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COP26: il capitalismo è la causa della distruzione dell'ambiente di vita dell'umanità

Partito Comunista del Belgio (PCB) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/11/2021

Dal momento che il capitalismo è la causa della distruzione dell'ambiente di vita dell'umanità, la sua abolizione e lo sviluppo del socialismo sono l'unica soluzione.

La COP26 è un'"asta" tra capitalisti e non fornisce una soluzione per tutta l'umanità, vuol dire una competizione per ottenere il massimo dagli investimenti "verdi", centinaia di miliardi di sussidi pubblici.

Le decine di migliaia di giovani attivisti per il clima che giustamente chiedevano un'azione audace e coerente, saranno ingannati: la COP26 non offrirà soluzioni coerenti che non tengono conto dei limiti posti dal capitalismo. I dirigenti e i negoziatori degli stati borghesi non attaccheranno mai il capitalismo, perché la società borghese è legata all'esistenza stessa del capitalismo.

Ovviamente non prenderanno nessuna misura seria, nella misura in cui queste potrebbero inficiare il capitalismo stesso. Gli altri problemi legati al capitalismo, come le guerre e lo sfruttamento, la crescente concorrenza con il conseguente aumento della povertà di gran parte dell'umanità, non saranno certo risolti da un "vertice sul clima".

La COP26 non è una "ricerca comune" ma un riflesso delle contraddizioni all'interno del capitalismo.

Le proposte sono destinate, da un lato, ad alimentare la concorrenza per la conquista del mercato da parte dei prodotti "verdi", che graverà sul concorrente "arretrato" con il problema della sovraproduzione di prodotti "vecchi" da fabbricazione "fossile". I rispettivi stati borghesi aiuteranno e sovvenzioneranno i capitalisti a pagare le loro "vecchie" centrali energetiche "a combustibile fossile", a distruggere i veicoli convenzionali e a sostituire la fornitura di combustibile "fossile" con l'espansione del combustibile elettrico. I costi saranno scaricati sulla popolazione attiva. Gli altri dovranno vedere come sopravvivere...

Lo sviluppo del capitalismo è alla radice di ciò che sta causando il riscaldamento globale.

Lo sviluppo dei prodotti e delle tecnologie di produzione si basa sull'appropriazione senza fine delle risorse naturali. Allo stesso modo, i mezzi di produzione, la tecnologia di produzione, sono di proprietà privata e controllati dai capitalisti. Tutta la produzione è principalmente orientata alla vendita dei prodotti e quindi al loro "valore di vendita" (valore di scambio). È quella parte di lavoro "gratuito" che costituisce la base dei profitti della vendita dei prodotti. Questi profitti servono all'accumulazione del capitale.

Il cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale, ma anche la guerra, lo sfruttamento, il neocolonialismo indicano che non c'è speranza nel capitalismo.

Il cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale è una delle prove che i rapporti di produzione capitalisti frenano il progresso della prosperità di tutta l'umanità. Così come anche la guerra con le sue enormi devastazioni ambientali e umane, il neocolonialismo che distrugge interi paesi e la necessità assoluta di aumentare lo sfruttamento in nome della competitività, provocando così un continuo impoverimento dei lavoratori.

Il continuo aumento di CO2 nell'aria è iniziato con lo sviluppo industriale reso possibile dall'introduzione della macchina a vapore, sia per la forza motrice che per il trasporto (navi e treni a vapore). L'uso necessario di combustibile fossile (carbone) per questo, ha segnato l'inizio del continuo aumento di CO2 nell'aria.

Il modo di produzione capitalista è la causa delle emissioni di CO2, ma anche di quelle di metano (CH4).

Il modo capitalista di produzione della carne basato su mega-imprese che ingrassano attraverso la "monocoltura" maiali e bovini, in modo "ottimale", è la causa delle emissioni di metano, l'altra fonte di riscaldamento.

Rendere l'agricoltura "climaticamente neutrale" continuerà a provocare l'espulsione di agricoltori "troppo piccoli" dal loro settore e continuerà a "produrre" mega-imprese che, a causa del loro "necessario" aumento della produttività (dovuto alla concorrenza reciproca e alla dipendenza dai monopoli di acquisto e vendita), creeranno sempre di nuovo problemi ambientali (come la necessità di sempre più fertilizzanti chimici, erbicidi, insetticidi, farmaci veterinari).

