www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 27-01-25 - n. 921

Azione Comunista Europea: Sviluppi in Medio Oriente - Dichiarazione della riunione

Azione Comunista Europea | eurcomact.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/01/2025

L'Azione Comunista Europea (ECA) si è riunita a Istanbul il 19 gennaio 2025, ospitata dal TKP.

I partiti che hanno partecipato all'incontro organizzato sotto il titolo "Sviluppi in Medio Oriente. Rafforziamo la nostra solidarietà con i popoli di Palestina, Libano e Siria", hanno scambiato punti di vista sugli sviluppi in Medio Oriente.

All'incontro hanno partecipato i seguenti partiti: Partito del Lavoro d'Austria, Partito Comunista Rivoluzionario di Francia, Partito Comunista di Grecia, Partito dei Lavoratori d'Irlanda, Fronte Comunista (Italia), Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, Partito Comunista di Svezia, Partito Comunista Svizzero e Partito Comunista di Turchia.

Al termine dell'incontro, che ha rafforzato la prospettiva comune dei partiti dell'ECA sugli ultimi sviluppi in Medio Oriente, i Partiti aderenti hanno assolto al loro dovere di avvertire i lavoratori di tutto il mondo delle minacce e dei pericoli che incombono e di riaffermare la loro solidarietà con i popoli e i comunisti della regione. A questo proposito, i partiti dell'ECA fissano alcuni punti:

1. Sottolineare la gravità dell'escalation dell'aggressione e dell'espansionismo israeliano in Palestina, così come in Libano e in Siria, sostenuti da Stati Uniti, NATO e UE. Ribadire che la questione più scottante per il bene di tutti i popoli della regione resta la necessità di fermare l'Israele sionista.

2. Continuare la lotta per un vero cessate il fuoco come previsto dall'accordo tra Israele e Hamas, a condizione che i popoli della Palestina e della regione mantengano il diritto di lottare contro l'occupazione e l'aggressione israeliana in corso, per il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Il fragile cessate il fuoco non cancella i crimini dello Stato israeliano. La resistenza del popolo palestinese e la solidarietà dei popoli di tutto il mondo, che hanno contrassegnato la lotta contro l'aggressione dell'occupante per tutto questo periodo, continuano per la libertà della Palestina.

3. Continuare a sostenere a livello internazionale l'istituzione e il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente sui confini stabiliti prima del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale. Chiedere la cessazione e lo scioglimento degli insediamenti illegali nei territori palestinesi, il rilascio dei prigionieri nelle carceri israeliane e il ritorno dei rifugiati alle loro case, in conformità con la Risoluzione 194 delle Nazioni Unite.

4. Dichiarare che tutti i governi che continuano a mantenere relazioni politiche o economiche dirette o indirette con Israele sono complici di un grande crimine contro l'umanità, in particolare del genocidio in Palestina. Sottolineare che questi governi borghesi devono pagare il conto della loro collaborazione con Israele; inoltre impegnarsi a sollevare la lotta in questi paesi per porre fine a queste relazioni.

5. Riconoscere che quanto sta accadendo in Siria, l'ultimo anello di questa aggressione, è il prodotto dell'intervento imperialista, sottolineando il coinvolgimento di USA, NATO, UE, Regno Unito, Israele e Turchia ed evidenziando il ruolo dei jihadisti.

6. Sottolineare inoltre le connessioni tra gli sviluppi in Siria, la Palestina e il Libano, e la competizione in corso che ha portato a guerre e conflitti regionali per le materie prime e le risorse energetiche, le linee di trasporto dell'energia, le rotte commerciali e i mercati internazionali.

7. Comprendere che la situazione in Siria non è affatto vicina al raggiungimento di un equilibrio stabile in tempi brevi; evidenziare il fatto che gli eventi in Siria rappresentano una nuova fase dell'instabilità in corso nella regione da anni; opporsi a qualsiasi tipo di smembramento e cambiamento dei confini e mettere in guardia i popoli da nuove ondate migratorie, nuovi conflitti e guerre che potrebbero estendersi ad altre parti della regione, in particolare all'Iran.

8. Denunciare le forze reazionarie che cercano di imporre il nazionalismo e la politica settaria e religiosa che violano i diritti delle persone, le scelte religiose, la tolleranza religiosa e il secolarismo. Sottolineare l'importanza vitale della lotta di classe e il potere unificante della classe operaia.

9. Riconoscere che il modo per porre fine a questa situazione è che i lavoratori della regione si sollevino contro l'intervento imperialista e lo sfruttamento capitalista. Dichiarino di essere solidali con i popoli e i comunisti della regione in un momento di grave difficoltà, quando la lotta si svolge in circostanze terribili e quando i lavoratori della regione devono recuperare e unire le forze.


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