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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 07-10-25 - n. 942
La macchina da guerra dell'euro-atlantismo - Discorso di apertura TKP
Partito Comunista di Turchia (TKP) | eurcomact.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
03/10/2025
Azione Comunista Europea (ECA) - Incontro su: La macchina da guerra dell'euro-atlantismo, della NATO e dell'UE contro i popoli - La proposta dei comunisti per una via d'uscita in un contesto di intensificazione della competizione imperialista - Discorso di apertura TKP (Türki̇ye Komüni̇st Parti̇si̇)
* * *
Cari compagni,
Vorrei aprire il nostro incontro dandovi il benvenuto e rivolgendovi il saluto del Comitato Centrale del TKP.
Siamo riuniti oggi per discutere e analizzare la posizione dei comunisti nei vari Paesi, e in Europa in generale, di fronte all'atteggiamento guerrafondaio dell'alleanza euro-atlantica - le organizzazioni imperialiste NATO e Unione Europea - e le conseguenze delle rivalità e dei conflitti all'interno del sistema imperialista. Il nostro scopo è valutare gli sviluppi recenti e coordinare le nostre posizioni.
Come partiti dell'Azione Comunista Europea, non è la prima volta che ci occupiamo dell'imperialismo occidentale, capeggiato dalla NATO e dall'UE, delle crescenti minacce di guerra o della lotta contro l'aggressione imperialista. Queste questioni sono già state al primo posto della nostra agenda in vari contesti, per esempio in relazione all'Ucraina o al Medio Oriente.
Tuttavia, dopo gli ultimi incontri in cui abbiamo discusso questi temi, non è accaduto nulla che abbia realmente modificato i rapporti di potere globali...
Non è stato instaurato alcun nuovo governo operaio.
Non è emersa alcuna situazione rivoluzionaria in nessun punto del mondo.
Il numero dei Paesi socialisti non è aumentato.
Fatta eccezione per le proteste per la Palestina, relativamente tardive ma apparentemente destinate a durare, non è sorto alcun movimento popolare in grado di contrastare realmente le potenze imperialiste. I governi borghesi hanno potuto accrescere liberamente le spese per la difesa senza percepire alcuna reale reazione da parte del popolo - a determinare le loro scelte sono tuttora soltanto i rapporti con gli USA, gli interessi dell'UE e le preferenze delle rispettive classi dominanti.
Ci si potrebbe dunque domandare: di che cosa possiamo discutere ancora evitando di ripeterci?
Del loro livello di consolidamento? Delle proporzioni raggiunte dalla loro attività guerrafondaia? Di quanto sono riusciti a indebolire il fronte della resistenza contro l'alleanza euro-atlantica nel Medio Oriente?
Di come hanno disintegrato la Siria, e del fatto che nonostante tutto la guerra in Ucraina continua?
Ciascuno di questi temi ha la sua rilevanza, e ogni nuovo documento, dichiarazione o decisione rende possibile condurre ulteriori analisi dettagliate.
Questi punti sono importanti perché illustrano l'irrazionalità del capitalismo e la sua ostilità verso il genere umano, la vita e la natura, e al tempo stesso accrescono la consapevolezza della società. Hanno un valore propagandistico nella lotta contro il sistema imperialista. E sono tutti direttamente collegati alle lotte concrete e urgenti che i comunisti hanno di fronte oggigiorno.
Vi è tuttavia anche una questione di importanza strategica che investe direttamente la missione storica dei nostri partiti: il sistema imperialista sta perdendo sempre più la sua coesione, mostrando debolezze e risentendo delle fratture che lo attraversano.
Non mi riferisco soltanto alle crisi e alle rivalità naturali e implicite nel sistema capitalista imperialista. Oltre che alle crisi economiche, il sistema è di fronte a una crisi ideologica. Non ha alcun progetto da offrire ai popoli del mondo, nulla che sia in grado di ispirarli o di mobilitarli. Non avete notato che non è più nemmeno in grado di produrre nuovi leader? Non fa che riciclare vecchie figure, in forme lievemente modificate.
Il sistema ha un solo vero vantaggio: e cioè che la classe operaia organizzata non si è ancora imposta sul terreno politico con un programma proprio.
