fonte
http://www.solidnet.org
da Communist Party of Bolivia, Sunday, June 12, 2005
mailto:domich2001@hotmail.com
Comunicato
del Partito Comunista della Bolivia
La sconfitta di Vaca Diez è un duro rovescio per i piani dell’ambasciata
yankee, dell’oligarchia cruceña e della destra politica che pretendeva di
ricomporre la megacoalizione del MNR-MIR-NFR e così recuperare il pieno potere.
Il piano di questo golpe dai “guanti bianchi” che pretendeva di appoggiarsi
sulla lettera morta della Costituzione Politica, è stato elaborato da sinistri
operatori del MIR e MNR, del comiteísmo cruceño ed imposto dall’ambasciata ad
una certa gerarchia militare, che ha fornito il suo appoggio senza scrupoli.
La combattiva mobilitazione popolare e lo spostamento di minatori e contadini
verso Sucre, ne hanno momentaneamente ostacolato l’applicazione
“costituzionale”, con la designazione di Eduardo Rodríguez. Ma bisogna
sottolineare il carattere assolutamente transitorio della sua designazione; i
suoi trascorsi non garantiscono niente. Si tratta di un mirista coperto,
ideologicamente un chicago-boy, che per anni è stato consulente ed avvocato
dell’ambasciata americana, elementi che devono far permanere la mobilitazione
delle masse, unica garanzia per la soddisfazione delle rivendicazioni popolari.
Che il nuovo presidente capisca quello che non si è mai voluto capire: le
mobilitazioni di massa del popolo boliviano esigono la riparazione dei
terribili danni del neoliberismo, non sono un’esibizione d’atleti dediti alla
marcia.
La Nazionalizzazione degli Idrocarburi, il motivo fondamentale della
mobilitazione delle masse, continua ad essere il centro delle rivendicazioni.
Si deve ottenere la piena proprietà sugli idrocarburi, la pianificazione della
produzione del gas e la sottoscrizione di nuovi contratti sulla base di una
nuova legge che garantisca la sovranità popolare su queste risorse nazionali.
È necessario ricomporre radicalmente il quadro politico nazionale. Non serve
solo un nuovo dirigente nazionale, ma è l’intero parlamento che deve essere
completamente rinnovato perché non rappresenta più le attuali forze sociali e
politiche. Entro 150 giorni devono essere convocate le elezioni generali con
una legge elettorale che ostacoli la riproduzione della “partitocrazia” oligarchica
ed apra lo scenario politico alle forze popolari, nazionali, patriottiche e
rivoluzionarie. In attesa della composizione di tale scenario dovranno essere
posticipate le altre rivendicazioni: l’Assemblea Costituente, la
decentralizzazione amministrativa del paese e le autonomie dipartimentali. Per
evitare che la destra giochi con questi impegni per occultare i suoi propositi
reali: mantenere il suo dominio sulle risorse naturali e le terre e permettere
che continui il saccheggio delle multinazionali.
Nel frattempo dovrà continuare il processo di organizzazione delle forze
popolari, sociali e sindacali per costituire i Comandi Politici ad ogni
livello, nazionale, dipartimentale, provinciale, di quartiere e di impresa.
Questi possono diventare le basi del Potere Popolare, a patto che siano
prodotto di un processo organico e rappresentativo. Bisogna denunciare ed
isolare gli elementi anarchici, gli immaturi di estrema sinistra che perseguono
obiettivi utopici e screditano le lotte legittime. Senza sospendere le misure
di pressione bisogna immediatamente migliorare il regime alimentare che
colpisce i bambini, gli anziani ed i malati. Si devono denunciare e punire gli
infiltrati che commettono atti di vandalismo, come danneggiare ambulanze. Si
deve prendere in considerazione l’esperienza dell’Assemblea Popolare del 1971,
la sua preparazione e sviluppo, evitando la mancanza di rappresentatività, la
spontaneità e la nascita di centri d’insulse diatribe parolaie.
Il periodo che medi tra la convocazione delle elezioni generali e la verifica
deve essere sfruttato per l’unificazione delle forze patriottiche, di sinistra,
popolari, antioligarchiche ed antimperialiste; nell’elaborazione di programmi
di lotta su basi ideologiche e scientifiche.
Solo con un’ampia unità, al di sopra di settarismi e caudillismi nocivi, si
potrà affrontare la destra. Il programma deve attrarre la stragrande immensa
maggioranza dei boliviani al di sopra delle varie distinzioni, etniche,
religiose o culturali. I ceti medi devono essere attratti e non allontanati con
atteggiamenti discriminatori. Solo l’alta borghesia, l’oligarchia e gli agenti
dell’imperialismo sono esclusi dal progetto nazionale, popolare, per la dignità
e la sovranità.
I recenti episodi della lotta popolare dimostrano che la mobilitazione non
accenna a diminuire nelle città di Alta, La Paz e le sue province. È una lotta
nazionale che da prova di una grande efficienza e capacità di mobilitazione,
come è stato dimostrato a Sucre. Per questa stessa ragione si devono intrecciare
rapporti di solidarietà coi popoli dell’oriente e del sud, sottomessi,
controllati ed intimoriti dalle operazioni fasciste del comiteísmo cruceño.
Per il Riscatto della Patria la Lotta Continua.
Unità Antioligarquica ed Antimperialista
Per l’Integrità Nazionale e la Sovranità Patria.
La Paz, 10 giugno del 2005
Marcos Domich
Primo Segretario del CC del PCB