamarono verso le repubbliche ex-sovietiche. Il socialismo ci fa vivere, il capitalismo ci uccide. Oggi non esiste un solo Paese capitalista che abbia risolto il problema della droga. La minaccia della droga è un'ulteriore argomento a favore del crollo del capitalismo.

4. Dobbiamo domandarci perché le forze di sicurezza, che si vantano del fatto che "non si muove foglia" senza che lo vengano a sapere, non siano state in grado di impedire l'aumento della diffusione della droga in Turchia, e dobbiamo affrontare questo problema. Il consumo di droga si è diffuso fino alla scuola primaria, e grazie alla varietà di veleni offerti dal mercato esistono varie opzioni accessibili sia ai ricchi sia ai poveri. Mentre molti giovani lavoratori devono affrontare un pesante sfruttamento e la miseria e tentano di alleviare la loro disperazione con la droga, i giovani studenti entrano nello stesso vicolo cieco in quanto sentono di non avere un futuro. È così: questo sistema avvelena i nostri giovani, e in tal modo fa soldi e al tempo stesso crea le condizioni perché essi si sottomettano allo sfruttamento, all'ingiustizia e alla disonestà. Dobbiamo inchiodare alle proprie responsabilità ogni colpevole di questo crimine.

5. La battaglia ideologica contro coloro che tentano di presentare l'uso di droga come una liberazione, e che dividono le droghe in dannose e innocue - entrambe definizioni scientificamente non corrette - è parte della lotta contro la droga. La lotta contro la droga verrà condotta insieme alla lotta contro ogni tipo di dipendenza, e il partito mobiliterà tutte le sue risorse affinché i nostri giovani riescano a rompere l'assedio portato da un lato dalle sette e dall'altro dalla dipendenza dalle sostanze, dal gioco d'azzardo e da altre abitudini analoghe.

6. Durante l'ultimo anno scolastico, la Gioventù Comunista di Turchia ha lanciato una lotta a più livelli contro le dipendenze con lo slogan "Aumentare la dose di vita", e in questa occasione si è impegnata a creare aree chiuse alla droga dando vita a nuovi spazi ricreativi per i giovani con attività artistiche, culturali e sportive, iniziando dalle periferie; in questo contesto ha intensificato la battaglia politica e ideologica. Questa lotta continuerà con metodi ancor più efficaci. Lo slogan "Aumentare la dose di vita" verrà diffuso in tutti i quartieri operai, fuori dalle università e dalle scuole superiori, e in queste aree verranno creati spazi chiusi alla droga, a partire dai nostri quartieri.

7. Il TKP ha deciso nel suo 14° Congresso di intraprendere una dura battaglia contro la droga in tutta la Turchia attraverso le sue Case Distrettuali, unendo le forze con le organizzazioni locali e giovanili. Interverremo con tutta la nostra forza per assicurarci che le case dei poveri non siano oggetto di colpi d'arma da fuoco, che i figli dei lavoratori non vengano avvelenati e che le bande di spacciatori non possano circolare a piacimento in nessun quartiere in cui è presente il TKP, e non permetteremo loro di mandare in rovina la nostra classe operaia. Aumenteremo la Dose di Vita contro la Droga!

Risoluzione N. 5: Continuare a monitorare le amministrazioni locali

1. Le organizzazioni del partito monitoreranno le amministrazioni locali di ogni distretto e quartiere in cui operano. All'interno dell'organizzazione verranno assegnati incarichi in questo ambito.

2. Le riunioni dei consigli municipali tenute all'inizio di ogni mese nei distretti in cui operano le organizzazioni devono essere monitorate. Gli esiti delle riunioni dei consigli verranno esaminati in funzione dei programmi di ciascuna località e concentrandosi sugli obiettivi di lotta.

3. L'obiettivo è creare reti di solidarietà tra i dipendenti comunali. Queste reti, oltre a consentire il lavoro di organizzazione all'interno dei comuni, permetteranno inoltre l'estensione delle reti di informazione e dei contatti a fini di monitoraggio delle amministrazioni locali.

4. Le organizzazioni locali devono redigere un elenco degli stabili passibili di essere affittati all'interno dei confini di ciascun comune. Una volta identificate queste aree, andranno raccolte informazioni sui legami tra la municipalità e le imprese. Dovrà essere stabilita la relazione tra le aree passibili di essere affittate e le esigenze locali, e la lotta contro gli affitti dovrà essere inserita nel programma locale concentrandosi sulle esigenze della popolazione.

