www.resistenze.org - popoli resistenti - algeria - 09-05-12 - n. 408

da http://www.solidnet.org/algeria-algerian-party-for-democracy-and-socialismpads/2939-pads-algeria-elections-legislatives-du-10-mai-fr
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Le elezioni parlamentari del 10 maggio
 
Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS)
 
05/05/2012
 
Per denunciare l'arbitrio, la chiusura della vita politica, le ingiustizie sociali e l'accaparramento delle ricchezze del paese da parte di una minoranza
   
Annullate il voto o sostenete i candidati indipendenti che difendono veramente:
 
- le aspirazioni sociali e politiche dei lavoratori 
- le libertà democratiche 
- la sovranità del paese contro le ingerenze imperialiste
 
Queste elezioni si svolgeranno sotto il segno di un disprezzo senza precedenti del potere per i lavoratori e le masse lavoratrici del paese.
 
Contrariamente a quanto aveva promesso il capo dello Stato nel suo discorso del 15 aprile 2011, gli ostacoli alla libera attività politica del popolo non sono in alcun modo rimossi. Le modifiche alla legge sui partiti politici e nel Codice dell'informazione rendono ancora più difficile l'organizzazione e l'espressione democratica dei lavoratori e degli strati popolari.
 
Decine di nuovi partiti sono stati accettati dalle autorità. Ma questi partiti sono per lo più falsi, alle dipendenze del regime. Sono stati prodotti artificialmente nei laboratori del potere. Sono propagandati tutti i giorni dalla TV per far credere che i cittadini sono liberi di esprimersi e organizzarsi. Questi gruppi di individui con nessun vero programma politico torneranno a casa la sera del 10 maggio. Alcuni di loro probabilmente saranno premiati con seggi in Parlamento e ricompense materiali. Saranno semplici "yes-man", votando tutte le leggi sottoposte al loro giudizio. L'autorità li ha portati avanti per screditare le libertà democratiche e convincere la gente che la coalizione FLN-RND [Fronte di Liberazione Nazionale - Raggruppamento Nazionale Democratico] è l'unica forza politica credibile "degna" di continuare a guidare il paese, come se il suo bilancio non fosse stato disastroso per le masse lavoratrici e per lo sviluppo economico indipendente del paese.
 
Gli attuali e i nuovi partiti difendono quasi tutti gli interessi delle classi privilegiate, degli imprenditori, degli sfruttatori e trafficanti senza vergogna. Sono vetrine piene o vuote al servizio delle classi possidenti al potere. Questa campagna elettorale è un insulto e una caricatura dell'attività democratica. Il potere del denaro, la gente di "borsa", ha investito spudoratamente in tutte le circoscrizioni elettorali. Questo è un segno che l'immensa accumulazione di denaro alle spalle dei lavoratori si sta trasformando in potere politico reazionario apertamente dichiarato.
 
I rappresentanti del potere hanno creato un dispositivo per mantenere il controllo sull'APN [Parlamento] e rimanere alla testa del paese, continuando il saccheggio sistematico e arricchendo ulteriormente le classi ricche e dominanti. Vogliono che i cittadini partecipino massicciamente alle elezioni: non già per dare loro la possibilità di designare i propri rappresentanti democraticamente. Il loro vero motivo è di avere più credito agli occhi delle potenze straniere, al fine di contrattare con queste, da una posizione più favorevole, il loro grado di autonomia nello sfruttamento dei lavoratori e della ricchezza del paese a favore delle classi possidenti algerine e multinazionali.
 
L'UE e gli Stati Uniti hanno inviato osservatori. Il potere ha accettato la presenza di tali osservatori, incapace com'è, a causa della natura di classe anti-popolare, di cercare il sostegno del popolo per respingere la pretesa di questi paesi di convalidare o invalidare le elezioni. E' chiaro che il loro ruolo è di accumulare "prove incriminanti" che giustifichino le ingerenze esterne dichiarate al momento ritenuto più opportuno da parte delle potenze imperialiste. E' una pura illusione credere che agenti dell'informazione e sovversione siano inviati in Algeria con la patente di osservatori per monitorare in modo neutrale le elezioni. Il PADS denuncia la presenza di osservatori stranieri, la pretesa di queste potenze di decidere al posto del popolo quali sono i suoi buoni o cattivi rappresentanti; condanna il regime e tutti i partiti che banalizzano il "diritto di ispezione" degli imperialisti sugli affari interni del paese. Queste elezioni comportano dei reali pericoli di accentuazione delle pressioni e delle ingerenze imperialiste. Gli imperialisti statunitensi e francesi, in particolare, sono alla ricerca di qualsiasi incidente alle elezioni, che consentirebbe loro di prendere alla gola i governanti per costringerli a fare concessioni sostanziali sul tema dello sfruttamento del petrolio, basi militari nel Sahara, ecc.
 
