da Prensa Latina
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E’ morto oggi un emblematico
dirigente comunista cileno
Santiago del Cile, 6 marzo (PL)
La presidentessa del Partito Comunista (PC, del Cile) Gladys Marín Millie, è
morta oggi nella capitale a 64 anni d’età, in seguito ad un cancro cerebrale.
Lo hanno reso noto i dirigenti del partito, che hanno decretato il lutto
nazionale per il decesso di Gladys Marín
Il significativo dirigente cileno era stato operato in Svezia di un tumore
maligno nell’ottobre del 2003, cui era seguito un lungo processo di trattamento
e recupero a Cuba, dove aveva lottato per la vita con vigore. Nell’ottobre
dello scorso anno, era stata sottoposta ad un nuovo intervento chirurgico,
questa volta a Cuba, per eliminare del tessuto necrotizzato nell’area dove era
stato operata. In quell'occasione era stato scoperto un nuovo e più esteso
tumore.
Benché l’operazione riuscisse, il suo stato di salute aveva cominciato a
deteriorarsi. Persa parzialmente la facoltà di parola e dei movimenti, nel
dicembre scorso era ritornata in Cile per passare il Natale con familiare ed
amici.
La dirigente comunista, una delle più valorose lottatrici contro la dittatura
del generale Augusto Pinochet e candidata presidenziale del PC nelle elezioni
del 1999, nacque il 16 Luglio 1941 nella località di Curepto, vicino a Curicó,
nella VII Regione.
Figlia di padre contadino (Heraclio Marín) e di madre maestra (Adriana Millie),
a 11 anni, era già un’attivista nei movimenti giovanili cristiani, e si sposta
da sola a Santiago dove si stabilisce in una pensione di via Recoleta. Studia
prima nel Liceo 5, dopo comincia la sua formazione come insegnante nella Scuola
Normale No. 2 di Santiago, dove entrerà nella Gioventù Comunista.
Nel 1960 viene scelta come membro del Comitato Centrale del raggruppamento
giovanile, lavora nella Commissione Femminile legandosi all’organizzazione di
maestri del Sesto Comune.
In quell’epoca la JJ.CC cercava di trasformarsi in un movimento di massa che
stesse al pari con le inquietudini dei giovani. Il PC era uscito da 10 anni di
illegalità prodotta dalla cosiddetta “Legge di Difesa della Democrazia”,
imposta da Gabriel González Videla.
Nel 1963, Gladys Marín è dirigente del Comando Giovanile di Salvador Allende,
spingendo varie iniziative, come la costruzione di parchi infantili in molte
città del paese ed impianti sportivi, e
partecipando attivamente in campagne di solidarietà con Cuba e Vietnam.
Dopo una Conferenza Nazionale è scelta Segretaria Generale della JJ.CC e due
anni dopo diventa Deputata per il secondo distretto di Santiago. Viene poi
rieletta con un’alta votazione.
Col trionfo di Salvador Allende e l’Unità Popolare il 4 settembre del 1970,
l’organizzazione giovanile che dirige moltiplica le sue attività. Partecipa
attivamente alla marcia di Arica e Magellano contro il fascismo e la guerra
civile.
Nel settembre del 1973, dopo il golpe, Gladys Marín passa alla clandestinità.
Nel dicembre dello stesso anno, per decisione del Partito, e contro la sua
volontà, si rifugia nell’ambasciata d’Olanda a Santiago.
In esilio assume i compiti della solidarietà con la causa cilena. Percorre vari
paesi denunciando i crimini che si commettevano in Cile.
Nel 1976, è arrestato suo marito Jorge Muñoz, padre dei suoi due figli, membro
della Commissione Politica del Partito, finendo nella lista degli scomparso
politici.
Agli inizi del 1978, ritorna clandestinamente in Cile e guida il lavoro di
direzione del PC all’interno. Nel 1984 assume la Sotto Segreteria Generale.
Dopo il XX Congresso, nel 1994, Gladys Marín è scelta come Segretaria Generale
(Presidentessa) di questo Partito e nel giugno del 1998, candidata alla
Presidenza della Repubblica.
lac/apr
traduzione dallo spagnolo di FR