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- popoli resistenti - argentina - 29-07-09 - n. 284
Femminicidio in Argentina: un problema sociale, politico e di diritti umani
Relazione d'indagine sul Femminicidio in Argentina
primo semestre 2009
208 donne sono state assassinate l'anno scorso in Argentina per la violenza sessista. Duecento otto donne sono morte nel 2008 per mano dei loro mariti, compagni, amanti, fidanzati, ex compagni, sconosciuti dopo violenza sessuale, parenti e vicini.
Al 30 giugno 2009, secondo la relazione parziale al primo semestre del 2009 elaborato dalla sezione Ricerche dell'Associazione Civile La Casa dell'Incontro*, sono 82 le donne e le bambine, 6 i femminicidi collegati fra loro, 9 i casi su cui ancora si sta investigando e 9 donne ricoverate in statograve.
La nostra intenzione con l'elaborazione di questa relazione, non è quella di creare allarme né deliziarci morbosamente davanti a tanto dolore. Ma di richiamare l'attenzione della società e far notare che non si tratta di fatti criminali isolati, bensì di un problema di origine sociale, politica e di diritti umani che cresce.
Oggi si parla di sicurezza nelle strade, ma non c'è visibilità alle tante morti nell'intimità delle nostre case: le donne hanno occupato lo spazio pubblico dopo secoli di confino nelle case, al servizio della riproduzione e della cura dei figli ed è proprio nelle case adesso, in quell'ambito che veniva definito "sacro", dove ci sentiamo ultimamente più insicure e a rischio di morte.
La società sembra inorridirsi davanti ad ogni reato, ma le risposte della giustizia davanti a questi fatti sembrano non dire la stessa cosa: vediamo solo misere condanne verso gli uomini che ammazzano le donne, si abusa quasi in modo infantile di moventi come l'emozione violenta o la preterintenzionalità, non punendo così adeguatamente questo tipo di delitti, moltiplicando nella coscienza collettiva il permissivismo, il perdono o l'accondiscendenza.
Dobbiamo cambiare questa realtà. Esistono molti modi per approcciare e tentare di risolvere,
o prevenire, dare una risposta a questa problematica. La principale e più efficace dovrebbe essere quella che proviene dallo Stato, ha mezzi necessari per stabilire modelli comportamento e per sostenerli.
La casa dell'Incontro, come organizzazione femminista sociale e popolare al servizio dei diritti della donna, chiede vengano utilizzati i seguenti mezzi:
1) che si modifichi il Codice Penale della Nazione, incorporando il femminicidio come reato penale autonomo, mezzo sul quale contano già vari paesi per punire questo tipo di delitti. Questa non è un mero appello istituzionalista, è una maniera di far capire, senza lasciar dubbi, che la società non avalla queste condotte.
2) che si aggiunga al Codice Civile la perdita immediata della patria potestà per colui che abbia ammazzato o attentato alla vita della madre dei suoi figli... Non può essere che genitori assassini possano, dopo aver sconato le scarse condanne, continuare ad allevare i figli che lasciarono senza madre.
3) protezione integrale per la donna vittima di violenza. La prefazione al nostro studio vede che, in molti casi, prima che venga commesso il femminicidio, gli assassini sono stati già oggetto di denunce di violenza; per diverse cause, non si protegge in forma adeguata la vita di chi è minacciata ed alla fine, si produce il femminicidio.
Dobbiamo agire prima. È indispensabile che la donna in situazione di violenza possa tagliare quella relazione ed uscire dalla casa violenta. Affinché possa farlo ha bisogno dell'aiuto della società, delle risorse, umane e materiali. In molti paesi funzionano i prestiti a condizioni speciali, il conferimento di posti liberi in qualunque momento dell'anno negli asili infantili e nelle scuole, l'accesso a corsi di formazione lavorativa gratuiti, spazi dove possano rimanere coi propri figli per lassi di tempo prolungati, dopo l' emergenza del fatto violento.
Le organizzazioni sociali non possono supplire allo Stato, stiamo parlando di prevenire la morte, non è per caso un obiettivo che dovrebbe avere la massima importanza nell'agenda politica e sociale? La risposta a questa domanda è data dal fatto che non esistono statistiche ufficiali sui femminicidi, non esistono perché ancora sono insufficienti le politiche pubbliche che possano avere influenza sulle condotte sociali e culturali e che causano così la morte di centinaia di donne.
Lottare contro ogni forma di violenza verso le donne e bambini è responsabilità di tutti e tutte.
(*) Per archivio inviamo in allegato la relazione completa, coi grafici
La relazione è stata elaborata dalla Sezione Ricerche dell'Associazione Civile La Casa dell'Incontro Questi dati corrispondono al primo semestre dell'anno 2009 e sono stati redatti delle Agenzie informative: Télam e DyN con 43 numeri di distribuzione nazionale y/o provinciale.
Direzione Generale: Adisca Beatriz Ricco.
Ricerca ed Assistenza Giuridica: Dra. Diana Graciela Resnichenco, Dra. Lucia M. Sabaté.
Dati sul femmnicidio in ITALIA