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L'usurpatore e il cammino dell'usurpazione

Mauro Iasi | odiario.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

31/05/2016

La cosa più preoccupante nell'attuale crisi politica brasiliana, non sono tanto le degradanti e circensi votazioni della Camera dei deputati e del Senato brasiliani, ma l'azione del governo e dei partiti che partecipavano, dalla prima elezioni di Lula da Silva, all'organizzazione e alla mobilitazione della classe lavoratrice. Per questo viene naturale una conclusione di Mauro Iasi: "Dopo aver trasformato la democrazia in una astrazione che non è sentita da buona parte della nostra classe, non si può sperare che le persone si mobilitino per difenderla". Come anche non ha senso che la classe lavoratrice, in particolare il suo distaccamento operaio, sia mobilitata come massa, popolo o cittadini…, se questa non è prima organizzata come classe lavoratrice, come classe operaia.

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Dalla parte del congiurante c'è soltanto paura, gelosia, sospetto di pena che lo sbigottisce" - Niccolò Machiavelli

Abbiamo al governo un usurpatore, ma dobbiamo interrogarci sulla natura di questa usurpazione. Per un marxista il carattere di un governo si misura dagli interessi di classe che rappresenta, a volte direttamente e chiaramente, a volte mediati e offuscati da forme che ostacolano la percezione del carattere di classe coinvolto.

Nel caso particolare che analizziamo, il nostro compito è facilitato dal fatto che le misure annunciate non nascondono le loro intenzioni. Sia nei termini espressi nel progetto del PMDB [Partito del Movimento Democratico Brasiliano, centro], denominato Ponte per il Futuro, sia nella forma presentata dal presidente del Senato, Renan Calheiros, come Agenda Brasile, sia nei numerosi progetti che transitano nel Congresso, circa 56 e che trovano un percorso alleggerito per esser implementati, tutto indica chiaramente una linea inequivocabile che mira alla brutalità dell'aggiustamento necessario al capitale, l'attacco ai diritti dei lavoratori e il regresso sociale e culturale.

In linee generale possiamo indicare tre assi fondamentali: l'aggiustamento economico manifestato nelle misure dette di "austerità", misure nel campo dei valori e relativa offensiva moralista/oscurantista e misure giuridico-politiche di garanzia dell'ordine.

Nel campo dell'austerità vediamo i tagli dei finanziamenti alle aree sociali, le critiche alla dimensione delle politiche pubbliche come la Bolsa Familia, le proposte di diminuzione e deformazione del SUS [Sistema Unico di Salute], la privatizzazione dell'insegnamento a tutti i livelli - sia di base che superiore -, un'altra riforma previdenziale, la diminuzione dei ministeri, la flessibilità o l'estinzione delle licenze ambientali, il famigerato PL 257 che in nome della regolarizzazione dei rapporti e dei debiti degli Stati e dei municipi, pone condizioni per regolare i conti congelando i salari e bloccando le carriere, con tagli brutali della spesa, fino ai programmi di dimissione volontaria che renderanno lettera morta la stabilità del posto di lavoro dei funzionari pubblici a tutti i livelli.

L'offensiva oscurantista si esprime, anche, in queste misure chiamate di "austerità", come è il caso della chiusura del Ministero della Cultura e altre istituti, nel regresso nell'Agenda dei Quilombolas e delle nazioni indigene, nello smantellamento del SUS. Tuttavia, è in alcune iniziative che si presenta in forma più chiara, come nello Statuto della Famiglia in lavorazione, nelle differenti iniziative di restrizione del dibattito di genere, dell'agenda LGBT e del libero diritto di opinione nell'istruzione, così come si esprime nelle differenti leggi bavaglio nell'ambito municipale, nelle cosiddette iniziative della Scuola senza Partito o che denominano "ideologia di genere" e iniziative simili nel Congresso Nazionale.

I segmenti dominanti che usurpano il potere esecutivo attraverso manovre giuridiche, parlamentari e mediatiche di carattere casistico, opportunista, contornando il proprio quadro legale e costituzionale, sanno che la drammaticità di tali misure provocherà reazioni e saranno necessarie misure legali di contenimento e garanzia della legge e dell'ordine. In questo ambito lo Stato borghese sembra esser ben preparato, non solo con strumenti giuridici e dispositivi giudiziari, ma con apparati di repressione pronti ad esser utilizzati.

