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PADS, Referendum sul progetto di revisione costituzionale del 1° novembre

Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

30/10/2020

No ai reazionari progetti di classe del regime!
No alla sua alleanza con l'imperialismo!

Dopo un finto dibattito, il testo del progetto di revisione della Costituzione sarà sottoposto a referendum il 1° novembre.

Il vero scopo dell'operazione condotta dalla classe dirigente non è quello di soddisfare le profonde aspirazioni delle masse popolari verso le libertà democratiche, la fine dell'arbitrarietà e del saccheggio delle ricchezze della nazione, della disuguaglianza sociale, dello sfruttamento dei lavoratori e della miseria della maggioranza del popolo. Il governo non ha in programma misure urgenti a carico delle classi privilegiate per evitare il disastro economico che si profila con il calo delle entrate petrolifere. Né intende mobilitare le masse su questa base per difendere la sovranità del Paese di fronte alle manovre e alle ingerenze degli Stati imperialisti.

L'attuale regime è il frutto e la continuazione della svolta reazionaria dei primi anni Ottanta a favore degli interessi delle classi sfruttatrici e privilegiate, dell'alleanza tra queste classi e i vari poli imperialisti.

È stato fortemente scosso dalla rivolta popolare del febbraio 2019 e sotto la pressione popolare, si è rassegnato a liberarsi di Bouteflika. Ha dovuto liberarsi dei suoi personaggi più odiati nel tentativo di disinnescare la rabbia popolare, salvare gli interessi delle classi dominanti e perpetuare le basi del loro dominio. La rivolta di febbraio ha saldato, contro il quinto mandato di Bouteflika e i suoi metodi, le rivendicazioni e gli interessi fondamentalmente opposti di due grandi gruppi della società: da un lato, quello dei lavoratori sotto il dominio delle classi dominanti, indipendentemente dal colore dei rappresentanti politici; dall'altro, quello di ampi settori delle classi dominanti e dei loro alleati all'interno delle categorie della piccola borghesia, che le autorità avevano escluso dalla partecipazione al controllo delle leve decisionali dello Stato. I lavoratori hanno tutto da guadagnare liberandosi dall'influenza dei circoli reazionari "hirak".

Le cause dell'ingresso di queste frange nella contestazione verso i gruppi dirigenti dello Stato riguardano la "equa" ripartizione del bottino - "equità" simile a quella che mette le bande rivali l'una contro l'altra per la condivisione dei proventi di una "rapina" -, la pretesa di una loro partecipazione alla gestione politica del Paese, la revisione dei metodi di direzione dello Stato per neutralizzare le ininterrotte lotte delle masse popolari animate da decenni contro l'ingiustizia sociale. Il timore che le lotte degli operai e di altre categorie di lavoratori prendano coscienza sotto la guida di un partito di classe rivoluzionario è il fattore che più ispira le posizioni degli ideologi e dei leader più astuti della borghesia, qualunque siano le correnti che la attraversano: islamisti, "nazionalisti", "modernisti", berberi di destra.

Questi conflitti interni delle classi proprietarie sono secondari rispetto agli interessi dei proletari e delle classi lavoratrici. Non mettono in discussione gli interessi comuni della classe dirigente come classe la cui ricchezza deriva dallo sfruttamento della classe operaia e dalla monopolizzazione della maggior parte dei proventi del petrolio.

Fondamentalmente, il regime rappresenta e difende gli interessi economici comuni di queste classi.

Impedire che la rabbia popolare porti a un processo rivoluzionario che chieda conto a migliaia di nuovi o vecchi borghesi direttamente o indirettamente legati al potere, è il compito delle iniziative politiche del regime e delle sue decisioni economiche volte ad arricchire i più ricchi sotto un'ingannevole verbosità.

