www.resistenze.org
- popoli resistenti - cile - 10-10-11 - n. 380
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Repressione e violenza: il dialogo di Piñera
06/10/2011
Oggi sei ottobre, come già avvenuto in precedenti occasioni, il governo ha risposto agli studenti ed alla cittadinanza nell'unica forma che conosce: con intransigenza e repressione.
In numerose occasioni, il movimento sociale ha manifestato la sua predisposizione a giungere ad ampi accordi che potessero spianare la strada ad una soluzione definitiva delle disuguaglianze educative che angosciano il nostro paese. Abbiamo dimostrato di essere disposti a dialogare anche quando il governo tentava di imporre un dialogo fra sordi. Abbiamo cercato rassicurazioni e garanzie da parte dell’esecutivo là dove ha espresso solo l’intenzione di indebolire il movimento. Abbiamo cercato di propiziare un accordo in mezzo a minacce di sgombero, leggi anti-mobilitazione e repressione. Siamo sempre stati disposti ad un accordo con le autorità per i percorsi delle nostre manifestazioni. Abbiamo sempre richiesto i permessi perché volevamo procedere in forma pacifica.
L'intransigenza non è stata nostra, ma dell’esecutivo, la superbia non della cittadinanza, ma del governo.
Un triste spettacolo ha offerto il presidente Piñera ed i suoi ministri in questi ultimi giorni. Rompere il tavolo delle trattative con risposte che non ascoltano la forte voce del movimento sociale e reprimere migliaia di cittadini che hanno fatto legittimamente uso del proprio diritto a manifestare, è stata la risposta di un governo che dimostra di voler mantenere il sistema educativo attuale, che tanti profitti ha fornito in questi 30 anni a chi ha preteso di arricchirsi con l'educazione.
Vogliamo la fine della violenza. Tutto il paese deve continuare a lottare per mettere fine alla violenza ingiustificata delle forze repressive, la violenza di un sistema educativo di esclusione e discriminazione e la violenza di un governo intransigente.
Pertanto, chiediamo di continuare a costruire quello che il governo si ostina a negarci: un'educazione degna, gratuita e di qualità; a moltiplicare le manifestazioni e i concentramenti; a continuare a dibattere nelle nostre assemblee e a porre fine alla violenza di un governo che non potrà fermare la primavera iniziata dal popolo cileno.
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