Il carattere di classe dell'usurpazione è evidente. Si tratta di trovare la forma adeguata di imporre, più rapidamente e profondamente, gli "aggiustamenti" necessari al buon andamento dell'accumulazione di capitali, nello stesso tempo in cui si produce un regolamento di conti politico e ideologico che legittima, di fronte alla società, tali misure, non solo per il loro evidente carattere particolare, ma per la loro presunta universalità: "salvare il Brasile". Ma il Brasile, necessita di esser salvato?

Il discorso ideologico degli usurpatori si legittima con il discorso che il paese necessita di esser salvato da un governo "disastroso" e "irresponsabile" che, mettendo a rischio l'economia, ha portato la nazione nel caos. Forse il discorso più significativo, nel mucchio di irregolarità che hanno segnato il dibattito al Senato della Repubblica in occasione dell'accettazione del processo di impeachment della Presidente, è stato di un senatore del PTB [Partito Laburista Brasiliano, centrodestra] di Pernabuco, che nel difendere il governo Dilma ha fatto un discorso molto ben articolato argomentando i motivi per cui non si poteva accusare la presidente di "irresponsabilità fiscale". Davanti ad un certo disagio dei governisti, il senatore ha delineato un rosario di iniziative che vanno dai tagli al bilancio, alle misure di risanamento finanziario, alla riforma della previdenza, al contenimento delle spese, tutto questo senza smettere di incentivare l'agrobusiness, le industrie, il commercio esportatore e le banche, misure volte soprattutto, nelle parole del parlamentare, che non si preoccupavano di colpire gli interessi dei pensionati, delle categorie professionali e del funzionamento pubblico.

Quando guardiamo le misure appuntate sull'agenda reazionaria dell'usurpatore che occupa il Palácio do Planalto, vediamo con preoccupazione che il governo che è stato rimosso ha spianato
, a tutti i livelli, il terreno per il regresso. Le negoziazioni con Renan e la sua Agenda Brasile, erano già molto avanzate nell'attacco alle licenze ambientali, alle quilombolas, agli indigeni e i colpiti dalle dighe, in nome della creazione delle condizioni per la ripresa della "crescita economica" il volume dei tagli, già implementato, è arrivato fino a demolire, ad esempio, le università e a soffocare fortemente le politiche in materia di salute, istruzione, assistenza. Il rischio evidente di privatizzazione e mercificazione dell'insegnamento è stato già indicato chiaramente nel Piano Nazionale dell'Istruzione, ad esempio, quando indica che il fondo pubblico può esser indirizzato per finanziare sia l'istruzione pubblica, che quella privata.

La minaccia di regolarizzare l'esternalizzazione, comprese le attività finali, non è una novità in vari ambiti, ma evidenziamo l'area della sanità. Sottolineando che dobbiamo esser contro l'esternalizzazione a tutti i livelli, ricordiamo che quando una OS implementa un CAPS, nel corpo dell'eufemisticamente chiamato partenariato pubblico-privato, per operare azioni nel SUS, assume medici, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti dal CLT [
Consolidamento delle Leggi del Lavoro]. Ora, queste professioni svolgono attività "medie" o "finali" nella realizzazione delle cure. E per restare nel campo della salute, che cosa significa esattamente la EBSERH [Impresa Brasiliana di Servizi Ospedalieri] che ci hanno fatto ingoiare nelle università?

Nell'ambito della cosiddetta regressione dei valori, le cose non sono migliori. Il governo interrotto ha flirtato pericolosamente con l'oscurantismo, ha ceduto varie volte per non provocare la suscettibilità fondamentalista, sia nel campo dell'agenda LGTB, sia nel campo più generale dei valori, anche nella necessaria difesa del carattere laico dello Stato. Le immagini della presidente implorante il voto nel tempio di Salomone, monumento di arretratezza morale e di precario senso estetico, che accetta la lettere delle "donne evangeliche" per i voti di quella parte e l'appoggio della bancata evangelica, sono indicazioni di concessioni maggiori che vedremo in futuro.

Nel campo stesso dei mezzi repressivi e giuridici il terreno è stato ampiamente spianato dal governo interrotto, sia per il mantenimento ingiustificato di dispostivi legali, come la famigerata Legge della Sicurezza Nazionale e sia per la creazione di nuovi, come la Portaria Normativa di dicembre 2013, che dispone sulle Operazioni di garanzia della Legge e dell'Ordine e più chiaramente, l'attuale Legge Antiterrorismo.

