80 anni dalla liberazione dell'Austria dal fascismo e dalla guerra da parte dell'Armata Rossa
Partito del Lavoro d'Austria (PdA) | parteiderarbeit.at
Traduzione di Enzo Pellegrin per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
19/04/2025
Discorso di Mathias Schneider, segretario del Partito del Lavoro d'Austria, in occasione della commemorazione degli 80 anni dalla liberazione a Klostermarienberg, 29 marzo 2025.
Cari amici, cari antifascisti, cari compagni,
a nome del Partito del Lavoro d'Austria, del Fronte della Gioventù del PdA e dell'Associazione dei Concentrati del Burgenland, vi do il benvenuto alla cerimonia commemorativa odierna a Klostermarienberg. È in questo luogo che 80 anni fa iniziò la liberazione dell'Austria dal fascismo e dalla guerra ad opera dell'Armata Rossa. Per 369 settimane il regime terroristico nazista ha imperversato sul territorio austriaco. Uno dei centri di questo terrore era il campo di concentramento di Mauthausen, nell'Alta Austria. Solo in questo campo i nazisti uccisero circa 90.000 persone, più di un detenuto su due non sopravvisse alla liberazione. La canzone che sentiamo è la prima delle quattro canzoni della Cantata di Mauthausen del compositore greco Mikis Theodorakis. Egli compose la Cantata di Mauthausen su testi del poeta Iakovos Kambanellis, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen.
Cari amici, cari compagni,
ci troviamo in un luogo nella parte più orientale dell'Austria, da dove esattamente 80 anni fa l'Armata Rossa iniziò a liberare gran parte dell'Austria dalla barbarie fascista.
La settimana prima di Pasqua del 1945 fu decisiva anche per lo svolgimento della guerra in Austria. Giovedì 29 marzo 1945, dopo duri combattimenti contro il gruppo d'armate sud della Wehrmacht tedesca, il 3° fronte ucraino dell'Armata Rossa, guidato dal maresciallo Fjodor Ivanovič Tolbuchin, raggiunse per la prima volta il suolo austriaco: alle 11:05 in punto, le truppe sovietiche attraversarono il confine dell'allora Reich tedesco nelle immediate vicinanze. Questo momento storico segna l'inizio della liberazione della parte orientale dell'Austria. Solo un mese dopo, il 28 aprile, gli Alleati occidentali sarebbero entrati in Austria attraverso il Tirolo.
Attraverso la Bucklige Welt, i sovietici avanzarono verso Vienna. Il motto di Tolbuchin, che aveva già ordinato la conquista di Sofia, Bucarest e Belgrado, era: "Più ci avviciniamo a Vienna, più ci avviciniamo a Berlino, alla fine della guerra e alla vittoria!" E cercò di placare i timori della popolazione civile nei confronti dei "russi", alimentati dalla propaganda fascista. Sui manifesti e sui volantini si leggeva: "L'Armata Rossa non arriva in Austria come esercito di conquista, ma come esercito di liberazione!" E così fu!
Diverso fu il comportamento degli occupanti fascisti tedeschi. Infatti, con le ultime forze rimaste, nei giorni che precedettero la svolta sovietica, nel Burgenland e in Stiria furono commessi crimini inconcepibili. Ad esempio, nei pressi del castello di Rechnitz, nel distretto di Oberwart, i nazisti uccisero circa 200 lavoratori coatti ebrei ungheresi. Altri cosiddetti crimini della fase finale nel Burgenland furono commessi a Deutsch-Schützen, sempre nel distretto di Oberwart, a Bad Deutsch-Altenburg nel distretto di Bruck an der Leitha e nella cava di St. Margarethen, famosa in tutto il mondo per le sue opere, nel distretto di Eisenstadt-Umgebung. Oggi questi crimini sono quasi completamente dimenticati, perché non si vuole rivangare il passato.
Ma noi ricorderemo queste atrocità. Ricorderemo anche che in quelle sei settimane, dalla penetrazione sovietica alla capitolazione definitiva e incondizionata del fascismo tedesco, persero la vita quasi 90.000 persone. Tra queste vi erano civili austriaci, prigionieri politici detenuti nelle carceri e nei campi di concentramento e lavoratori coatti definiti "di razza straniera".
E così ogni giorno era importante. Dal punto di vista militare, infatti, la Wehrmacht di Hitler non aveva quasi più nulla da opporre all'avanzata dell'Armata Rossa. Il 1° aprile 1945 conquistò Eisenstadt e il 5 aprile 1945 iniziò la battaglia di Vienna. Le speranze che Vienna potesse essere risparmiata da lunghi combattimenti come quelli di Budapest erano ormai svanite. L'Operazione Radetzky, un piano di rivolta della resistenza militare guidata dal maggiore Carl Szokoll, fallì lo stesso giorno a causa di un tradimento. L'Armata Rossa dovette infine conquistare il dominio strada per strada con sanguinosi combattimenti. Solo il 13 aprile 1945 i combattimenti terminarono e Vienna fu liberata dal terrore nazista. Secondo gli storici, solo nella battaglia di Vienna caddero 19.000 soldati tedeschi e 18.000 soldati sovietici.
È merito eroico dell'Armata Rossa, dei popoli e della leadership politica dell'Unione Sovietica aver liberato la parte settentrionale del Burgenland, Vienna e gran parte dell'Austria. Ciò pose fine al regime di terrore fascista, alla guerra, alla persecuzione e agli omicidi di massa perpetrati dai nazisti. In questo modo, il Burgenland, diviso sette anni prima, rinacque come nono stato federale dell'Austria. Molti austriaci non furono solo vittime, ma anche carnefici o collaboratori. Tuttavia, molti furono anche attivi nella resistenza antifascista, in particolare i comunisti. I nostri compagni e le nostre compagne pagarono il prezzo più alto in termini di vite umane. Anche a loro va la nostra gratitudine e il nostro ricordo onorevole, così come alla gloriosa e altruista Armata Rossa e all'Unione Sovietica socialista.
In ricordo di queste battaglie, dal 19 agosto 1945 nella Schwarzenbergplatz di Vienna si erge il grande monumento agli eroi dell'Armata Rossa. L'iscrizione sulla targa di pietra davanti al monumento recita: "Monumento in onore dei soldati dell'esercito sovietico caduti per la liberazione dell'Austria dal fascismo." Sul bordo superiore del colonnato è scritto in russo: "Eterna gloria agli eroi dell'Armata Rossa caduti nella lotta contro i predatori fascisti tedeschi, per la libertà e l'indipendenza dei popoli d'Europa."
Non c'è nulla da aggiungere! Tranne: Спасибо, товарищи.
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.