La revisione cosmetica della Costituzione mira a raggiungere diversi obiettivi correlati tra loro, accentuando i cambiamenti reazionari introdotti dalle revisioni costituzionali effettuate a partire dal 1989:

1- Neutralizzare il movimento popolare, in particolare il suo cuore proletario, attraverso la repressione aperta, la chiusura, o le frasi altisonanti sulla natura "sociale" della repubblica, sull'equilibrio regionale, sull'unità del territorio della nazione. La giustizia sociale è impossibile in un regime basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione. La distribuzione delle briciole dei proventi petroliferi ai più poveri non fa sparire le disuguaglianze. Al contrario, lo sviluppo del capitalismo aumenta queste disuguaglianze e la concentrazione della ricchezza. Approfondisce lo sviluppo disuguale tra le regioni, tra città e campagna.

Di conseguenza, in un Paese economicamente dominato dall'imperialismo e dai suoi alleati interni, si moltiplicano i centri di disgregazione dell'unità del territorio. Le potenze imperialiste le agitano e le sfruttano per accentuare il loro dominio manipolando i nuclei separatisti in varie regioni del Paese, in Cabilia, M'zab, Sud.

2-Riconciliare tutte le frazioni della borghesia e le frange di destra della piccola borghesia con le squadre che hanno monopolizzato il potere dall'inizio della controrivoluzione antipopolare e anti-nazionale del 1980. Tuttavia, queste squadre non rinunciano alla loro egemonia rispetto agli altri gruppi. L'arresto mirato di alcuni leader "hirak", soprattutto quelli che giocano la carta dell'alleanza con l'imperialismo contro il governo, è motivato unicamente dal desiderio di tenere le redini del potere.

3- Dare una copertura costituzionale ancora più esplicita al percorso capitalistico per cementare le basi della sua riconciliazione con queste altre frange. La nuova revisione sacralizza questo percorso proclamando che "la libertà di commercio, di investimento e di impresa è garantita". I redattori di questo testo prevedono nel loro progetto di annullare le misure anticapitaliste che un potere rivoluzionario metterà in atto, e persino di ostacolare qualsiasi squadra riformista socialdemocratica che cerchi di ridurre anche solo relativamente il potere dei capitalisti. Tuttavia, questi calcoli sono vani. Non sarà nelle possibilità della borghesia impedire che un potere rivoluzionario portato dalla classe operaia e dai suoi alleati all'interno degli strati lavorativi, cioè dall'immensa maggioranza del popolo, attacchi la proprietà privata dei grandi mezzi di produzione e trascriva questi cambiamenti in una nuova costituzione, una costituzione socialista.

4-Legittimare le alleanze aperte con l'imperialismo. La borghesia ha bisogno per suoi oggettivi interessi di classe, del suo sostegno per affrontare l'aumento del malcontento popolare. Sta compiendo nuovi passi nell'indebolimento della sovranità nazionale. Cede alla NATO, braccio armato dell'imperialismo, strumento di dominio militare e nemico giurato dei popoli. Cerca di inserire l'ANP nei meccanismi dell'imperialismo sotto la copertura di operazioni di pace decise "nel quadro dell'ONU, della Lega Araba e dell'Unione Africana". Ogni lavoratore con coscienza di classe sa che queste istituzioni obbediscono ai piani di spartizione del mondo tra le potenze imperialiste rivali.

Il testo della Costituzione non apporta alcun cambiamento positivo all'equilibrio di potere tra le masse popolari e il regime. I proclami sui diritti democratici dei cittadini, come nelle precedenti revisioni costituzionali, non sono altro che frasi vuote, promesse contraddette da leggi e regolamenti canaglia. Inoltre, ci sono state gravi regressioni nei diritti politici dei cittadini. Per la prima volta dalla Costituzione del 1963, le autorità hanno osato abolire il riconoscimento della libertà di coscienza, cioè la libertà di credere o di non credere, di cambiare la propria religione. Allo stesso modo, vengono poste restrizioni alla libertà di creazione intellettuale. È subordinata al rispetto delle "costanti nazionali". Il contenuto di questo concetto non è definito in alcun testo costituzionale. Il suo significato è usato in pratica per giustificare la repressione di ogni apertura mentale e di ogni ijtihad ["interpretazione", termine legale islamico, ndr] considerata dalle correnti ultra-reazionarie come contraria ai dogmi religiosi. Su questi temi, il governo ha siglato con discrezione un'alleanza con gli islamisti fanatici. Si è assunta la responsabilità di congelare l'evoluzione intellettuale del paese e di mantenerlo in una dipendenza scientifica per preservare i meschini interessi di classe. Infatti, mettendo in discussione la libertà di coscienza e la creazione intellettuale, il potere reazionario borghese vuole creare deviazioni tra le masse popolari in modo che le lotte di classe siano deviate verso le questioni religiose.

