www.resistenze.org - popoli resistenti - argentina - 23-01-17 - n. 617

Che cosa combina Macri in Argentina?

Ástor García | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/01/2017

Mauricio Macri è il Presidente della Repubblica d'Argentina dal 10 dicembre 2015. E' stato eletto al secondo turno, sconfiggendo Daniel Scioli, successore di Cristina Fernández de Kirchner, come candidato di quello che viene denominato Frente para la Victoria.

E' passato già un anno dalla sconfitta del "kirchnerismo" che ha retto il paese tra il 2003 e il 2015 (Néstor tra il 2003 e il 2007 e sua moglie Cristina tra il 2007 e il 2015) ed è ora di presentare alcune delle misure adottate in questo lasso di tempo da Macri, ma prima è necessario contestualizzare alcuni elementi della realtà politica ed economica argentina.

L'arrivo di Néstor Kirchner alla presidenza è stata una delle principali conseguenze politiche del fenomeno sociale conosciuto come Argentinazo, una serie di forti mobilitazioni popolari al grido "che se ne vadano via tutti" sorte nel paese a causa della brutale crisi economica i cui effetti si rivelarono nel noto "corralito" del dicembre 2001. La reazione violenta - ci furono decine di morti - contro le conseguenze di vari anni di privatizzazioni e aggressioni ai settori popolari, sfociò nell'elezione del 2003 di un Néstor Kirchner che prometteva soluzioni sviluppiste e un maggiore intervento statale nell'economia, alla maniera socialdemocratica, oltre ad avere una posizione critica verso le istituzioni finanziarie internazionali.

Con lui si rieditava per ennesima volta il vecchio discorso peronista di anteporre alcuni interessi, generalmente espressi come "nazionali e popolari", contro gli interessi di una oligarchia vagamente definita. Un discorso efficace e attrattivo per ampie masse operaie e popolari, ma in fondo con scarsa capacità trasformatrice o rivoluzianaria.

Dopo 13 anni di kirchnerismo, l'arrivo di Macri alla Casa Rosada apre un nuovo capitolo di quello che alcuni hanno giudicato come il confronto centenario tra "neoliberalismo oligarchico-imperialista e liberismo borghese", che esclude un'alternativa operaia e popolare.

Come dice bene la legge del pendolo, al secondo succede il primo che precedentemente era successo al secondo e Macri che proviene da una famiglia di veri oligarchi (proprietaria di più di 40 imprese con il Gruppo Macri, implicata nei Panama Papers e la cui fortuna crebbe in modo spettacolare durante la brutale dittatura militare degli anni 70/80), sta procedendo senza considerazioni a smantellare le riforme che i Kirchner hanno introdotto durante i loro mandati.

Uno dei primi passi di Macri - nello stesso dicembre 2015 - è stata la svalutazione del Peso a fronte del Dollaro, generando così pingui profitti per le imprese legate all'esportazione, mentre un'inflazione galoppante alzava i prezzi ben al di sopra di salari e pensioni. Questo ha influenzato, insieme ad altri fattori, come affermano varie fonti, la percentuale di popolazione argentina sotto la soglia della povertà, che è passata durante quest'anno dal 27% al 34%, un incremento di 1,4 milioni di persone.

D'altra parte, le imprese agricole esportatrici hanno beneficiato della riduzione delle imposte sulle esportazioni (il cui incremento scatenò il blocco agricolo del 2008) causando, tra altre cose, un effetto notevole sulla riduzione del gettito fiscale e pertanto, sulla possibilità di sostenere la spesa pubblica ai livelli precedenti.

Inoltre nel dicembre 2015 è avvenuta la deregolamentazione dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale, controllati dal 2014, in un chiaro tentativo di favorire l'afflusso di capitali e di generare profitti alle banche che senza dubbio hanno ottenuto una buona fetta di questo incremento, con più di 50.000 milioni di dollari di debito, ai quali si aggiungono i 9.400 milioni per pagare i fondi avvoltoio che non hanno accettato lo scambio debito-condono del 2005 e 2010, dopo la nota condanna del giudice Griesa.

Anche Macri è stato coinvolto in scandali di corruzione, l'ultimo la firma di un'autorizzazione a parenti di funzionari, compresa la sua famiglia, affinché partecipassero alla "regolarizzazione" di capitali (un'amnistia fiscale stile Montoro) promossa recentemente. Non ci si può stupire allora che più del 60% degli argentini pensi che Macri governi per i ricchi.

Se non si violerà la legge del pendolo che stringe la politica dei paesi capitalisti e non si metterà in moto una vera alternativa operaia e popolare al di fuori degli stretti margini della gestione capitalista, continueremo a parlare del cambiamento dei governi, del progressi e regressi della situazione delle masse popolari, ma non della loro liberazione.


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