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- popoli resistenti - bolivia - 27-10-08 - n. 247
Verso la rifondazione nazionale
di Mario Hubert Garrido - Prensa Latina
23/10/08
La Bolivia è partita per la sua definitiva rifondazione nazionale; ciò accade 18 anni dopo la Marcia dei Popoli Indigeni per rivendicare le loro terre e avere un’Assemblea Costituente.
Promulgando una legge che convoca il referendum sulla nuova Costituzione Politica dello Stato (CPE), previsto il prossimo 25 gennaio, il presidente Evo Morales ha affermato che si chiude un ciclo di interminabili lotte dei movimenti sociali.
Nel 1990 gli indigeni avevano marciato verso La Paz dall’altopiano di Los Yungas, dalle valli e dall’Amazzonia, per chiedere all’allora presidente, Jaime Paz Zamora, la garanzia di elementari diritti umani.
Nel 2008, quasi due decenni dopo, la nuova grande marcia è per la nuova Bolivia, un percorso di 199 chilometri a partire da Caracollo (Oruro) per chiedere al potere legislativo un fatto senza precedenti: che il popolo, con il suo voto, decida la nuova Costituzione.
Il presidente Evo Morales ha dichiarato che questo percorso iniziato nell’agosto2006 a Sucre, con la creazione dell’Assemblea Costituente, pone fine a una pratica di governi in cui le maggioranze sfruttate erano vittime dell’elite oligarchica, un’epoca che è terminata per sempre.
La nuova Costituzione Politica dello Stato è la miglior garanzia di un processo di cambiamento senza ritorno che cerca uguaglianza ed inclusione sociale.
“In Bolivia non si ritornerà al neoliberismo!”, ha affermato alla folla un Evo emozionato.
“La nuova legge delle leggi soddisferà anche le tanto reclamate autonomie dipartimentali, regionali ed indigene, ma tutte solidali e in funzione dell’unità nazionale. Il testo costituzionale di 411 capitoli, con un centinaio modificati, è espressione della rivendicazione dei settori sociali ma anche dei gruppi dell’opposizione”.
Il vice presidente della Repubblica, Álvaro García, ha dichiarato: “Questo documento approvato dal Congresso è suddiviso in quattro nuclei di base. Tra questi la consacrazione dell’uguaglianza per tutti i boliviani e il riconoscimento di diverse forme di lavoro e produzione. La Costituzione convalida un sistema d’autogoverno espresso nel regime d’autonomia e la preservazione dei diritti economici, sociali e della proprietà privata”.
Il testo include cambiamenti relativi alla struttura del Congresso, al regime elettorale, alle autonomie, all’uso della terra, alla giustizia indigena e all’apprendimento obbligatorio delle lingue dei popoli autoctoni.
Il referendum per la nuova Costituzione è stato reso possibile grazie alla decisione di Morales di non optare per la sua ricandidatura nel 2014, in caso di rielezione nelle prossime elezioni politiche del dicembre del 2009.
Dopo il lungo conflitto scoppiato in Bolivia sulla nuova Costituzione, tutti gli osservatori della comunità internazionale hanno preso atto della soluzione pacifica trovata.
Speriamo che questo sia un passo sicuro per la costruzione di un paese più prospero, più inclusivo e democratico. Speriamo che lo spirito di dialogo e l’impegno di pace dimostrato continuino ad essere le basi di questo sforzo, segnala una dichiarazione ufficiale.
Le organizzazioni sociali boliviane come la Central Obrera, hanno riconosciuto che adesso comincia una nuova tappa non meno difficile: la campagna per il Sì alla Costituzione.
(Traduzione Granma Int.)