Nota del PCB sull'aggravamento della crisi politica: l'impasse della conciliazione e il cammino della lotta
Partito Comunista Brasiliano (PCB) | pcb.org.br
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
06/03/2016
Gli indizi di coinvolgimento dell'ex presidente Lula in schemi di corruzione sono un ulteriore capitolo della grave crisi brasiliana, segnata dall'esaurimento del governo Dilma e dal deterioramento politico e ideologico del Partito dei Lavoratori (PT) e dei suoi satelliti. Di fronte a una congiuntura economica di recessione e riduzione del tasso di profitto, accompagnata da una grave crisi sociale approfondita dall'aggiustamento fiscale - con la crescita della disoccupazione, che raggiunge già circa 10 milioni di persone -, la borghesia è passata ad attuare un piano, articolato con settori dei grandi media, del Congresso Nazionale e della Giustizia, per togliere il PT dal Palácio do Planalto e porre le basi di un possibile governo fondato sull'avvicinamento del PSDB con il PMDB.
Nonostante il governo del PT abbia applicato servilmente le esigenze della classe dominante - come dimostrano le imposizioni dei tagli nei programmi sociali per il pagamento degli interessi sul debito dei rentiers, la legge antiterrorismo, la cessione del prè-sal, l'approfondimento delle privatizzazioni, la riforma previdenziale, gli attacchi ai diritti dei lavoratori e l'abbandono della riforma agraria - la gravità della crisi esige, dal punto di vista degli interessi del capitale, misure più profonde e rapide, davanti alle difficoltà del PT nel mantenere la politica di passività delle masse. La combinazione della crisi economica con la crisi politica rende, in questo momento, la continuità del governo petista scomoda e non necessaria per il "mercato", i cui interlocutori argomentano, attraverso i media della borghesia, che solamente cambiando governo sarà possibile tornare alla crescita economica.
L'evidente parzialità della Operação Lava-Jato, che non approfondisce le indagini sui membri del PSDB e del PMDB - nonostante imprenditori incarcerati abbiano rivelato importanti casi di corruzione -, ha promosso alcuni spettacoli mediatici, come l'inutile conduzione coercitiva di Lula per deporre alla Polizia Federale. Questa parzialità non è un caso isolato. Per la maggioranza della popolazione lavoratrice, principalmente giovane e nera, ogni approccio della polizia è sempre coercitivo e senza alcuna formalità, assistenza giuridica e tanto meno un "giusto processo legale"; non di rado, termina nell'arbitrarietà della morte, come provano le crescenti statistiche dei famigerati atti di resistenza.
La corruzione è una forma più apparente delle relazioni promiscue tra Stato borghese e gli interessi economici capitalistici. Il piano di cambiamento del governo del quale la "Lava-Jato" è solo una parte, pertanto, non è un golpe contro l'istituzionalità liberale-borghese, ma una delle vie interne a questa istituzionalità per l'imposizione di governi che meglio rispondono, in modo circonstanziato, agli interessi del capitale. Questo non significa sottovalutare, in questo quadro, le tendenze alla maggiore restrizione nel campo delle libertà democratiche che la borghesia tenterà di imporre sempre di più per far fronte all'intensificazione della lotta di classe che la crisi del capitalismo genera.
La decisione della borghesia di liberarsi del governo petista per mezzo dell'impeachment o delle dimissioni negoziate della Presidente e di invalidare, per via giudiziaria, una futura candidatura di Lula nel 2018 non giustifica la difesa del governo Dilma né dell'ex presidente da parte della sinistra socialista, perché non ci fa dimenticare la scelta politica della cupola del PT per il cammino del patto sociale borghese, come comprovato dalla Lettera ai Brasiliani, nel 2002, e la zelante cura degli interessi dei banchieri, dell'industria automobilistica, dell'agribusiness, degli imprenditori e delle società minerarie. Non ci riguarda garantire la presunzione d'innocenza di Lula e di altri leader del PT e meno ancora di immaginare che le indagini mettano a rischio la democrazia borghese, ma facciamo una profonda critica alla strategia della conciliazione di classe adottata dal PT, la quale, approfondita negli ultimi 14 anni, adesso si rivolta contro di esso.
Di fronte a questo, il PCB non vede ragioni per alterare la sua posizione di indipendenza di classe e opposizione di sinistra all'attuale governo, che l'ex presidente Lula non ha mai smesso di influenzare direttamente. Il PT ha preparato lo stesso terreno paludoso dove adesso affonda, quando ha scelto di rafforzare lo Stato borghese, quando tagliava i diritti dei lavoratori. Infine, il PCB non rafforzerà il culto depoliticizzato, personalista e nostalgico di un leaderismo che, attraverso il suo carisma, ha utilizzato l'appoggio dei lavoratori per operare una politica che ha privilegiato gli interessi capitalistici. Non ci uniremo alle iniziative ipoteticamente dedicate alla difesa della democrazia con coloro che, negli ultimi tempi, ci hanno colpito in cambio della governabilità a tutti i costi. Sollecitiamo alla formazione di un blocco di lotte di carattere anticapitalista e socialista, per resistere agli attacchi del capitale e avanzare nella prospettiva della costruzione del Potere Popolare e del Socialismo.
PCB - Partito Comunista Brasiliano
Commissione Politica Nazionale - 6 marzo 2016
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