Solo il socialismo può essere una soluzione, perché trasforma i singoli agricoltori da imprenditori in competizione in lavoratori che organizzano collettivamente la produzione agricola nel miglior modo possibile, sano e sostenibile. Come anche la produzione animale in una fattoria mista che può utilizzare il letame stesso, per esempio per la concimazione (compostata) dei terreni arabili.

Il capitalismo non può offrire una soluzione per contrastare tutti gli effetti del riscaldamento globale e fornire un'alternativa per il bene di tutta l'umanità.

Il capitalismo "verde" continuerà a sfruttare le persone e ad appropriarsi delle risorse a spese delle comunità locali e dell'ambiente.

Venderà prodotti "verdi", che dovranno essere comprati... se ci saranno i soldi. Questi prodotti sono progettati per generare un profitto, non per soddisfare un bisogno.

Il capitalismo offre "soluzioni" che gli sono redditizie:

- Costringendoti a sostituire la tua auto "fossile" con un'auto elettrica... Se te la puoi permettere! Questo fenomeno sta accelerando molto rapidamente, già i grandi gruppi automobilistici annunciano che non produrranno più veicoli termici a partire da un certo anno, mentre le autorità politiche annunciano regolamenti che, alla fine, vieteranno i veicoli termici...

- Tutti vedranno aumentare il loro costo della vita, a causa delle norme dell'energia "verde" e sistemi di isolamento.

- Obbligando tutti coloro che costruiscono o ristrutturano una casa (se hanno già così tanti soldi per costruire o ristrutturare una casa!) a garantire il proprio approvvigionamento energetico (pannelli solari, pompe di calore, batterie elettriche).

Tutto questo capitalismo verde ruota intorno alla "domanda solvibile" ancora esistente, della "classe media" e dei ricchi, gli altri... beh, si arrangeranno...

Non ci possono essere soluzioni da quella che è la causa del problema e da coloro che sono il problema.

Il fine ultimo della produzione capitalista è l'accumulazione di capitale, questo richiede che la concorrenza debba essere condotta il più ferocemente possibile, che lo sfruttamento sia intensificato e che ci si appropri il più possibile di tutto ciò che la produzione rende possibile. L'uso illimitato dei combustibili fossili sarà sostituito dall'estrazione illimitata di tutti i minerali e metalli necessari per una produzione "senza fossili". La concorrenza feroce continuerà per il controllo e il possesso delle materie prime, con le "inevitabili" guerre e interventi che ne conseguono, e tutte le forme di pratiche "neocoloniali". Con il capitalismo "verde" continueranno, la distruzione dell'ambiente di vita, la deforestazione, l'inquinamento ambientale delle regioni dove si estraggono le materie prime per la produzione "verde".

Il capitalismo non può essere "aggiustato", può solo essere rovesciato.

La versione "verde" del capitalismo non significa nessun progresso per l'umanità. Non può risolvere le contraddizioni inerenti al capitalismo. Non possiamo contare su una possibile "politica diversa (ma sempre borghese)", - che non tocca il potere del capitale -, che possa portare a una "transizione giusta" e a una "politica climatica giusta".

È solo il popolo che, attraverso la sua lotta, può spezzare il potere dei monopoli.

Il capitalismo ostacola la realizzazione di una relazione equilibrata tra l'attività umana, industriale e la natura a favore dei bisogni dell'umanità. Il presupposto della produzione sociale secondo i bisogni del popolo è la gestione, il controllo e la pianificazione sociale collettiva.

Se nessuno trae profitto dalla distruzione dell'ambiente, si può raggiungere un rapporto equilibrato tra l'uomo e la natura. Solo allora si possono soddisfare contemporaneamente i bisogni dei lavoratori, il potenziale della produzione sociale e la buona gestione dell'ambiente naturale.

Per ottenere questo, i lavoratori e gli altri strati del popolo devono organizzarsi per una lotta che si concentra contro il vero nemico: il sistema che sfrutta, distrugge l'ambiente e la natura e che, per la sua protezione, può produrre solo un prodotto da comprare e pagare.

Il Partito Comunista del Belgio è pienamente impegnato nella sensibilizzazione e nell'organizzazione di questa lotta per l'abolizione del capitalismo e della sua gestione da parte dello stato borghese. Per l'instaurazione di una società socialista, preludio alla società comunista.


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