5. Benché collegata alla questione degli affitti, la riqualificazione urbana, che rientra direttamente nei programmi delle amministrazioni locali, richiede un'attenzione particolare. Gli interventi di riqualificazione urbana, grandi progetti avviati nel contesto degli interventi per il terremoto, costituiscono un'importante ambito di profitto. Questi progetti si concentrano soprattutto su quartieri poveri situati nel centro delle città o nei pressi. Tutte le organizzazioni dovranno identificare i quartieri in questione nel loro settore e impegnarsi a creare canali di intervento in questi quartieri.

6. Le nostre organizzazioni dovranno identificare le aree di raccolta di emergenza per i terremoti direttamente collegate ai progetti di riqualificazione urbana a fini di profitto. Verrà stabilito se tali aree siano aperte al profitto attraverso vari mezzi quali bar, parcheggi eccetera. Se necessario, dovranno essere richieste nuove aree di raccolta di emergenza per i terremoti e si condurrà una lotta sul tema.

7. A prescindere dal fatto che le amministrazioni locali siano controllate dal partito di governo o dall'opposizione, le organizzazioni dovranno indagare sui legami di tutte le municipalità con le sette religiose. Le organizzazioni dovranno seguire e smascherare attività quali consulenze, concessione di risorse locali alle sette e coinvolgimento di esponenti delle sette nelle attività sociali ed educativi delle municipalità, e intensificare la lotta per la laicità.

8. Le nostre organizzazioni rafforzeranno l'attività dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo della Turchia nel monitoraggio delle amministrazioni locali e faranno del loro meglio per assicurare che i consigli locali operino come "amministrazioni comunali ombra".

Risoluzione N. 6: La nostra priorità nella solidarietà con Cuba è la lotta contro il blocco

La Rivoluzione Cubana combatte senza sosta da 65 anni. Tale lotta è stata condotta per più di sessant'anni in condizioni di blocco totale. Il fatto che Cuba sia stata inserita dagli Stati Uniti nell'elenco dei Paesi che promuovono il terrorismo ha costretto il popolo cubano, che non era disposto a rinunciare al suo socialismo, a fare i conti con la fame. I mezzi con cui Cuba poteva sopravvivere economicamente sono stati sabotati uno dopo l'altro dagli Stati Uniti. Il popolo cubano, imbevuto di valori di progresso, è stato deprivato dei suoi bisogni più essenziali. Le conseguenze devastanti del blocco, specie nell'ambito della produzione di energia e del rifornimento alimentare, continuano a colpire duramente la vita sociale ed economica di Cuba.

Il blocco è divenuto il principale ostacolo di fronte al Partito Comunista di Cuba e al popolo cubano, che sono in grado di individuare una propria via con proprie risorse per la costruzione del socialismo, e la più grande minaccia alla sopravvivenza della Rivoluzione Cubana.

Alla luce di questo, il 14° Congresso del Partito Comunista di Turchia:

1. Dichiara che la sua priorità nella solidarietà con Cuba è la lotta contro il blocco. La Rivoluzione Cubana non ha permesso che l'internazionalismo rimanesse un principio astratto, e malgrado le sue risorse limitate ha fatto della solidarietà con i popoli del mondo una componente irrinunciabile dei suoi compiti rivoluzionari. Ora è compito dei comunisti di tutto il mondo intensificare la solidarietà con Cuba nella sua lotta contro il blocco.

2. Stabilisce che il partito adempierà attivamente al suo compito nella lotta per porre fine al blocco, per togliere Cuba dall'elenco dei Paesi che promuovono il terrorismo e per rimanere solidale con Cuba eliminando le conseguenze del blocco.

3. Invita gli amici di Cuba a cooperare con l'attività che l'Associazione di Amicizia con Cuba José Martí svolge da 22 anni per aumentare la solidarietà con Cuba e difendere la rivoluzione contro il blocco.

4. Ribadisce la sua solidarietà con la Rivoluzione Cubana e con la sua avanguardia, il Partito Comunista di Cuba.

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Viva la solidarietà internazionalista rivoluzionaria!

Viva la Rivoluzione Cubana!

Abbasso il blocco USA!


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