www.resistenze.org - popoli resistenti - brasile - 14-05-16 - n. 589

Organizzare la lotta contro l'illegittimo governo Temer e gli attacchi del capitale

Partito Comunista Brasiliano (PCB) | pcb.org.br
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/05/2016

Il PCB ripudia pubblicamente con veemenza le manovre parlamentari, giudiziarie e mediatiche che hanno portato, il 12 maggio 2016, alla destituzione di Dilma Roussef dalla Presidenza della Repubblica per 180 giorni. Il PCB si unisce ai movimenti popolari impegnati nella lotta contro l'avanzata delle forze di destra nel nostro paese e propone un dialogo sistematico sulle linee di azione che saranno adottate di fronte alle sfide poste ai lavoratori nella nuova congiuntura.

In questo momento grave per sindacati, movimenti sociali e settori progressisti, fare un bilancio profondo delle cause dell'esaurimento della strategia di potere del Partito dei Lavoratori (PT) è molto importante, quanto denunciare le intezioni della borghesia nel radicalizzare il progetto neoliberista attraverso l'illegittimo governo di Michel Temer.

La principale causa dello svuotamento del secondo governo Dilma è stato l'esaurimento delle condizioni economiche e politiche che resero possibile il patto stabilito tra il petismo e la borghesia a partire dal primo governo Lula. Con la divulgazione della Lettera ai brasiliani, nel 2002, il PT si sottomise ai principi base dell'ordine stabilito in Brasile. Diede continuità alle politiche neoliberiste di FHC facendo avanzare lo sfruttamento dei lavoratori brasiliani e promosse la passività delle masse popolari concedendo l'ampliamento del credito al consumatore e delle politiche compensatorie, come i programmi Bolsa Familia, Minha Casa/Minha Vida, FIES, PROUNI e PRONATEC.

I risultati immediati di questo patto, come l'aumento del 30% del reddito delle famiglie, la ricomposizione del potere d'acquisto del salario minimo e l'espansione del consumo di massa, nascondevano una serie di gravi contraddizioni presenti nella politica di conciliazione di classe adottata dal PT. Una di queste è stata l'alleanza con il PMDB e altri partiti di destra, segnata dalle spurie articolazioni nel parlamento, con la distribuzione di cariche e ministeri e curando gli interessi borghesi, in cambio della governabilità. Impigliato dalle forze conservatrici e pratiche fisiologiche, il PT ha negato punto per punto le caratteristiche più evidenti del suo discorso originale: etica nella politica, trasparenza nella gestione, prossimità delle basi, separazione delle cariche nella macchina pubblica e indipendenza di fronte al capitale. Ha favorito l'alleanza con i gruppi rappresentativi del capitale finanziario, dell'agrobusiness, della grande industria e del commercio, non ha toccato il monopolio dei media e ha confidato in un sistema giudiziario al servizio degli interessi delle classi dominanti.

L'impatto di questa scelta politica insieme ai sindacati e ai movimenti sociali è stato devastante. Il PT ha scoraggiato la combattività e la criticità dei settori più organizzati dei lavoratori della città e della campagna con l'intento di compiere la sua parte nell'accordo di non mettere in discussione le basi della dominazione borghese nel paese. Una delle risorse per imbrigliare sindacati e movimenti sociali è stata la cooptazione dei suoi leader in migliaia di cariche commissionate nell'apparato pubblico federale. I governi petisti sono riusciti, almeno fino al 2013, a realizzare con successo una tattica di smobilitazione delle masse, giustificando la sospensione momentanea di un programma riformista a beneficio dell'accumulo di forze per i passi successivi.

Il vulcano popolare risvegliato nelle Giornate del 2013 ha dato vita a una rivolta popolare spontanea contro il peggioramento delle condizioni di vita nelle città, determinate dalla mercificazione delle politiche pubbliche nella sanità, istruzione e trasporto, con il rafforzamento del dominio del capitale sulle varie dimensioni dello spazio pubblico. La scelta petista per la cittadinanza che ha spinto i consumi anziché promuovere il cammino delle modifiche strutturali, ha avuto il suo prezzo da pagare e ha colpito duramente la popolarità del governo federale. Dilma con il supporto della manipolazione mediatica, ha risposto alle Giornate del 2013 etichettando i manifestanti come ribelli, sanzionando con leggi repressive le manifestazioni popolari, rimuovendo la popolazione povera dai terreni consegnati agli speculatori e concentrandosi sulle opere per la Coppa del Mondo.

