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da Partito Comunista del Cile – Gioventù Comunista

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Le manifestazioni studentesche dimostrano la crisi del sistema educativo nazionale

Comunicato del PC cileno e gioventù comunista cilena

 

01 Giugno 2006

Le proteste degli studenti di scuola media in diverse città del paese, culminate con l’occupazione di più di una ventina di strutture scolastiche, sono l'espressione più rilevante della grave crisi che colpisce il sistema educativo e che traspariva, fra l’altro, nell’inefficace sistema del credito fiscale universitario, nei fallimenti che mostra la prova Simce dell’educazione di base, nell’opposizione dei docenti ad un arbitrario processo di valutazione e nei discriminatori risultati della PSU per la selezione dei candidati all’educazione superiore.

 

Alle esigenze di gratuità della PSU, gli studenti secondari hanno saldato le loro denunce circa l’inconsistenza della cosiddetta Giornata Scolare Completa, il modello di “modernizzazione” educativa, e la necessità di cancellare la Legge Organica Costituzionale di Insegnamento (LOCE). Quest’ultima è una delle leggi basilari della dittatura, le cui disposizioni regolano l’attività educativa nel paese con un’impronta autoritaria e monetarista, propria della Banca Mondiale e del FMI, negando la partecipazione della comunità, riducendo lo Stato ad un ruolo di mero registro e finanziamento, la cui più penosa conseguenza è la riproduzione della discriminazione sociale contro i figli dei lavoratori e delle famiglie più modeste del nostro paese.

Lo Stato ha promosso la consegna di quello che è il suo dovere al privato (per il 50 %) e ha indebolito il principale asse che assicurava il diritto all’educazione: l’Educazione Pubblica, Nazionale, Universale, laica e gratuita. L’istruzione pubblica oggi è considerata dal governo, come l’istruzione povera per i poveri, e non come l’istruzione per tutti, senza discriminazione, fattore d’integrazione dei diversi settori sociali. 

 

Tutte le ragioni della scolaresca mobilitata hanno ricevuto la piena solidarietà di vari settori sociali e personalità, parlamentari di governo, presidenti di partiti, consiglieri comunali e sindaci, della Chiesa Cattolica, di alcuni media, della CUT, e delle organizzazioni di studenti universitari, dei professori, dei co-docenti e della crescente simpatia da parte dell’opinione pubblica. 

La risposta governativa non è stata all’altezza degli avvenimenti; ha invece ottenuto il totale discredito per la puntuale repressione poliziesca e criminalizzazione di questo movimento sociale, uniti all’oscuramento mediatico corredato da una campagna di diffamazione dei dirigenti studenteschi.

Particolarmente preoccupante è stato l’accusa sostenuta dal Ministero, e la seguente condanna intimidatrice applicata ad un gruppo di studenti del settore meridionale di Santiago.

Altrettanto deplorevole è stato il comportamento del Ministro dell’Educazione, che sistematicamente ha ostacolato e condizionato ogni dialogo con gli studenti, i quali, coraggiosamente, hanno proseguito con le proteste incuranti delle minacce, attivi nell’isolare gli elementi provocatori ed abili nell’inibire la violenza poliziesca.

 

Il Partito Comunista e la sua Gioventù esprimono il totale appoggio alle proposte del movimento studentesco, e si appellano a tutti i settori democratici affinché uniscano le loro energie al fine di abrogare la Legge LOCE. Perché quella legge non rispetta i progressi democratici che esige il paese in questi momenti, e perché si vari una nuova legislazione per un sistema educativo che garantisca un’effettiva uguaglianza di opportunità mediante il rinvigorimento dell’educazione pubblica, democratica, universale, gratuita e laica. Una legislazione nuova, che riconsegni allo Stato le sue principali funzioni direttrici, esecutive, di pianificazione, controllo e fiscalizzazione, attraverso meccanismi partecipativi di delegazione e decentralizzazione amministrativa, per incrementare effettivamente la spesa sociale in educazione.

 

Proposte:

Una nuova LOCE.

L’attuale crisi di qualità e diritti nell’educazione ha la sua radice nell’abbandono della responsabilità sociale dello Stato imposta dalla Dittatura, e che l’Accordo ha fatto sua per 16 anni.

Profonda revisione dell’attuale sistema di finanziamento dell’Educazione prescolastica, scolare e superiore del Consiglio di Rettori. 

Stabilire una Legge che regoli l’educazione privata che riceve finanziamenti  dallo Stato. 

Valutazione della Municipalizzazione dell’Insegnamento.

In ogni caso la creazione di un Sistema Nazionale di Educazione Pubblica.

Personale Docente; riconoscimento immediato del debito storico, fine dei professori a contratto e piano speciale per pensioni dignitose, condizione essenziale per migliorare le condizioni dell’insegnamento.

Gratuità delle Prove di Selezione Scolare ed Universitarie.

Gratuità del passaggio scolare

 

 

Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org di FR