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Un arsenale di leggi economiche antinazionali e di leggi che violano le libertà democratiche

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Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

05/07/2016

Dichiarazione del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo

Il governo ha appena fatto approvare degli emendamenti che accentuano nettamente il contenuto antinazionale e antidemocratico delle leggi in vigore sul piano economico e istituzionale. Un parlamento che non esprime in alcuna parte le aspirazioni popolari, le ha adottate senza alcun peso e senza alcuna discussione seria. L'operazione è stata condotta sotto la copertura di rendere le leggi conformi alla Costituzione revisionata.

Come il nostro partito aveva previsto, i principi democratici proclamati o riaffermati nella revisione costituzionale erano puramente decorativi nella misura in cui la traduzione nei fatti era rinviata a decreti attuativi.

I governanti hanno concesso nuovi benefici fiscali ai capitalisti locali e stranieri senza compensazione e molteplici meccanismi in materia di ingresso e uscita dei capitali. La classe operaia e gli strati sociali pagano il prezzo di questi benefici fiscali nel momento in cui le entrate dello Stato precipitano a seguito della caduta dei prezzi del petrolio. La pauperizzazione delle masse lavoratrici è il risultato della dilapidazione delle entrate petrolifere, della complicità dei funzionari dello Stato con le pratiche fraudolente della borghesia e dei circoli imprenditoriali, dell'assenza totale, per ragioni di classe, di serie politiche di rilancio industriale. La marcia verso l'abisso non è inevitabile. Un risultato favorevole agli interessi dei lavoratori dipenderà dalle loro lotte per un cambiamento rivoluzionario di classe.

Sul piano istituzionale le poche libertà democratiche formali riconosciute sono ulteriormente ridotte. I partiti che hanno raccolto meno del 4% alle ultime elezioni sono banditi per sempre dalla competizione elettorale. Le nuove leggi vietano rigidamente ai militari in pensione di esprimersi pubblicamente sulla situazione politica del paese o sulle scelte e metodi d'azione dei governanti. Sanzioni severe puniranno i trasgressori. Si prevede di chiedere ai candidati all'elezione presidenziale di presentare una dichiarazione sull'onore che sono di confessione musulmana. La libertà di coscienza è beffata. Così i circoli dirigenti esprimono la loro scelta di lusingare l'ultra-reazione nella speranza di ottenere il loro sostegno o di mettere in campo degli stratagemmi scellerati per scartare dei concorrenti indesiderati dal punto di vista dei loro interessi di casta attaccata ai propri privilegi economici e al monopolio dell'esercizio del potere.

Questi attacchi contro le libertà democratiche sono condotti con una disinvoltura e una fuga in avanti avventurista che non si spiegano solo per la confusione dei gruppi dirigenti di fronte a un isolamento politico crescente e al deterioramento di giorno in giorno della situazione finanziaria esterna e interna del paese. Il potere copre i suoi colpi di mano in nome della "preparazione del dopo-petrolio" e la difesa degli interessi del paese di fronte all' "instabilità" della regione. Ma non si osa nominare i responsabili della situazione: gli Stati imperialisti. Si omette di puntare il dito sulle proprie responsabilità: la sua attitudine conciliante e difensiva contro le loro ingerenze militari.

La finalità di questo pacchetto di emendamenti economici e politici indissolubilmente legati è:

- Accordare al massimo i desideri del Capitale nazionale e straniero sempre più intrecciati e rafforzare le basi di classe del regime;

- Garantire attraverso il saccheggio delle ricchezze del paese che la parte del leone restituirà ai gruppi più vicini ai circoli decisionali statali;

- Tentare di ottenere la comprensione degli Stati imperialisti che garantiscono la stabilità del potere delle fazioni dominanti della borghesia in cambio di una partizione equa di queste ricchezze e dei profitti dallo sfruttamento della classe operaia;

- Assunzione del controllo assoluto da parte dei partiti della coalizione al potere per evitare totalmente eventuali concorrenti anche se sono pienamente d'accordo con il loro orientamento borghese fondamentale;

- E soprattutto cercare di detenere qualsiasi movimento politico popolare di classe che inevitabilmente sarà chiamato ad affermarsi contro lo sfruttamento, l'aggravamento delle ineguaglianze di classe e alla catastrofe che si abbatterà sulle masse popolare a causa della continua lapidazione delle risorse del paese in una situazione di basse entrate di 'esportazione di idrocarburi.

