Fonte: www.granma.cubaweb.cu
Traduzione dallo spagnolo a cura di F. R.
Bolivia: 6 morti e 17 feriti negli scontri tra manifestanti e forze di polizia
La Paz, 12 ottobre
La notizia, fornita dalla televisione ATB e ripresa dall’agenzia ANSA,
riferisce di sei morti e diciassette feriti provocati dalla repressione
condotta da polizia ed esercito contro i manifestanti che da una settimana
bloccano la capitale boliviana, una mobilitazione di protesta permanente contro
le ultime misure politico economiche decise dal governo, in particolare contro
la decisione di vendere a prezzi stracciati il gas naturale agli USA.
Secondo la testimonianza del sacerdote Modesto Chino della parrocchia di
Senkata (località El Alto, a 15 Km. da La Paz), tre persone sono state uccise
scontrandosi apertamente con i militari ed i poliziotti che erano intervenuti
per liberare cinque camion bloccati dai manifestanti.
Altri tre, sono morti in Corso Ballivian di El Alto, due dei quali colpiti in
pieno petto da colpi di arma da fuoco, la notizia è stata ripresa
dall’Assemblea a Permanente dei Diritti Umani.
Lo spiegamento di forze in assetto di guerra, con mitragliatrici e blindati, ed
appoggiate da un elicottero, non è però riuscita a smantellare la mobilitazione
popolare che per il quinto giorno consecutivo mantiene il blocco della località
di El Alto, all’insegna della richiesta di nazionalizzazione degli idrocarburi
e delle dimissioni del presidente Gonzalo Sanchez de Losada.
Le forze armate sono riuscite ad aprire un corridoio per il transito di 14
autocisterne cariche di benzina per rifornire la capitale, dove ormai il
carburante è finito.
Nella capitale gli autisti dichiarano la loro solidarietà con uno sciopero di
tre giorni a partire da oggi, misure di protesta simili sono state annunciate
dai panificatori e dai macellai, aumentando così il clima di stato d’assedio di
La Paz, dove le autorità hanno già annunciato la chiusura precauzionale delle
scuole.
Nel frattempo, continuano senza esito gli sforzi di mediazione delle
organizzazioni umanitarie, che cerano una tregua per dar corso a trattative tra
il governo e le organizzazioni sociali, l’obiettivo è trovare un compromesso
ufficiale di revisione della legislazione sugli idrocarburi, al fine di
ottenerne la nazionalizzazione.