A questo punto l'usurpazione acquisisce una forma paradossale. Perché interrompere un governo che cedeva
in tutto alle esigenze dei segmenti conservatori? In verità gli strati dominanti si sono divisi su questo. Alla fine del 2015 c'era chiaramente un allineamento delle fazioni di classe della borghesia monopolista in nome della "stabilità" e una direzione chiara di indebolimento del governo per rovesciarlo nel 2018. Ciò che è cambiato da allora è che la destra, parlamentare e sociale, ha intuito il momento difficile del governo e ha deciso di partire all'attacco. Nel momento in cui si è avviato il processo di impeachment nel quale Cunha è stato elemento chiave, è precipitata la situazione di instabilità che è culminata nell'allineamento della borghesia nella direzione di interruzione del mandato di Dilma e nella fine del ciclo petista al governo.

Questo è l'elemento che rende complessa la congiuntura. Per un buon funzionamento dell'equazione usurpatrice era necessario legittimare l'atto. Tuttavia, siccome per la sua esecuzione sarebbe necessario torcere la legalità, una volta che è sembrato evidente che non è avvenuto il cosiddetto crimine di responsabilità, la linea adottata è stata quella della legittimità di sostituire un governo che ha perso l'appoggio parlamentare e sociale, con uno nuovo, che garantirebbe la stabilità necessaria.

Ogni cospiratore, diceva Machiavelli, necessita di far credere che la rimozione di un governante soddisferà i desideri e le aspirazione del popolo, una volta che la propria azione cospirativa che culmina nell'usurpazione del potere, sia per sua natura vista
dal popolo come odiosa, causando, nelle parole del fiorentino, "infinite difficoltà che deve affrontare chi congiura". Era imprescindibile creare un clima di insoddisfazione e opposizione in ampi segmenti di popolazione contro il governo e questo è stato il prodotto della combinazione di azioni giudiziarie e mediatiche che sono state efficienti nell'appiccicare al governo la macchia della corruzione, degli eccessi e dell'incompetenza. Come è proprio della logica del pregiudizio, è stato funzionale attribuire queste stigmate alla "sinistra" e continuare la sporca lotta politica dell'anticomunismo e della minaccia alla famiglia, la morale, la patria come pretesto per l'azione usurpatrice.

La condizione del "cospiratore" implica più difficoltà di chi è nella posizione di governo, per la realizzazione dei propri obiettivi. Il governo ha risorse di potere considerevoli, che si sono già dimostrate efficienti: dal potere di nominare cariche, negoziare fondi, offrire appoggio politico elettorale. Così come una risorsa che non dobbiamo sottovalutare è la "legittimità" del voto. Mettiamo tra virgolette il termine legittimità perché non consideriamo che nelle condizioni in cui si svolgono le elezioni in Brasile, possiamo presuppore, senza altre considerazioni, che il voto implichi la legittimazione. Una disputa in cui un candidato dispone della generosa donazione di imprenditori, banche, piani sanitari, dell'agro-business, tra gli altri, di R$ 381 milioni da spendere, di quasi 12 minuti di tempo in televisione, contro altri che non raggiungono i R$ 40 mila di contributi militanti e hanno 45 secondi in TV (dopo la miniriforma del 2015 questo tempo sarà di 17 secondi), non può esser la base per qualsiasi cosa che possa esser definita legittima.

Comunque, la carica comporta risorse considerevoli che sommate a un sostegno popolare, ricordiamo che il livello di consenso del governo negli anni precedenti era quasi dell'80%, rende difficile la vita dei cospiratori. Era necessario capovolgere un po' di queste risorse. L'offensiva mediatica, le manifestazioni di strada, le azioni giudiziarie, la corrosione della base di sostegno, hanno fatto questo lavoro.

Questo è stato il ruolo della destra, nel quale si è disimpegnata con efficienza. Tuttavia, il fatto che il governo, in nome della governabilità scelta dall'alto, insistentemente si sia impegnato nel mostrarsi responsabile con quelli a cui doveva la sua governabilità (le alleanze politiche in parlamento e il patto con la borghesia a favore della "crescita economica"), attraverso le innumerevoli misure, delle quali qui abbiamo elencato solo alcune, ha minato la principale risorsa del governo interrotto: l'appoggio popolare.

