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Intervista al Segretario Generale della Gioventù Comunista di Bolivia (JCB) - "Da marxisti-leninisti assumiamo il socialismo scientifico come strumento e guida della trasformazione della società"

Gioventù Comunista di Bolivia (JCB) | jotabolivia.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/12/2020

Di seguito pubblichiamo l'intervista al compagno Gustavo Baldiviezo, Segretario generale della Gioventù Comunista di Bolivia, pubblicata su L'avant-garde, giornale del Movimento dei Giovani Comunisti di Francia.

Di seguito, la versione integrale.


A cura di Théo Kececioglu

18/11/2020

Dopo la vittoria del Movimento al Socialismo (MAS) il 18 ottobre del 2020 alle elezioni presidenziali di Bolivia, Avant-Garde ritorna con la Gioventù Comunista di Bolivia sulle prospettive di Luis Arce e la gioventù boliviana, le conseguenze del colpo di stato del dicembre 2019 e le sfide future.

Per prima cosa, può presentare la sua organizzazione giovanile?

Siamo la Gioventù Comunista di Bolivia, distaccamento giovanile del Partito Comunista di Bolivia fondata il 27 giugno del 1953, da 67 anni organizziamo i giovani del nostro paese. Durante la nostra esistenza siamo stati parte fondamentale nella creazione e rafforzamento delle organizzazioni giovanili storiche come: la Confederazione degli Studenti della Secondaria di Bolivia (CESB) e le sue federazioni dipartimentali, la Confederazione Universitaria Boliviana (CUB) e le sue federazioni in ogni università autonoma, così come abbiamo integrato con i nostri militanti i sindacati minerari, di fabbrica e contadini organizzando il popolo nella sua lotta clandestina contro le dittature che hanno devastato il nostro paese per decenni.

Cosa significa per voi la vittoria di Luis Arce e il MAS alle elezioni presidenziali?

Il trionfo del MAS con il binomio Arce - Choquehuanca significa senza alcun dubbio un trionfo popolare. È un trionfo dei lavoratori, giovani, donne, organizzazioni sociali, sindacati, partiti di sinistra e popolazione in generale che durante un anno di governo dittatoriale hanno subito assassini, torture, prigionia, intimidazione, processi penali, insicurezza del lavoro, corruzione, abbiamo visto come la dittatura ha fatto fallire le nostre imprese statali, il popolo intero ha subito la pandemia del Covid nella quale i golpisti non hanno avuto alcun tipo di piano per affrontarla, abbiamo avuto morti nelle strade, nelle nostre case, alle porte degli ospedali, insomma, abbiamo affrontato un anno che crediamo possa catalogarlo come il peggior governo della storia. In sé il trionfo del MAS rappresenta l'apertura di una breccia democratica importante per lo sviluppo del nostro paese.

Quali sono state le conseguenze del golpe per voi e il vostro paese?

Il colpo di stato ha rappresentato un indietreggiamento in ogni senso per il nostro paese. Dal punto di vista economico e produttivo sono state paralizzate le operazioni di imprese produttive come l'industrializzazione del litio, l'impianto dell'urea, cartonbol [impresa statale del cartone, ndt], papelbol [impresa statale della carta, ndt], al contempo altre imprese statali sono state portate al fallimento, come ad esempio Boliviana d'Aviazione (BoA, compagnia aerea di bandiera, ndt) nella quale è stato posto come Direttore Generale un ex direttore di un'impresa privata concorrente nel mercato di BoA. Al contempo, è iniziata la "riduzione" statale con licenziamenti di massa, diminuzione del finanziamento statale alle università dello stato.

Tra gli altri livelli che hanno colpito duramente la popolazione possiamo menzionare: il disconoscimento della normativa lavorativa che beneficia il lavoratore per cui molti lavoratori sono stati licenziati senza giustificazione, volevano cancellare i bonus la cui funzione è l'eliminazione dell'estrema povertà, è stato chiuso l'anno scolastico per i collegi fiscali (istituti d'istruzione pubblica gratuita, ndt), durante la pandemia il governo golpista - a parte i molteplici atti di corruzione nell'acquisto della strumentazione medica - non ha mai presentato un serio piano per affrontare la pandemia, al contrario ha espulso i medici cubani, ha impedito l'acquisto di medicine cubane e russe per curare il Covid. Insomma, possiamo affermare che questo governo dittatoriale ci ha portato alla rovina economica ed è costato la vita di migliaia di boliviani che sono morti senza che lo stato agisse per evitare queste morti.

Quali conclusioni traete dai quattordici anni nei quali Evo Morales è stato al potere? Quali sono stati i principali avanzamenti e problemi?

Bene, è una domanda molto ampia per una intervista di questo tipo, ma in generale possiamo dire che in 14 anni è stata recuperata la sovranità del nostro paese combinando un processo di sovranità economica - con il recupero delle risorse naturali passate dalle mani straniere e private a quelle dello stato e con l'inizio, anche se un po' lento e inefficace del processo di industrializzazione di queste risorse naturali -, con un processo di recupero della dignità dei nostri popoli indigeni e la classe lavoratrice in generale, inizia la tappa di decolonizzazione di importanti settori della società che prima del governo di Evo erano invisibili, cioè non potevano esser parte delle istituzioni dello stato. Allo stesso modo, è stata recuperata la dignità come paese rompendo con la dipendenza politica ed economica dagli USA e dall'UE ereditata dai governi precedenti subordinati all'imperialismo nordamericano ed europeo.