Parallelamente, il potere ha gettato in prigione i responsabili delle emittenti televisive satiriche del canale KBC che hanno ridicolizzato uomini del regime accusati di compromissione negli affari di corruzione. I tre giornalisti di questo canale e una funzionaria del ministero della Cultura languono in prigione da diversi giorni senza che alcun responsabile ufficiale del governo abbia ritenuto indispensabile spiegare i motivi della loro prigionia. Il potere ricorre ancora una volta alle procedure arbitrarie della detenzione "preventiva" a dispetto dei procedimenti giudiziari e delle leggi di depenalizzazione degli articoli di stampa. Questi affari di corruzione non sono nuovi. Essi sono stati portati sulla scena pubblica da perdenti organizzazioni nel quadro della lotta mortale tra differenti clan borghesi-mafiosi del regime attraverso giornali a loro legati. La vittoria del clan che ha preso il controllo delle leve decisionali si traduce in atti vendicativi destinati a forzare l'intera società e non solo la stampa, alla fedeltà verso essi.

I metodi utilizzati per reprimere le opinioni espresse rivelano l'arbitrarietà e aprono la strada alla sua generalizzazione. Tuttavia questo non deve portare all'amalgama, in nome di una lotta senza discernimento per la democrazia, tra opinioni che contribuiscono a denunciare la corruzione, il furto dei beni della nazione, la difesa delle aspirazioni delle masse popolari e quelle che propagandano l'ideologia oscurantista, tentando di riabilitare gli adepti criminali di questa ideologia o mirando a garantire il paese alle potenze imperialiste. Le opinioni reazionarie sono sviluppate sia nella stampa privata che nella stampa governativa.

Questo non significa neppure che dobbiamo chiudere gli occhi sul fatto che i giornalisti o i giornali oggetto di misure di intimidazione non abbiano attaccato il clan o il gruppo di clan al potere. Essi sono astenuti o si astengono dal denunciare il regime in quanto regime borghese, antidemocratico, antipopolare e parassitario, nel suo insieme. I circoli schiacciati negli ultimi mesi condividono le responsabilità con i governanti attuali per le politiche economiche e sociali distruttrici e antipopolari condotte con continuità da 30 anni.

La liberazione dei giornalisti arrestati per aver denunciato la corruzione e l'impunità è una richiesta democratica.

La lotta e la mobilitazione dei lavoratori sono indispensabili per far fallire questo arsenale di leggi antidemocratiche. I lavoratori saranno inevitabilmente i primi a subirne le conseguenze, indipendentemente dalle querelle che lacerano le differenti correnti politiche della borghesia al potere o all'opposizione su delle questioni di metodo di dominazione dei lavoratori o per la monopolizzazione della torta e dei privilegi politici.

I lavoratori non limiteranno le loro lotte all'espressione della solidarietà con le vittime di queste azioni arbitrarie. E' necessario battersi per l'abolizione della legge sui partiti e sulle associazioni, l'abrogazione di tutte le disposizioni che ostacolano il diritto di sciopero, gli articoli della legge sull'informazione che impediscono loro di creare liberamente i propri organi di espressione. Devono combattere con le unghie e con i denti contro i metodi illegali di ostruzione all'esercizio del diritto di organizzazione e espressione. Questa lotta non può esser separata dalla lotta per il socialismo, per l'accumulazione delle forze necessarie a un cambiamento di classe del potere.


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