www.resistenze.org - popoli resistenti - argentina - 05-07-09 - n. 281

Sulle elezioni in Argentina
 
da Rebelión - www.rebelion.org/noticia.php?id=88033
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org di FR
 
Lo scenario dopo le elezioni 
di Pablo F. 
04/07/2009
 
Il risultato elettorale indica un futuro politico nell’incognita. Quasi tutte le ipotesi mettono in primo piano una necessaria “moderazione” del governo di Cristina Fernández.
 
Anche se i risultati ufficiali indicano che l’alleanza politica governativa continuerà ad essere la prima minoranza in ambo le camere legislative, la sconfitta di Néstor Kirchner nella provincia di Buenos Aires significa un duro rovescio per il governo e per l’ex presidente, che alla notizia dei risultati ha dovuto lasciare la conduzione del Partito Giustizialista, il principale apparato politico territoriale del paese. (…)
 
Questa sconfitta sembra presagire una fase di avanzata della destra, che pur senza unità programmatica, è riuscita ad imporsi come opposizione politica utilizzando le grandi corporazioni mediatiche come portavoce. Il successo tattico della destra è stato aver saputo impedire la continuità del progetto cominciato nel 2003, dando spazio ad una transizione conservatrice. Questa fase apre il “vaso di Pandora” delle richieste imprenditoriali, che già chiedono cambi nel Gabinetto Ministeriale, svalutazione della moneta e fine dell’intervento statale nell’economia.
 
Non si può prevedere il futuro politico argentino. I settori economici beneficiati con la fine dell’egemonia kirchnerista non hanno che una rappresentazione parlamentare parziale e carente di unità. I media sono lo spazio privilegiato, ma ciò non garantisce loro l’efficacia al momento di concrete politiche specifiche, ma le prospettive per le forze progressiste non sono migliori, seppure più chiare. Il ripiegamento sembra inevitabile, e il nuovo ciclo politico che pare aprirsi sfavorirà gli strati popolari.
 
Il cambiamento nella conduzione del modello argentino in vista delle elezioni presidenziali del 2011 getta ombre su uno dei risultati più importanti del kirchnerismo: la politica estera. Il definitivo indebolimento del governo di Cristina Fernández e la conseguente transizione destroide colpirebbe il progetto d’integrazione latinoamericana.
  
    

  
da Rebelión - www.rebelion.org/noticia.php?id=88032
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org di FR 
 
Sorprendenti elezioni legislative 
di Daniel E. Benadava 
03/07/2009
 
Le elezioni legislative argentine sono state sorprendenti per molti aspetti. L’impiego di milioni di dollari da parte dei politici argentini per la conduzione della campagna elettorale è stato osceno, in un paese in cui molti dei suoi abitanti vivono nella povertà e indigenza, milioni di bimbi e adolescenti non possono soddisfare nemmeno le necessità di base, e centinaia di migliaia di persone lavorano nei campi in condizione di schiavitù.
 
Grande preoccupazione crea il fatto che il Fronte per la Vittoria, che raggruppa le organizzazioni che sostengono la presidentessa argentina, abbia perso molti deputati e senatori, per cui dovrà trovare la mediazione con i settori dell’opposizione se vorrà continuar e a governare.
 
Gli abitanti della provincia di Buenos Aires hanno preferito il peronismo, un partito che governa quella provincia da decenni e che non mai ha fatto qualcosa per i milioni di uomini e donne che vivono in povertà strutturale.
 
L’Accordo Civico e Sociale - formato dall’Unione Civica Radicale e dalla Coalizione Civica - ha ottenuto un successo, diventando la seconda minoranza nel Congresso Argentino. Ma data l’eterogeneità delle sue fila, sono molte le perplessità sul suo futuro; è costituita da soggetti che provengono dal socialismo, dalla destra e dalla cosiddetta “patria finanziaria”.
 
Un altro aspetto sorprendente è stato il successo personale di Pino Solanas, che insieme alla Centrale dei lavoratori Argentini (CTA) ed altre forze minoritarie, nella città di Buenos Aires ha creato un nuovo spazio politico chiamato Progetto Sud.
 
Molti che non si riconoscono nella politica del governo si sono sentiti rappresentati dalle parole di Solanas, il quale afferma che “Kirchner ha approfondito il modello voluto da Menem, e lungi dal cambiare tendenza, ha continuato le privatizzazione”, statalizzando solo le imprese che erano sull’orlo della bancarotta, mantenendo così invariata la struttura dello stato stupido, come ha dichiarato tempo addietro Claudio Lozano della CTA, che nazionalizza i debiti privati.
 
Infine, la sinistra argentina ha subito una sconfitta perché, ancora una volta, si è presentata divisa in vari partiti autoreferenziali che si presentavano come l’avanguardia della classe operaia, ma che, paradossalmente, erano sconosciuti ai più.
 
In questo contesto, salvo le esperienze che stanno cominciando a realizzare i militanti di Progetto Sud a Buenos Aires, non esiste un movimento nazionale e popolare in cui i poveri possano identificarsi, e vedere che i suoi dirigenti vogliono davvero fare politiche di redistribuzione senza concedere profitti a multinazionali che sfruttino le risorse naturali della Repubblica Argentina.