Come comunisti, dobbiamo concentrarci su questi punti deboli del sistema imperialista - non per ritagliarci un posto per noi al suo interno, ma per sfruttarne le crepe, per intensificare le crisi nei nostri Paesi e per collegare la lotta contro l'imperialismo alla lotta per il rovesciamento del capitalismo.
Il nostro partito opera in una regione in cui tutte le principali potenze imperialiste stanno tentando di condurre il gioco.
C'è la NATO, ci sono gli Stati Uniti, c'è Israele, c'è la Gran Bretagna, e a vari livelli ci sono anche la Francia e altri Stati europei. Dal 7 ottobre in poi, hanno svolto tutti un ruolo diretto o indiretto nel corso degli eventi. In Siria abbiamo visto un quadro ancor più esplicito, con i vari attori fisicamente presenti sul terreno.
Anche il governo dell'AKP e la classe capitalista turca sono tra i principali responsabili e protagonisti di questa partita.
Ed è sempre più probabile che la Turchia stessa possa diventare il campo su cui si disputerà la partita.
La posizione della Turchia, infatti, è unica rispetto a quella di altri Paesi europei. Tale unicità è stata rafforzata dall'immagine fuorviante di un Erdoğan che perseguirebbe una politica estera relativamente indipendente sfruttando le contraddizioni interne al sistema imperialista. Possiamo tuttavia affermare senza esitazione che malgrado lo spazio di manovra che il governo dell'AKP è riuscito a mantenere, a meno che in Turchia abbia luogo una rivoluzione socialista non esiste alcuna possibilità strutturale che il capitalismo turco si sganci dall'asse USA-NATO-UE.
Benché il capitalismo turco disponga di risorse significative, di una classe capitalista sviluppata e di un governo neo-ottomano le cui ambizioni espansioniste servono tale classe - e che in tal senso mostra tendenze imperialiste - esso risente anche di gravi vulnerabilità strutturali. E gli eventi recenti confermano questa realtà.
Il governo dell'AKP, che ha costantemente migliorato le sue relazioni con gli USA, ha dimostrato una volta di più all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che la Turchia rimane legata a Washington da complessi, sfaccettati e inevitabili rapporti economici, commerciali e politici.
Sebbene non sia questo il tema specifico del nostro incontro di oggi, quando si discute riguardo all'alleanza euro-atlantica nel contesto della lotta in corso nei nostri Paesi non si può ignorare il «processo di pace» attualmente in corso in Turchia. Tale processo è strettamente collegato agli sviluppi in Siria. Né l'AKP né il PKK sono in condizioni di agire indipendentemente dagli USA, dalla Gran Bretagna o da Israele. Oggi appare più evidente che mai che il processo che ha condotto al cambio di regime in Siria ha posto la Turchia di fronte a molteplici difficoltà e minacce. Dopo aver contribuito direttamente a indebolire l'integrità territoriale della Siria, il governo dell'AKP si trova ora ad avere più bisogno che mai di tale integrità per garantirsi un futuro.
La complessità della rete di attori che operano nella regione è stata da lungo tempo favorita dalle potenze imperialiste, perché ne rendeva più facile il controllo. Queste potenze hanno sempre saputo utilizzare il caos come strumento. Ma non dimentichiamo una cosa: la loro capacità di prevedere o di controllare le conseguenze delle loro azioni - specie nel caso degli Stati Uniti - è limitata.
Ciò che stiamo cercando di fare è prepararci per un periodo ancor più caotico e soggetto a crisi: identificare i potenziali detonatori delle crisi nei nostri Paesi e sfruttare gli errori di calcolo delle classi dominanti per creare condizioni in cui il movimento comunista possa radicarsi nel popolo.
Il nostro compagno Kemal Okuyan, Segretario Generale del TKP, scrive nel suo ultimo libro intitolato «Rivoluzione» - che verrà presto pubblicato in lingua inglese - che il comunismo continua ad avere un posto nel futuro dell'umanità. Ma aggiunge una necessaria precisazione: «posto che l'umanità abbia un futuro».
Nel mondo odierno dobbiamo essere consapevoli che la nostra non è soltanto una lotta per rovesciare il sistema imperialista-capitalista e sostituirlo con una società egualitaria libera dallo sfruttamento, ma anche una lotta per salvare il futuro stesso dell'umanità.
Abbasso l'imperialismo! Viva la rivoluzione e il futuro comunista dell'umanità!
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