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Gli artigli del fascismo sulla Bolivia

Carlos Flanagan * | posta@resistenze.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/11/2019

Nella giornata di ieri, domenica 10, abbiamo vissuto con angoscia l'esito, attraverso un colpo di stato fascista, di un lungo processo di destabilizzazione.

Dall'inizio del processo di cambiamento sociale iniziato con la vittoria elettorale di Evo Morales nel 2006, abbiamo assistito alla reazione ad esso dell'imperialismo, principalmente attraverso l'azione cospirativa dell'ambasciata statunitense in Bolivia.

Questo non sorprende. Fa parte della controffensiva imperialista di fronte all'avanzare dei processi di cambiamento nei paesi dell'America Latina e dei Caraibi, la sua area di influenza, il suo "cortile di casa" secondo la strategia già delineata nel XIX secolo nella cosiddetta "dottrina Monroe".

Ciò che è veramente in gioco e per cui si attua il colpo di Stato è:

1. La posizione geostrategica della Bolivia nel cuore del Sud America.

2. La sua grande ricchezza di gas, di minerali vari e in particolare la presenza del 70% delle riserve mondiali di litio, minerale essenziale per la realizzazione di batterie per telefoni cellulari e auto elettriche.

3. Che per la prima volta, i popoli originari, storicamente sfruttati, disprezzati e relegati avessero un ruolo di primo piano nella società e nel governo, cosa che ha portato alla riforma costituzionale con la quale viene creato uno Stato Plurinazionale in cui sono riconosciute 36 etnie e le loro rispettive lingue.

4. Che abbiano dimostrato nei fatti che con le politiche anti-neoliberali, opposte ai dettami dell'FMI e riaffermando la sovranità nazionale attraverso la nazionalizzazione delle risorse naturali, è stato possibile crescere per tredici anni consecutivi, con redistribuzione della ricchezza basata su politiche sociali a beneficio del popolo.

Da quegli errori, queste lezioni

A quanto pare, in molti dei nostri paesi in cui si promuovono processi di cambiamento, ciascuno con caratteristiche proprie e non trasferibili, cadiamo ancora e di nuovo in errori simili che facilitano le azioni del nemico.

E la Bolivia, una società profondamente razzista e latentemente violenta, non ha fatto eccezione. Forse ha sorpreso la velocità con cui si sono scatenati gli eventi. Ma alla fine gli errori commessi hanno contribuito a questo esito infausto.

Solo per citarne alcuni:

- Non sono stati sufficientemente potenziati i media alternativi che contrastano la predica permanente dei media mainstream contro il governo. Lo stesso vale per i social network.

- E' stata sottovalutata la campagna sui media e social media a danno della figura di Evo Morales, quando hanno montato una serie di notizie false sull'esistenza di un suo presunto figlio illegittimo con Gabriela Zapata, che si è prestata a svolgere un ruolo da oscar in tutta questa bufala, montata precedentemente al referendum del 21 febbraio. Si è insistito per portarlo avanti in questa data e si è perso. Quindi si è appreso che tutto era falso e il figlio mai esistito. Ma era già tardi e la bufala aveva raggiunto il suo obiettivo.

- Non è stato rafforzato il MAS come forza politica di azione permanente per la battaglia delle idee, necessaria a formare la coscienza politica del popolo. Tutto ruotava principalmente attorno alla figura di Evo, senza creare i ricambi necessari e si è forzata la sua candidatura elettorale, nonostante avesse perso il referendum indetto per consentirla attraverso una riforma costituzionale.

- Era prevedibile che, date le circostanze, la destra avrebbe denunciato brogli se fosse stata sconfitta. E i gravi errori commessi dalla Corte suprema elettorale nella gestione delle informazioni dello scrutinio hanno fornito loro le scuse del caso.

- Dare all'OAS la possibilità di una revisione dello scrutinio a carattere vincolante è stato come affidare alla volpe la cura delle galline nel pollaio. Un controllo dei registri esaminati avrebbe dovuto essere proposto alle autorità e ai tecnici degli organi elettorali di paesi che risultano impeccabili in materia, per garantire un'adeguata indipendenza di opinione.

- Pensare che le forze armate e di polizia arrivate in questi casi "siano neutrali e in disparte" è di un sommo candore, proprio di coloro che non conoscono l'esistenza e la meccanica della lotta di classe. Se al loro interno non viene avviato un profondo cambiamento ideologico o creati i necessari contrappesi popolari, gli apparati repressivi svolgeranno il ruolo per cui sono stati creati: essere il braccio armato dell'oligarchia. L'unico dirigente politico che ha chiarito e agito di conseguenza è stato Hugo Chavez ed è per questo che oggi le Forze armate nazionali in Venezuela rimangono fedeli alla costituzione e alla legge.

Infine, emergono chiaramente alcune conclusioni da questi eventi sfortunati:

condannare fermamente questo colpo di Stato fascista, perpetrato dall'imperialismo statunitense e dai suoi rappresentanti della destra boliviana.

fornire tutta la nostra solidarietà al popolo boliviano esigendo il rispetto dei suoi diritti elementari e legittimi.

Essere consapevoli che l'imperialismo non cesserà i suoi sforzi per sconfiggere qualsiasi processo di cambiamento, cercando i modi e i tempi più appropriati per metterli in pratica in ciascuno dei nostri paesi; e iniziare ad agire di conseguenza prima che sia troppo tardi.

Dipenderà da noi non piangere sul latte versato.

*) Carlos Flanagan, membro del Partito Comunista di Uruguay. Ex segretario Relazioni Internazionali. Ex ambasciatore d'Uruguay presso lo Stato plurinazionale di Bolivia


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