E' vero che segmenti di sinistra, generosamente, muovono le loro risorse contro la destra usurpatrice, ma c'è una differenza tra muovere segmenti sociali di punta, basi di partito, sindacati e movimenti sociali e avere l'appoggio dei lavoratori come classe e la possibilità di ampliare questo appoggio su basi di massa. Il problema è che questo non è possibile adesso come forma unica di reazione all'attacco istituzionale che la destra ha operato con abilità.

Lo stesso Machiavelli affermava che non si deve cadere credendo che si troverà qualcuno che ti solleva, poiché questo non accadrà. E spiega:

"Pertanto questi nostri principi, che erano stati per molti anni nel loro principato, non accusino la fortuna per averlo poi perso, ma la loro ignavia. Nei tempi tranquilli essi non hanno mai pensato che ci possono essere dei rivolgimenti (è un difetto comune degli uomini, quello di non fare conto nel-la bonaccia della tempesta). Poi, quando vennero i tempi avversi, pensarono di fuggirsi e non di difendersi. E sperarono che i popoli, infastiditi dalla insolenza di vincitori, li richiamassero".


Questo può avere senso solo se tutto il resto fallisce. Sarà questo il nostro caso? La frase di Lula, impegnando le sue speranze in una scissione nel PMDB che permetterebbe di ricomporre la base della governabilità rovesciando l'impeachment o creare le condizioni per un ritorno al governo nel 2018, sembra indicare questo cammino. Ci sembra un pessimo cammino.

L'usurpazione è stata facilitata dalla negligenza. Le masse, in particolare i lavoratori, non si muovono in difesa di astrazioni. Sperare che scendano nelle strade in difesa della "democrazia" o dello "Stato di diritto" è un'illusione. Come già affermai, la democrazia non muore solo per manovre di palazzo e parlamentari, per mezzo di contorsioni e di opportunismi legali. La democrazia agonizza quando un muratore è sequestrato, torturato, assassinato e il suo corpo nascosto, come il corpo di Amarildo. La democrazia agonizza con il suo corpo trascinato da una macchina, come il corpo di Claudia. La democrazia muore in ogni giovane nero che ingrossa la lista dei famigerati atti di resistenza. La giustizia langue quando Rafael Braga continua ad esser prigioniero per aver portato un disinfettante e i militanti sono processati per aver manifestato contro le fraudolente opere della Coppa del Mondo della FIFA. La democrazia muore con ogni casa che cade a Vila Autódromo, in ogni comunità indigena attaccata da pistoleri, in ogni città rasa al suolo dal fango delle miniere o dalla furia degli appaltatori. Dopo aver trasformato la democrazia in una astrazione che non è sentita da buona parte della nostra classe, non si può sperare che le persone si mobilitino per difenderla.

Le misure intraprese dagli usurpatori e che già erano state iniziate dal governo interrotto, attaccano alcuni degli elementi più essenziali della vita, non nell'astrazione dei "diritti", ma nelle condizioni della nostra esistenza. Una casa per abitare, la terra da coltivare, il cibo che sazia la fame, una cura che salva la vita, una scuola che alimenta lo spirito e la coscienza, il lavoro, il trasporto. I giovani che occupano le scuole, i compagni nelle occupazioni urbane e rurali, le fabbriche occupate, artisti che occupano il defunto Ministero della Cultura, ci mostrano un cammino per sostanziare la democrazia, riempirla di carne vera, colore e profumo.

Quando non sarà più un fantasma in giacca e cravatta, quando bacerà la bocca degli oppressi, quando marcerà al nostro fianco, viaggerà negli autobus, vivrà in periferia, quando subirà la violenza della città e del lavoro, quando suderà il nostro sudore, sanguinerà del nostro sangue e piangerà le nostre lacrime, quando si leverà la benda dagli occhi e impugnerà la spada verso gli oppressori… forse allora saranno molti alla difesa della democrazia e gli usurpatori non potranno far altro che nascondersi sotto il mantello della notte e dell'arbitrio.

"Sono buone, sono certe, sono durevoli solamente quelle difese, che dipendono proprio da te e dalla tua virtù." Machiavelli

* Mauro Iasi è membro del Comitato Centrale del Partito Comunista Brasiliano (PCB)


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