www.resistenze.org - popoli resistenti - belgio - 03-02-20 - n. 737

La Sécu ci protegge, proteggiamo la Sécu

Jonathan Lefèvre | solidaire.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

28/01/2020

Il rafforzamento della nostra sicurezza sociale è stato oggetto della manifestazione organizzata dalla FGTB (Fédération Générale du Travail de Belgique) martedì 28 gennaio a Bruxelles. La dimostrazione ha visto la partecipazione di 20.000 persone. Perché difendere e rafforzare la "Sécu"? Solidaire ha posto la domanda ai partecipanti.

"La sicurezza sociale ci protegge, proteggiamo la sicurezza". Questo slogan lanciato dall'organizzatore della manifestazione, la FGTB, ha riassunto la sfida della manifestazione di martedì 28 gennaio. La Sécu riguarda tutti. Senza di essa, nessuna pensione, nessun assegno familiare, indennità di malattia o disoccupazione, nessun rimborso di medicine... Questo ha un prezzo: 70 miliardi di euro ogni anno. Ma questo prezzo è pagato da ... i lavoratori.

Con i contributi per la sicurezza sociale, la parte del salario lordo che non raggiunge il conto in banca del lavoratore, viene finanziata in gran parte la previdenza sociale. Anche i padroni partecipano, attraverso i contributi datoriali. Solo che questi non smettono di diminuire, grazie alle concessioni fiscali accordate dai governi alle grandi società...: denaro pagato agli azionisti. Quindi, si riduce il finanziamento del nostro sistema di protezione sociale da un lato e si dà questo denaro agli azionisti dall'altro... È tempo di invertire la logica della ... logica neoliberista.

75 anni dopo, una nuova battaglia decisiva per la Sécu

Creato nel 1944 dalle pressioni del mondo del lavoro, il sistema di sicurezza sociale deve essere protetto e rafforzato. "È importante non dimenticare che la sicurezza sociale non viene dal nulla, che sono stati i nostri genitori e nonni a combattere per conquistare i nostri raggiungimenti sociali. Mio nonno, che mi ha cresciuto, mi ha indotto a iscrivermi al sindacato il più presto possibile. Forse è l'unica cosa su cui penso abbia avuto ragione (ride). Ho manifestato per i diritti delle donne, per la salute accessibile a tutti, per i diritti dei bambini, ecc. Abbiamo sempre ragione di manifestare per questo. Se non lo facciamo, perderemo più di quanto possiamo immaginare..." La testimonianza di Françoise, pensionata di Bruxelles membro del Gruppo "anziani in collera", prende ancora più slancio quando le viene chiesta l'età: "84 anni, e ho sempre protestato", sorride.

"Sempre più difficile curare correttamente"

L'accesso alle cure sanitarie torna molto spesso nelle risposte. Come Patrick, elettricista di Kone: "Fra 13 anni sarò in pensione. E mi spaventa perché già oggi la fine del mese è difficile. Mi mancano i denti, ma visti i costi, non posso sostituirli. Idem per mio figlio: ho dovuto pagargli un nuovo apparecchio dentale, mi è costato 2.500 euro, mi sono stati rimborsati 300 euro. Deve andare dall'oculista, abbiamo dovuto aspettare un appuntamento 4 mesi. Mia madre ha un DKV (assicurazione ospedaliera privata, nota del redattore). Gli costa 90 euro al mese. Ma lei rifiuta di interromperla perché ha paura di non essere in grado di pagare un eventuale ricovero in ospedale. Paghiamo i contributi previdenziali, ma sta diventando sempre più difficile curarci adeguatamente."

Un problema che colpisce ancora più le donne, come spiega Barbara, una lavoratrice precaria a Verviers del comitato femminile della FGTB: "La precarietà colpisce le donne ancora più gravemente. Nel mio settore, è parecchio tempo che le lavoratrici non ci stanno più dentro. Molte sono madri single che spesso non sono in grado di pagare cure sanitarie sempre più costose per sé o i loro figli... "

Anche a nord del paese è la stessa cosa. Greta, una donna di Gand dell'organizzazione femminista Furia dice: "Vogliamo politiche che si concentrino più sul bene delle persone piuttosto che sul profitto. L'azione del governo colpisce duramente le donne. A causa dell'austerità imposta nel settore della sicurezza sociale, i servizi diventano sempre più inaccessibili. Quindi sono fatti a casa e dalle donne, molto spesso. Questo fatto spinge le donne nell'arcaico ruolo di cura, rafforzando gli stereotipi... "

"Dobbiamo usare l'Europa per combattere"

Nelle Fiandre, le politiche del governo regionale di destra ovviamente non aiutano. Anna, artista freelance, scenografa e scrittrice teatrale di Gand, dice: "Il governo di Jan Jambon (N-VA) taglia il 60% delle sovvenzioni dei progetti. Il foulard giallo che copre il 60% del mio viso ne è il simbolo. Ma sono qui non solo per me stessa, ma anche per coloro che sono colpiti dai tagli realizzati nella sanità e nell'istruzione ... "

Martedì 28 gennaio, lavoratori provenienti da tutto il paese sono venuti a Bruxelles. E anche dall'estero. François Gruzon, lavoratore nelle ferrovie e Segretario generale della CGT Cheminots a Lille, afferma: "Che sia a casa nostra o a casa vostra, sottende la stessa logica: i governi nazionali vogliono liquidare le nostre conquiste sociali. Stanno attaccando pensioni, ferie pagate, sicurezza sociale in generale... Tutti questi temi devono essere collegati e diventare una lotta europea. Dobbiamo usare l'Europa per combattere".

"Appuntamento il 1° marzo per la 'Grande rabbia'"

Mentre i ferrovieri francesi, che lottano da due mesi contro la rottura del loro sistema pensionistico, passano davanti il podio del PTB, il portavoce Raoul Hedebouw che riscalda la folla chiede loro di venire a dire qualche parola al microfono. Un discorso improvvisato che riceve lunghi applausi dai lavoratori belgi.

Il portavoce e il vicedeputato federale del PTB sono contenti di questa mattina: "Il segnale dalla strada è chiaro: siamo arrabbiati e vogliamo una politica che risponda all'emergenza sociale. Vogliamo una sicurezza sociale federale forte, pensioni nette da 1.500 euro, assistenza sanitaria accessibile e un'equa distribuzione della ricchezza. Non rinunciamo a nulla e diamo già un appuntamento il 1° marzo per la mobilitazione della 'Grande Rabbia' a Bruxelles!"

Le 20.000 persone presenti martedì a Bruxelles hanno inviato un forte segnale ai politici impegnati a negoziare dietro le quinte: è sulla strada che è stata costruita la sicurezza sociale, è sulla strada che verrà salvata. E persino rafforzata.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.