www.resistenze.org - popoli resistenti - cile - 18-07-11 - n. 373

Da Tribuna Popular Partido Comunista del Venezuela - http://www.pcv-venezuela.org/index.php/internacional/8694-exitosas-marchas-de-protesta-en-todo-chile-contra-el-excluyente-modelo-educacional
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Grandi marce di protesta in tutto il Cile per la scuola pubblica
[Estratto]
 
14/07/2011
 
Una massiccia manifestazione a difesa della scuola pubblica si è svolta a Santiago del Cile nonostante che la polizia non avesse autorizzato il corteo; partendo da Piazza Italia e dopo aver riempito la zona di Alameda il corteo ha sfilato in buon ordine fino al ministero dell’Istruzione. Hanno marciato pacificamente dirigenti della Confederazione Studentesca Cilena (Confech), del Collegio dei Professori, studenti, accademici, lavoratori e famiglie al completo.
 
Lo stesso é successo al nord e al sud del paese, a Valparaíso, Concepción, Punta Arenas, Chillán, Puerto Montt, Castro e altre città. In totale, oggi a Santiago si stima abbiano partecipato150 mila manifestanti.
 
Il deputato Lautaro Carmona, segretario generale del Partito Comunista del Cile (PCCH), ha dichiarato: “Mi è sempre difficile dire: questa è la più grande manifestazione che ci sia stata, ma in questo caso mi azzardo a dirlo, perché è stata una manifestazione di carattere nazionale che si è svolta in tutto il Cile. Una mobilitazione che ha per protagonisti gli studenti e i professori ma che ogni giorno riceve più partecipazione e solidarietà da parte di altre espressioni sociali e politiche”.
 
Una mobilitazione che il governo ha cercato di evitare in ogni modo: dinieghi, allarmismi, l’isteria del sindaco, intimidazioni velate e dirette. Gli studenti si sono concentrati lo stesso con un alto livello di capacità organizzativa e allegria, uniti nella certezza di avere dalla propria parte le idee.
 
Alla fine della manifestazione c’è stata una provocazione, che data la presenza di bambini e di persone di terza età, é di natura criminale. (..) Un qualcosa che sembra riecheggiare il tempo della dittatura. Sono passati più di 20 anni da quando la lotta popolare è terminata con la dittatura: allora dovrebbero abbandonare i retaggi che a suo tempo ottennero la condanna delle Nazioni Unite e che produssero terrorismo di Stato.
 
Chiedo che chi governa assuma le proprie responsabilità, perché il paese non é un affare privato e non va trattato nelle stanze e attorno agli scrittoi privati, alle spalle della gente, burlandosi di ciò che è di portata nazionale. (..) Chi può dire che si tratta di qualcosa di meno? Non c’è niente di più categorico di quello che è successo oggi. (..) Ancora una volta le menti più reazionarie pretendono di dire: “Muoia la cultura!”. Ma la cultura trionferà e dominerà, perché lo vuole la maggioranza assoluta della società cilena”.
 
La dirigente nazionale del Collegio dei Professori, Bárbara Figueroa ha dichiarato:
 
“Io credo che ciò che hanno voluto fare é stato minimizzare questa mobilitazione e partecipazione, negando il permesso di manifestare, ma questo, come abbiamo già detto ieri, e dimostrato oggi, non importa. (..) Noi non possiamo, la cittadinanza non può fermarsi, anche se sappiamo che un gruppo d’infiltrati dopo la manifestazione si lancia in atti vandalici.
 
Riteniamo che l’autorità sta sbagliando e ciò che dovrebbe fare é ascoltare questa maggioranza, invece dei settori minoritari ai quali la polizia non fa nulla, mentre noi manifestiamo pacificamente. Del resto, questo è stato il tono di ogni corteo svoltosi in Cile”.
 
Camila Vallejo, dirigente de la Fech: “Il governo ha tentato di ritardare tutto ciò, cercando di stancarci, anticipando le vacanze, una serie di cose per indebolire e dividere il movimento. Credo che non ci sia riuscito, e con questa manifestazione dimostriamo di procedere uniti, che il nostro movimento è trasversale e di massa, e che sta pure rafforzandosi. La proposta di un “grande accordo nazionale” rappresenta una politica che perpetua un certo modello educativo, quello che noi, semplicemente, vogliamo cambiare.
 

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