Il nostro partito, il Partito algerino per la democrazia e il socialismo, partito dei comunisti algerini, basa la sua strategia e tattica sull'analisi del contenuto della fase storica attuale, che è quella della lotta per creare le condizioni soggettive, politiche, ideologiche, organizzative della rivoluzione socialista, per completare le sue condizioni materiali. Tutte le revisioni costituzionali effettuate a partire dal 1989 sono state fatte per spezzare la difesa degli interessi delle classi lavoratrici sfruttate, per consolidare le basi della borghesia, per rendere giuridicamente impossibile mettere in discussione la via capitalistica. Le classi possidenti che hanno imposto queste revisioni hanno spinto il paese nella stagnazione, nella dipendenza e nel pericolo di disintegrazione sotto i colpi dell'imperialismo e dei suoi alleati interni. I comunisti rifiutano e combattono con fermezza questa chiusura costituzionale.

La lotta per le libertà democratiche e la difesa della sovranità nazionale sono inseparabili dalla lotta per la promozione degli ideali del socialismo-comunismo.

Il nostro partito denuncia la repressione che mira ad annientare il movimento popolare, a rafforzare la dittatura del Capitale. Esprime la sua solidarietà alle vittime di questa repressione. Ma combatte gli elementi che lavorano con l'imperialismo, soprattutto quelli che lo fanno consapevolmente, e quelli che si alleano con la peggiore reazione camuffata sotto la bandiera della religione. Li combatte rivelando i loro veri obiettivi attraverso una perseverante azione politica e ideologica tra la classe operaia e i suoi alleati, senza smettere di denunciare gli stratagemmi del regime che si rifugia dietro la retorica della difesa nazionale e della sua unità.

Attraverso le lotte da condurre ogni giorno, il compito centrale è quello di forgiare con pazienza un influente partito comunista radicato nelle masse, il partito capace di guidare gli operai nei cambiamenti rivoluzionari necessari al nostro popolo per avanzare verso il rovesciamento del regime capitalista, l'abolizione di ogni forma di sfruttamento, l'affermazione del socialismo, la costruzione di un'economia produttiva al servizio di coloro che creano ricchezza, verso il progresso, la soddisfazione dei loro crescenti bisogni materiali e intellettuali, la pace e la fratellanza tra i popoli liberi dalle classi sfruttatrici che conducono costantemente il mondo alla guerra.

La posizione del nostro partito sulla Costituzione sottoposta al referendum si basa su questi principi.

Il nostro partito invita gli operai e gli altri strati sociali lavoratori ad esprimersi in tutte le forme per dire no ad un regime che serve gli insaziabili appetiti della borghesia!

No a un regime che prepara i lavoratori alle grandi sofferenze dell'attuale crisi finanziaria!

Dice no a una costituzione che perpetua il blocco dell'attività della classe operaia e delle masse popolari sotto vuote frasi democratiche!

Dice no alle alleanze con l'imperialismo e alle monarchie del Golfo, agenti attivi nei paesi della regione!

Dice no alla costituzionalizzazione della regressione intellettuale, alla violazione dei diritti fondamentali della libertà di coscienza e alla creazione intellettuale orientata al progresso!

PADS

29 ottobre 2020



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