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- popoli resistenti - bolivia - 15-04-09 - n. 269
da rebelion.org
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=83848&titular=bolivia:-hasta-la-próxima-conspiración-
Bolivia: Fino alla prossima cospirazione
Andrés Sal.lari
15/04/09
Se negli ultimi giorni in Bolivia qualcosa si è chiarito, questo è stato la scarsa vocazione democratica dell’opposizione nella fase di cambiamento guidata da Evo Morales.
Lo scorso sabato sembrava che il cammino per l’approvazione della legge elettorale fosse aperto, persino il giornale “La Razón”, noto per la sua guerra feroce alla politica del governo, usciva la domenica col titolo: “Evo accetta un nuovo regime elettorale e spiana la via alla legge elettorale”.
Ma il lunedì, quando sono cominciati i lavori è ripartito l’ostruzionismo. Prima hanno chiesto l’approvazione degli statuti autonomistici che qualche dipartimento aveva preparato illegalmente l’anno scorso, infine, di fronte al rifiuto di approvazione, hanno preteso di emarginare migliaia di boliviani poveri il cui unico documento è il libretto militare, per evitare che possano esercitare il loro diritto di voto, giacché la stragrande maggioranza appoggia Morales.
L’ostruzionismo era così pretestuoso da spingere coloro erano in sciopero della fame a minacciare energicamente l’occupazione del palazzo presidenziale da parte dei movimenti sociali, convocati in piazza Murillo de La Paz (prospiciente la sede del governo e del congresso boliviano).
La legge elettorale è stata finalmente approvata alle quattro del mattino di martedì, ma ciò non chiude la partita.
Da quando Evo ha preso il potere nel 2006, l’opposizione ha fatto l’impossibile per abbattere il suo governo; prima hanno cercato di impedire il lavoro dell’assemblea costituente, che ha comunque prodotto la nuova Costituzione approvata nel gennaio scorso, poi hanno tentato la via degli statuti autonomi senza il permesso del governo centrale né dell’organismo elettorale nazionale, e quando hanno approvato l’autonomia di Santa Cruz (la regione più ricca del paese e principale sede dell’opposizione al governo), si sono sentiti così forti di provare la via del referendum revocatorio. Erano convinti di vincerlo.
Dopo aver perso (ricordiamo che Morales ha vinto col 65% dei voti) hanno iniziato la sedizione aperta con il saccheggio degli uffici pubblici e della radio statale a Santa Cruz, e col noto massacro di contadini a Pando. Hanno anche provocato attentati contro il gasdotto per bloccare l’economia del paese. L’autonomia golpista è stata fermata solo dalla mobilitazione contadina, che ha letteralmente accerchiato la città.
Da allora, sembrava che l’opposizione avesse capito che deve rispettare la volontà della maggioranza, ma in questi giorni non hanno smentito le loro intenzioni destabilizzatrici.
Hanno fallito di nuovo, ma c’è da chiedersi se insisteranno ancora.
Domenica scorsa, il presidente Morales ha denunciato piani di assassinio contro la sua persona organizzati dalla destra fascista appoggiata dall’ambasciata degli Stati Uniti.
Lo stesso giorno mi è capitato di passare vicino all’edificio che ospita quell’ambasciata, una struttura enorme, almeno 10 volte più grande di qualunque ministero boliviano. A cosa serve un palazzo così grande?
La prima cosa cui ho pensato è che in quel posto si può solo fare due cose: governare o cospirare.
Fino al 22 gennaio 2006 era lì che designavano ministri e militari, cioè governavano.
Da allora non gli resta altro da fare che cospirare.
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=83643&titular=onu-se-solidariza-con-presidente-boliviano-en-huelga-de-hambre-y-apoya-su-demanda-
L’ONU solidarizza col presidente boliviano in sciopero della fame
11/04/09
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, giovedì scorso ha emesso un comunicato di solidarietà a sostegno al presidente della Bolivia, Evo Morales, che ha iniziato uno sciopero della fame per difendere la democrazia nel suo paese e la legge elettorale bloccata al Congresso dall’opposizione, impedendo una maggiore partecipazione degli indigeni.
“Il Presidente dell’ONU solidarizza e appoggia il Presidente di Bolivia, Evo Morales, ora in sciopero della fame per ottenere che il Congresso del suo paese approvi una legge elettorale che fornisca maggiore rappresentatività ai settori sociali più sfavoriti”, è il testo del comunicato firmato da Miguel D´Escoto Brockmann
Il comunicato giunge dal gabinetto di D´Escoto, in riunione plenaria a New York per preparare la prossima conferenza di capi di Stato prevista nei primi di giugno per discutere della crisi economica mondiale e della nuova architettura finanziaria internazionale.
“In questi giorni tanto cari della Settimana Santa, la nostra solidarietà e le nostre preghiere vanno al presidente Morales e al suo impegno a favore degli esclusi”.
Il Congresso boliviano ha programmato 24 ore di dibattito ininterrotte sul progetto di legge elettorale transitoria che dovrebbe dare il via alle elezioni generali del dicembre 2009 su mandato della Nuova Costituzione.
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=83630&titular=evo-morales-inicia-huelga-de-hambre-para-impulsar-ley-electoral-boliviana-
Evo Morales in sciopero della fame per sostenere la legge elettorale boliviana
10/04/09
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha cominciato oggi lo sciopero della fame insieme ai movimenti sociali che lo appoggiano per esigere dal Congresso Nazionale l’approvazione della legge elettorale necessaria per convocare le elezioni generali del 6 dicembre.
Il Congresso nazionale sta svolgendo una sessione fiume per l’approvazione del sistema elettorale transitorio previsto dalla Nuova Costituzione, questione che mantiene la divisione netta fra il governo e l’opposizione.
Morales e vari dirigenti sindacali hanno proclamato l’inizio dello sciopero della fame in una conferenza stampa svoltasi in un salone del Palazzo di Governo, dove il gruppo di scioperanti si è sistemato. L’iniziativa è stata appoggiata dai dirigenti della Centrale Operaia Boliviana (COB), il Consiglio Nazionale per il cambiamento (Conalcam) e la Confederazione Sindacale dei Lavoratori Contadini, guidati da sindacalisti vicini a Morales.
La decisione è stata presa da Morales, secondo quanto ha dichiarato, per sbloccare la situazione provocata dalla negligenza di un gruppo di parlamentari neoliberali che impedisce l’approvazione della legge elettorale.
Il nodo della discordia consiste sul numero di seggi che spettano ai popoli indigeni e il voto dei boliviani all’estero. Questo sciopero della fame rappresenta uno sforzo collettivo per l’applicazione della nuova Costituzione promulgata il febbraio scorso.
Il vicepresidente del paese e presidente del Congresso, Álvaro García Linera, ha avvisato che il dibattito potrà durare fino a venerdì ed ha suggerito ai congressisti di posticipare la loro partecipazione alla Settimana Santa.