La vittoria ottenuta da Dilma nelle elezioni del 2014, in mezzo ai riflessi in Brasile della crisi mondiale del capitalismo che ha imposto il rallentamento della produzione industriale e la recessione in vari settori, associata al terremoto della denuncia di corruzione e alla composizione di un Congresso più conservatore, hanno contribuito ulteriormente ad una posizione ancora più servile verso gli interessi dei capitalisti. Dopo i risultati elettorali, si è rivelata la truffa ideologica del blocco di governo, che ha dato seguito al progetto di conciliazione di classe e ha riservato ai lavoratori e alle popolazioni più povere, tagli nei programmi sociali, attacchi ai diritti dei lavoratori e l'approvazione del Decreto di Legge e Ordine, che criminalizza le manifestazioni e le attività sociali.

Con l'approfondimento della crisi economica, l'abbassamento del rating del Brasile secondo le famigerate "agenzie di classificazione dei rischi" e l'indebolimento del governo attraverso gli attacchi mediatici e le azioni spettacolari dell'Operazione Lava Jato, si è contribuito al consenso borghese intorno alla destituzione della Presidente Dilma. Nessun appello di Dilma alla realizzazione di un "patto nazionale" ha invertito questa determinazione.

Dall'inizio di questa cosiddetta crisi politica, il PCB si è schierato contro il processo di impeachment affermando che qualsiasi risultato sarebbe contrario ai lavoratori, sia che Dilma rimanesse al governo a costo di maggiori concessioni al capitale, sia che fosse sostituita da un governo puro sangue della borghesia. Con la sua politica di conciliazione di classe, nel breve tempo di questa crisi, il PT ha intrapreso l'unica azione che poteva salvare il mandato di Dilma, ossia, la realizzazione di una profonda autocritica pubblica e una vero e proprio spostamento a sinistra, in modo da mobilitare i lavoratori in sua difesa. Molto meno potrà fare nel periodo di almeno 180 giorni di destituzione della Presidente.

In tutto questo processo è stata smascherata l'ipocrisia della democrazia formale brasiliana e il marciume delle istituzioni borghesi. La coalizione politica che, in forma illegittima, assume adesso il paese, guidata da chi ha tramato contro lo stesso governo di cui faceva parte, rappresenta i settori più reazionari e traditori della società brasiliana. Il governo di Temer cercherà di applicare in maniera feroce tutto quello che il PT faceva gradualmente, poiché deve soddisfare rapidamente i suoi patrocinatori, i banchieri, gli industriali, la grande distribuzione, le grandi imprese dei servizi e l'agrobusiness.

Come il PMDB ha già annunciato nel progetto "Ponte per il Futuro", che dovrebbe chiamarsi "ponte per la barbarie", il governo pretende di realizzare un brutale aggiustamente fiscale, con tagli ai diritti dei lavoratori, alla spesa sociale, riforma delle pensioni, ulteriore consegna del pre-sale alle multinazionali, un'accelerazione della politica di privatizzazioni e profonde riforme del lavoro per precarizzare ancora di più i diritti dei lavoratori. Questo è il progetto delle classi dominanti per affrontare la crisi e caricare ancor di più gli oneri sul conto dei lavoratori, dando seguito alle misure che già erano state applicate dal governo del PT, come la controriforma della Previdenza, il partenariato pubblico-privato, la legge antiterrorismo e il recente Progetto di Legge Complementare 257 (PLP 257/2016), che mira ai diritti degli operatori e agli investimenti nel servizio pubblico, con l'obiettivo di preservare il pagamento del debito pubblico al sistema finanziario.

Ma il colpo potrebber ritorcersi contro. Questo governo prende il sopravvento in un momento di grave crisi economica, sociale e politica, con un malcontento generalizzato della popolazione in funzione delle precarie condizioni di vita, di caos urbano, di precarizzazione della sanità, istruzione e infrastruttura, e una disoccupazione che colpisce circa 11 milioni di lavoratori. In una congiuntura di questo tipo, le misure che il governo pretende di assumere aggraveranno ancora di più la crisi e intensificheranno la lotta di classe, con l'uso di maggiore repressione e violenza contro i lavoratori e movimenti sociali.

In questo quadro, si rende urgente l'unità di tutte le forze anticapitaliste e antimperialiste. Il momento è di costruzione di un grande Blocco di Lotte che sia capace di riunire tutti coloro che sono contrari a questo governo illegittimo, in un processo di unità d'azione, con pluralità, senza posizioni settarie e egemoniche. In questo processo, è fondamentale che le forze popolari realizzino, nel momento più opportuno, un Incontro nazionale delle classi lavoratrici e del movimento popolare, con un'agenda minima e una piattaforma unitaria di lotte che sia capace di rovesciare questo governo nelle strade, nei luoghi di lavoro, di abitazione e studio. Solamente il cammino della lotta nella difesa intransigente degli interessi della classe lavoratrice può sedimentare l'unità per combattere in modo radicale gli attacchi sferrati dai capitalisti, puntando alla costruzione del Potere Popolare e del Socialismo.

PCB - Partito Comunista Brasiliano
Commissione Politica Nazionale - 14 maggio 2016


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