Essi non hanno smesso di sviluppare metodicamente le loro ragnatele nella società, in vista di reclutare nuove forze per realizzare i piani di presa sul paese. A tal fine, essi sfruttano le contraddizioni che oppongono, sulla questione della divisione del bottino e dei posti di responsabilità, le molteplici correnti politiche della borghesia e le frange reazionarie delle classi medie, al potere o ai margini del potere. Essi provocano un clima di escalation per ottenere dai gruppi dirigenti o di opposizione reazionaria di soddisfare le loro esigenze. Essi si basano sulle attuali politiche borghesi o piccolo-borghesi reazionarie, che usano l'Islam per nascondere i loro obiettivi di classe e di sottomissione all'imperialismo. Essi diffondono "previsioni" che danno la vittoria elettorale alle correnti ultra-reazionarie. L'ambasciatore degli Stati Uniti ad Algeri ha contribuito a questo, dichiarando che il governo degli Stati Uniti collaborerà con i movimenti islamici in caso di vittoria elettorale. Lo scopo di questi annunci che si susseguono sui giornali è di suscitare conflitti per dare un pretesto per interferire. I partiti della coalizione presidenziale che utilizzano l'Islam hanno deciso, alla vigilia del lancio della campagna elettorale, di tenersi fuori da questa coalizione. Dopo aver partecipato alla distruzione del paese e all'attuazione di una politica che ha arricchito gli sfruttatori e i trafficanti, cercano di mostrare una nuova verginità politica per marcare la loro pretesa di governare da soli e perseguire la stessa politica di classe anti-popolare. Essi trepidano d'impazienza. Gridano "Vittoria!" per anticipare e dichiarare a chiunque voglia intendere che organizzeranno grandi proteste, se non saranno dichiarati vincitori.
 
In questo clima propizio a tutte le provocazioni, le masse popolari sono sballottate tra l'indifferenza, dato che non si fanno illusioni sui risultati delle elezioni, e la preoccupazione per la tendenza di alcuni partiti a cercare il sostegno di potenze imperialiste, per dare loro l'opportunità di seminare disordini nel paese.
 
Alcuni partiti, come il FFS [Fronte delle Forze Socialiste], organizzazione affiliata all'Internazionale socialista, non partecipano questa volta alle elezioni per approfittare di incidenti politici che giustifichino le interferenze esterne. Anche se da qualche giorno il FFS critica le ingerenze straniere, nei fatti ha posto a capo della lista di Algeri, Bouchachi, ex presidente della "Lega dei Diritti Umani" e membro del CNCD [Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia] che agisce di concerto con gli stati imperialisti. Altri che le boicottano, come l'RCD [Raggruppamento per la Cultura e la Democrazia], da mesi non nascondono più le loro connessioni con le potenze imperialiste sotto il velo della lotta per la democrazia.
 
I comunisti notano che la classe operaia ed i suoi alleati, le correnti progressiste, non hanno potuto rompere gli sbarramenti innalzati dal potere per impedirgli di avere difensori delle loro rivendicazioni politiche e sociali nel parlamento.
 
Il blocco, le pressioni e intimidazioni di ogni tipo, le azioni arbitrarie hanno impedito l'uscita di liste di candidature operaie e di classe, per la reale difesa delle aspirazioni economiche e politiche dei lavoratori. Lo spirito di rassegnazione e un atteggiamento a rimorchio dell'apatia delle categorie meno politicizzate in seno ai lavoratori ha spinto molti progressisti a rinunciare a entrare nelle piccole brecce che si sono aperte nel dispositivo di chiusura in occasione di queste elezioni. Al contrario, laddove dei nuclei progressisti hanno colto queste possibilità presentando liste indipendenti di mobilitazione politica, essi hanno raggiunto livelli eccezionali intorno a un programma di alternativa progressista al vicolo cieco attuale. Anche se le autorità hanno invalidato queste candidature, un enorme capitale di fiducia e di mobilitazione è stato accumulato per le lotte successive.
 
Quali che siano le sfumature che li attraversano, i candidati graditi al ministero dell'interno sono quasi tutti dei difensori dell'ordine sociale esistente, costruito sullo sfruttamento, il saccheggio dei beni pubblici, la speculazione, oppure non lo rimettono in causa. Perciò, i lavoratori non avranno una vera scelta.
 
I comunisti rifiutano l'astensionismo in quanto tattica di lotta inappropriata alle circostanze politiche concrete del momento. I comunisti non sostengono la tendenza a fare dell'astensione una parola d'ordine di lotta.
 
Essi distinguono tra l'astensionismo spontaneo delle masse politicamente disorganizzate ma che si ribellano alle ingiustizie sociali, alla noncuranza dell'autorità di fronte alla speculazione e al caro vita, alla predazione e al blocco arbitrario, e l'astensionismo delle correnti reazionarie, che strumentalizzano l'Islam e sono impegnate nel sostegno delle attività terroristiche criminali o di quelle come l'RCD che fa propaganda per le ingerenze esterne.
 
