www.resistenze.org - popoli resistenti - belgio - 27-03-16 - n. 582

Attacchi terroristici di Bruxelles. Tra rabbia e voglia di rialzarsi

Partito del Lavoro del Belgio (PTB) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

23/03/2016

Martedì 22 marzo, il terrore cieco dello Stato Islamico (Daesh) ha raggiunto con la sua onda d'urto Bruxelles e non solo. Gli attentati terroristici, uno presso l'aeroporto di Bruxelles e l'altro alla stazione della metropolitana di Maelbeek, nei pressi degli edifici dell'Unione Europea, hanno causato la morte di almeno 31 persone e il ferimento di 250, alcune in modo grave. Tra le vittime, gli addetti ai bagagli in aeroporto, il personale della metropolitana, viaggiatori e pendolari, persone di tutte le estrazioni, individui isolati così come famiglie di diverse nazionalità, convinzioni e origine.

Peter Mertens, presidente del PTB, in una sua prima reazione ha dichiarato: "Vite spezzate da fanatici barbari. Non ci sono scuse per il terrorismo. Non ci sono scuse per i codardi che vorrebbero distruggere il nostro vivere insieme. Non ci sono scuse. Non ci distruggeranno. Perché la solidarietà e la voglia di rialzarsi gli sbarrano la strada. I terroristi di Daesh vogliono imporre la loro visione del mondo: l'odio per l'altro, una divisione crescente, la militarizzazione, nuove guerre. Ma non riusciranno a distruggerci. Non con il terrore, non con l'odio. Questo mi dice la testimonianza toccante di Alphonse Youla, portiere "nero" che ha fornito assistenza a sei o sette persone nell'incubo dell'aeroporto. Questo è anche quello che ho letto tra le migliaia di messaggi sotto l'hashtag #jeveuxaider e #ikwilhelpen, persone che offrono un passaggio a chi lascia Bruxelles e una sistemazione per la notte, chi dona il sangue, taxi e alberghi che offrono la corsa o il pernottamento gratuiti. Il nostro paese resiste: aiutiamo per come possiamo. Questo è il messaggio delle centinaia di persone che si sono riunite spontaneamente la sera stessa degli attacchi nella centrale Place de la Bourse di Bruxelles, dove Hussein, musicista iracheno, ha cantato la speranza".

Dirk De Block, presidente del PTB di Bruxelles e Youssef Handichi membro del PTB al Parlamento di Bruxelles ed ex autista di autobus e sindacalista, hanno subito twittato: "Non permetteremo che questi vigliacchi distruggano quello che abbiamo costruito insieme", sentimento che è diffuso fra la popolazione di Bruxelles. A Bruxelles e in molte altre città in Belgio sono state organizzate numerose veglie e marce di solidarietà e incontri in cui il PTB è stata parte attiva.

Ma oggi è anche necessario porre molte domande cui dovrebbero essere fornite molte risposte. Dopo gli attacchi a Parigi dello scorso novembre, i residenti di Bruxelles hanno avuto a che fare con soldati pesantemente armati nelle strade. Ora sono giunti alla conclusione che di certo non hanno contribuito a prevenire gli attacchi terroristici. Le autorità politiche hanno stigmatizzato intere comunità come focolai del terrorismo che dovevano essere accuratamente ripuliti, mettendo in pericolo i diritti democratici delle persone, invece di usare misure specifiche e mirate contro i terroristi e le loro reti. Altre domande sorgono con ancora più forza dagli attacchi di Bruxelles. Come lottare contro il razzismo e l'esclusione, la discriminazione e la disuguaglianza, stimolando e rafforzando l'unità e la resistenza popolare contro le misure di austerità del governo? Come promuovere una pace giusta e duratura in Medio Oriente e in particolare in Siria, attraverso il dialogo e i negoziati con tutti gli attori locali e regionali, invece di proseguire con l'opzione militare con più bombe e distruzione? Come combattere efficacemente contro Daesh e l'ideologia ultra-reazionaria, senza affrontare la questione del suo sostegno finanziario e logistico che continua a giungere attraverso l'Arabia Saudita, gli altri stati del Golfo e la Turchia - tutti alleati della NATO? Perché, a medio termine, è solo combattendo le loro cause profonde che saremo in grado di contrastare efficacemente il terrorismo e la guerra, l'odio e la divisione, il razzismo e l'esclusione.


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