www.resistenze.org - popoli resistenti - cile - 17-05-15 - n. 544

Dichiarazione pubblica sull'assassinio dei due giovani studenti durante la manifestazione del 14 maggio

Gioventù Comunista del Cile (JJCC) | jjcc.cl
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/05/2015

Con profondo dolore riceviamo la notizia dell'assassinio di due giovani studenti a Valparaíso, che partecipavano alle mobilitazioni sulla scuola. Exequiel Borbarán e Diego Guzmán Farías, quest'ultimo compagno militante della Gioventù Comunista del comune di Quillota. Due giovani caduti nella lotta per una società diversa, senza alcuna provocazione, semplicemente facendo propaganda come tante e tanti abbiamo fatto in tutti questi anni. Ai loro familiari, amici e compagni, le nostre più sentite condoglianze.

Entrambi i compagni facevano parte delle centinaia di migliaia di studenti, professori, lavoratori della scuola e della società nel suo insieme che ancora una volta manifestavano nelle strade, in modo unitario, con compattezza ed allegria, per conquistare il sogno di un'educazione pubblica, gratuita e al servizio della grande maggioranza. Abbiamo detto forte e chiaro che non vogliamo più un'educazione segregata, soggetta alle logiche crudeli del mercato che genera indebitamento in centinaia di famiglie. E vogliamo andare oltre: vogliamo una nuova Costituzione perché non accettiamo una Costituzione illegittima, creata a porte chiuse nei giorni più oscuri della nostra storia e che sostiene un modello ingiusto. Lottiamo per un Cile diverso, un Cile dove uomini, donne, bambine e bambini vivano con dignità, giustizia, uguaglianza e felicità, un Cile dai diritti garantiti, per il quale anche i nostri martiri stavano lottando.

Questo fatto ci mostra che quel Cile dei diritti non esiste, che la violenza e l'individualismo sono elementi strutturali del sistema ereditato dalla dittatura, che il fascismo contro chi sogna una società diversa e per essa lotta non è finito.

Ci sono settori politici del nostro paese che si sentono in diritto di frenare i processi di trasformazione in corso e contribuiscono in diversi modi a generare un ambiente di criminalizzazione e odio di fronte alla mobilitazione sociale. Diciamo loro chiaramente: oggi quanto accaduto non ci spaventa, né ci inibisce. Non abbiamo abbandonato la lotta quando ammazzarono molti dei nostri nella dittatura civile-militare. Non lo faremo neanche oggi, nella lotta per conquistare i nostri diritti e far progredire la democrazia.

La dolorosa morte dei nostri compagni conferma la necessità di continuare a lottare. È per questo motivo che lanciamo un appello a proseguire la mobilitazione, a non spaventarsi, a non permettere che fatti come questi si ripetano, ad esigere giustizia e soprattutto, a raggiungere il sogno per quelli come Exequiel, Diego e tanti altri compagni che hanno dato la vita. Davanti a loro e al nostro popolo promettiamo, oggi più che mai, di lottare fino alla vittoria.


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