www.resistenze.org - popoli resistenti - algeria - 12-05-19 - n. 712

Massacri dell'8 maggio 1945: la responsabilità storica tormenta lo stato francese

APS | investigaction.net e setif.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/05/2019

L'Algeria commemora il 74° anniversario delle stragi dell'8 maggio 1945, in cui sono stati uccisi oltre 45.000 shaheed, vittime di crimini contro l'umanità. La responsabilità storica della morte di questi eroi e martiri perseguita il governo francese che ha annunciato, sotto la pressione delle piazze, l'apertura di un fascicolo dei suoi crimini coloniali.

Questi crimini commessi dall'esercito francese durante la colonizzazione dell'Algeria sono stati introdotti nel grande dibattito nazionale lanciato dal presidente Emmanuel Macron con lo scopo di risolvere la crisi sociale, diventata politica.

L'opportunità di questo dibattito è stata l'occasione per esporre l'orribile volto del colonialismo francese che le autorità della Francia erano impegnate, da qualche anno, a consegnare alla gloria attraverso un testo di legge, prima di ritrovarsi ora costrette a rivelare il loro lato oscuro.

È in questo contesto che l'anti-colonialista Henri Pouillot ha inviato, come testimone della Guerra di Liberazione Nazionale, una lettera al capo di stato francese sottolineando l'imperativa necessità per la loro generazione di veterani che i crimini contro l'umanità (torture, stupri, defenestrazioni dall'elicottero con i piedi cementati con il "metodo Bigeard", esecuzioni sommarie), i crimini di guerra (dai 600 agli 800 villaggi distrutti dal napalm e dall'uso di gas VX e Sarin...) e i crimini di stato (massacri di Setif / Guelma / Kherrata nel maggio 1945 e massacro del 17 ottobre 1961 a Parigi) siano riconosciuti e condannati come tali e che le vittime non siano più considerate responsabili della loro esecuzione.

La pressione della piazza sulle autorità francesi è manifestata alla fine di aprile con un appello lanciato in vista della commemorazione dei massacri dell'8 maggio 1945, da un collettivo composto da 31 associazioni, un sindacato (l'Unione sindacale Solidaires) e 6 partiti politici chiedendo che dalle più alte autorità dello Stato francese arrivino dei gesti forti: l'apertura di tutti gli archivi, l'iscrizione nella memoria nazionale di questi eventi e il sostegno alla diffusione di documentari relativi da veicolare nel sistema educativo nazionale come nei media pubblici.

Lo stesso collettivo, che ha chiesto una manifestazione l'8 maggio a Chatelet a Parigi, ha affermato che è impossibile "celebrare l'anniversario della vittoria contro il fascismo, lasciando cadere nell'oblio ciò che è accaduto in Algeria lo stesso 8 maggio 1945 e nei giorni successivi".

In un articolo pubblicato dal sito on-line Mediapart, intellettuali come Francois Gèze, Gilles Manceron, Fabrice Riceputi e Alain Ruscio hanno considerato che l'avventura coloniale della Francia produsse conquiste coloniali e repressioni di massa criminali che hanno violato gravemente i valori che la Francia proclama per altri e ai quali continua a riferirsi. Ne va della sua credibilità".

Per questi intellettuali, alle più alte autorità dello stato francese restano molte cose da dire: riconoscere per esempio i massacri di maggio-giugno 1945 in Algeria.

Ritengono che se il presidente Macron non decide di impegnarsi risolutamente "nel pieno riconoscimento degli errori e crimini" della Repubblica francese nelle sue colonie, egli si espone al rischio di passare alla storia come colui che ha semplicemente cercato di sfruttare, a fini elettorali, la "questione coloniale".

A tal proposito merita leggere anche: 8 maggio 1945 - Giovani pieni di coraggio e patriottismo sfidano il colonialismo francese.

Durante la sua visita in Algeria come parte della sua campagna elettorale il 5 febbraio 2017, il presidente francese, Emmanuel Macron, allora candidato, aveva descritto la colonizzazione come crimine contro l'umanità.

In risposta a una domanda del quotidiano elettronico Mediapart, il 5 maggio 2017, il presidente francese aveva dichiarato che "avrebbe intrapreso azioni forti" su questo periodo della nostra storia.

Il presidente Macron ammise, il 19 marzo, che il sistema coloniale in Algeria era ingiusto "e negava le aspirazioni dei popoli ad autodeterminarsi "; espresso l'orientamento che la Francia riconoscesse il crimine di stato attraverso il caso di Maurice Audin, e che era pronto a restituire all'Algeria i teschi dei capi della resistenza popolare conservati nel Museo dell'Uomo di Parigi e a consegnare le copie degli archivi riguardanti l'Algeria dal 1830 al 1962.

Un crimine di Stato imprescrittibile

I massacri commessi dalla Francia contro il popolo algerino l'8 maggio 1945 sono imprescrittibili, in base alle disposizioni del diritto internazionale in materia di crimini di guerra. Infatti a giudizio dei magistrati, non vi sarebbe alcuna restrizione per avviare un procedimento legale contro la Francia, anche se è impossibile applicare la responsabilità personale, dal momento che i perpetratori di questi crimini non sono più in vita.

"Tuttavia, l'Algeria ha il diritto di chiedere alle istituzioni in cui queste persone hanno esercitato le loro funzioni di riparare il danno con misure legali e diplomatiche".

Gli attori del movimento associativo di cui sopra, guidati dall'Associazione dell'8 maggio 1945, intendono prendere le misure necessarie per chiedere che i massacri dell'8 maggio siano giudicati crimini di genocidio contro l'umanità e registrarli presso l'ONU per reclamare le scuse e il risarcimento alle vittime.

A tal fine, gli avvocati hanno discusso la possibilità di intraprendere un'azione legale presso la Corte internazionale di giustizia per i vari crimini commessi dalla Francia coloniale che ha causato milioni di vittime oltre altre ripercussioni, come gli effetti negativi sull'ambiente.

I massacri dell'8 maggio 1945 furono una svolta decisiva nella maturazione del pensiero della resistenza algerina, gettando le basi per un nuovo orientamento basato sul principio che ciò che è stato preso con la forza fosse ripreso con la forza" e mettendo a nudo le false promesse fatte dalla Francia coloniale al popolo algerino per mobilitarlo durante la Seconda guerra mondiale.

Perpetrati in diverse parti del paese di cui furono vittime della repressione francese decine di migliaia di algerini, questi massacri erano un altro aspetto del volto orribile della Francia coloniale.

Mentre i francesi celebravano la vittoria degli alleati contro la Germania nazista segnando la fine della Seconda Guerra Mondiale, decine di migliaia di algerini uscirono per le strade di Setif, Guelma e Kherrata e in altre città del paese, rispondendo alla richiesta di organizzare una marcia pacifica per l'indipendenza dell'Algeria.

Ma la reazione dell'amministrazione francese fu violenta e brutale, scatenando un'ondata di sanguinosa repressione contro manifestanti indifesi. Per diverse settimane, le forze coloniali e le loro milizie hanno fatto ricorso a tutti i tipi di violenza, con omicidi di massa, senza risparmiare i bambini, le donne e gli anziani.

Persone disarmate vennero abbattute a distanza ravvicinata, altre furono trasportate su camion per essere gettate nei burroni, mentre altre vennero portate fuori dalle città per essere giustiziate. I loro corpi bruciati vennero sepolti in fosse comuni.

L'esercito francese usò anche fornaci per sbarazzarsi dei cadaveri delle vittime: un atto che testimonia uno dei crimini più ignobili della storia contemporanea.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.