I problemi sono sorti dal primo giorno, va notato che da quando Evo Morales è entrato in carica come Presidente, l'imperialismo ha contrastato il governo a tutti i livelli. Ma dimentichiamoci un attimo di questo e parliamo dei problemi interni. Il MAS come organizzazione interclassista nella quale convergono dai lavoratori della campagna e della città fino alla borghesia legata al capitale finanziario, non ha mai avuto una visione integrale di paese da costruire un'alternativa al capitalismo, mai ha posto seriamente la costruzione del socialismo, al contrario negli ultimi anni ci sono stati avvicinamenti e compromessi con gli imprenditori che hanno messo dietro i lavoratori nella lista delle priorità del governo di Evo, basta vedere le proposte di Álvaro García Linera, Vicepresidente di Evo, di costruire un capitalismo andino amazzonico.

Come descrive lo scontro con i capitalisti e contro l'imperialismo in Bolivia?

La lotta contro il sistema è sempre un tema duro e complesso, attualmente dobbiamo consolidare la nostra lotta contro l'imperialismo nordamericano, dato che è stato questo a fare il golpe lo scorso 2019. Dobbiamo rompere i flagelli che ci lascia la dittatura e riprendere il cammino dell'unità latino-americana e riprendere o intavolare relazioni con stati socialisti come Vietnam, Repubblica Popolare di Corea, Cuba e con altri paesi che lottano per la loro sovranità e dignità. Non dimentichiamo che gli USA sono un paese in decadenza e come tale lancerà i suoi ultimi colpi con la forza delle armi generando guerra in tutto il mondo.

E se parliamo della lotta contro il capitalismo la questione torna complessa dato che il MAS non ha alcun piano, interesse, né prospettiva di lotta contro il sistema capitalista, questa lotta la devono assumere i lavoratori del paese senza alcun tipo di tutela, in unione con i lavoratori della campagna e la gioventù. Il nostro partito deve prepararsi per assumere questa lotta.

Quali credi che siano le sfide di Luis Arce per il nuovo periodo presidenziale?

La questione è complessa, il governo di Añez ci ha lasciato senza fondi economici, ha dimostrato di essere una cricca di delinquenti che ha rubato tutto ciò che ha potuto rubare nella sua nefasta e vile gestione. In ogni modo, il governo di Arce deve recuperare l'economia e questo è possibile solo se recupera tutte le ricchezze naturali dandogli valore aggregato nel processo di industrializzazione del nostro paese. Il governo al contempo deve consolidare la sua alleanza con la classe operaia, l'allontanamento da essa è stato il fattore fondamentale per la caduta nel golpe. Sebbene si debbano temporaneamente avere dei ponti di lavoro e coordinamento con i settori dell'impresa privata, si deve dare priorità all'unione con la classe operaia e generare meccanismi in modo che abbia un ruolo rilevante nella pianificazione ed esecuzione dei piani e programmi economici della gestione di Arce.

Quali sono le richieste della gioventù boliviana per le quali sta lottando in questo periodo?

La gioventù lavoratrice sta lottando in quest'ultimo anno per aprire una breccia democratica dato che molti giovani come Remi Fernandez, Osvaldo Gareca, Patricia Hermosa, Oerestes Sotomayor e molti compagni sono stati incarcerati senza aver commesso alcun tipo di crimine, accusati di sedizione, terrorismo, attentati alla salute quando mai hanno commesso alcun crimine se non quello di lottare per migliori condizioni di vita. Adesso, sconfitta la dittatura, noi giovani dobbiamo lottare in modo che si correggano gli errori della legge sull'istruzione 070, si migliori l'infrastruttura sanitaria, della cultura e dello sport, si generino opportunità di lavoro per tutti i giovani con stabilità e tutti i diritti lavorativi previsti dalla Legge Generale del Lavoro. C'è molta lotta da fare ancora, ma sia chiaro che la nostra lotta fondamentale e finale è per la costruzione di una nuova società più giusta e democratica, questa società è il socialismo.

Come vede la costruzione di una società socialista in Bolivia in opposizione al capitalismo e all'imperialismo?

Per prima cosa vogliamo mettere in chiaro che da marxisti-leninisti assumiamo il socialismo scientifico come strumento e guida della trasformazione della società. Al contempo, ribadiamo che la base della società socialista-comunista è la socializzazione dei mezzi di produzione, senza questa condizione non si può parlare di costruire il socialismo.

Allo stesso modo, crediamo che per parlare di socialismo qui dobbiamo realizzare un analisi e studio scientifico del nostro paese, le sue strutture e i rapporti di forza, vedendo in che modo possiamo costruire il socialismo in Bolivia, che senza dubbio ha come precedente esperienza e guida il processo di costruzione del socialismo nel XX secolo in Unione Sovietica, Vietnam, Cina, Repubblica Popolare Democratica di Corea, Cuba e altri paesi che hanno iniziato la costruzione del socialismo-comunismo e che, con gli errori commessi, consideriamo totalmente validi come germi della costruzione di un nuovo mondo.


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