Essi considerano che il boicottaggio spontaneo delle masse rifletta lo spirito di rassegnazione, la credenza ingenua che la democrazia possa essere concessa e ottenuta senza lotte accanite in qualsiasi forma, comprese le lotte elettorali. Ritengono che rispecchi un certo attendismo alla ricerca dell'uomo "provvidenziale" che potrebbe cambiare le cose all'interno dello Stato.
 
L'astensionismo non può giustificarsi che in una situazione che metta all'ordine del giorno l'azione extra parlamentare in tutte le sue forme: scioperi generali, situazione insurrezionale, ecc., nel corso della quale le elezioni sono concesse dalle classi dominanti solo come diversivo e strumento per rompere la dinamica del movimento di massa.
 
I comunisti considerano che la tendenza all'astensionismo possa diventare un fattore di blocco dell'attività politica di classe e indipendente dei lavoratori, un fattore d'incoraggiamento delle differenti forme di "economicismo" che relega la classe operaia alle sole rivendicazioni economiche, la fa arretrare, le impedisce di prepararsi nelle lotte di tutti i giorni e in tutte le forme a sostenere il suo ruolo storico di affossatrice del capitalismo, di forza motrice e dirigente della lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione, per il socialismo.
 
Gli appelli ad un boicottaggio "attivo" sono solamente parole vuote, giusto buone a giustificare in realtà la passività, l'inoperosità e l'attesa del ritorno di "Iman El Mahdi" [l'imam nascosto o messia degli sciiti, destinato a tornare sulla Terra per fare giustizia prima della fine dei tempi, ndt] .
 
I comunisti non sono né per il participazionismo assoluto, né per l'astensionismo assoluto. La loro partecipazione o no ad un processo elettorale dipende da numerosi fattori concreti e dai loro obiettivi tattici, principalmente dal grado di combattività delle masse e della loro preparazione a forme di lotta più elevate quando le circostanze si prestano.
 
Nelle circostanze attuali, combattono l'astensionismo spontaneo delle masse nella misura in cui esprime l'attendismo o lo spirito di rassegnazione.
 
Propongono ai lavoratori di protestare contro il blocco e i diktat, la corruzione e le ingiustizie sociali:
 
- sia annullando il voto;· 
- sia votando, quando ciò è possibile, per i candidati delle liste indipendenti riconosciuti per il sostegno effettivo alle rivendicazioni sociali, per le lotte contro le ingerenze imperialistiche, per le lotte per le libertà democratiche. Questi criteri sono inseparabilmente legati.
 
I comunisti mettono in guardia i lavoratori contro il voto per il Partito detto dei Lavoratori di Louisa Hanoune. Questo partito beneficia da più di 20 anni dei favori della TV di regime. Il PT fa della demagogia per illudere i lavoratori e portarli a sostenere Bouteflika. È stato durante il "decennio rosso" [con riferimento agli anni novanta nel corso dei quali il terrorismo islamico ha devastato il paese, ndt] un attivo alleato politico dei partiti islamici reazionari criminali, responsabili dell'assassinio di innumerevoli cittadini, civili o militari, di progressisti, di lavoratori e intellettuali.
 
Li mettono in guardia contro gli elementi dei partiti di sinistra graditi al potere e che partecipano sotto differenti forme alla denigrazione sistematica dell'esperienza storica di costruzione del socialismo in URSS. Questi elementi contribuiscono oggettivamente, con l'aiuto della fraseologia di "sinistra", alla campagna mondiale di criminalizzazione del comunismo orchestrato dalla borghesia e dalla reazione, alla campagna di demoralizzazione dei lavoratori cui si vuole fare ammettere che non esiste un'alternativa al capitalismo. Questa campagna ideologica organizzata ha come obiettivo il disarmo della classe operaia, di metterla sulla difensiva politica ed ideologica proprio nel momento in cui la crisi internazionale del capitalismo e l'omicida aggressività imperialistica, la necessità di aprire delle prospettive di lotta vincenti, esigono di porre apertamente la questione dell'abolizione del capitalismo e della sua sostituzione con il socialismo, del potere della classe operaia, dei contadini, degli strati che vivono del frutto del loro lavoro.
 
In ogni caso i lavoratori non devono dare il loro voto ai partiti, agli "indipendenti", ai candidati, anche di "sinistra", che non richiedono l'abrogazione della legge scellerata sui partiti [emanata il 12 gennaio 2012, che limita fortemente il diritto di associazione e creazione di partiti politici e che lascia ampi margini di discrezionalità al ministero degli Interni, ndt].
 
PADS 
5 maggio 2012
 

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