www.resistenze.org - popoli resistenti - cina - 05-06-04

Fonte: da Flashes- From the trade unions
Aprile 2004, Nuova Delhi
Traduzione dall’inglese Bf

I sindacati cinesi


Una speciale relazione sui ‘Sindacati Cinesi’ al 14° Congresso Nazionale dell’ACFTU. Questa è stata la prima conferenza nazionale che i sindacati cinesi abbiano avuto nel nuovo secolo. Ed è stata anche un importante evento nella vita politica di milioni di lavoratori e sindacalisti cinesi.

1.698 delegati, dai sindacati di ogni luogo del paese hanno assistito all’incontro. Ognuno di loro era stato eletto dal proprio sindacato. I sindacalisti e i lavoratori erano l’83,4% dei delegati e la delegazione femminile costituiva il 29 %. Il 94,1 % dei delegati aveva un’istruzione media superiore e l’83,7 % era al di sotto dei 55 anni. Erano anche presenti 270 invitati speciali e osservatori, ed anche ospiti dalle organizzazioni sindacali delle regioni ad amministrazione speciale di Hong Kong e Macao.

Il vice presidente Zeng Qinghong, congratulandosi con il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, ha sollecitato i governi ad ogni livello a fare pieno assegnamento sulla classe lavoratrice e a richiedere le opinioni del sindacato al momento di prendere decisioni su questioni importanti concernenti gli interessi dei lavoratori; a dare sostegno e aiuto ai sindacati quando attraversano difficoltà nel loro lavoro e a creare una buona condizione ai sindacati perché possano adempiere ai loro impegni. I rappresentanti di otto tra le organizzazioni di massa cinesi, tra cui la Lega giovanile Comunista, la Federazione delle donne, l’Associazione dell’Arte e Letteratura, quella della Scienza e Tecnologia, quella dei Disabili, così come quelle dell’Esercito di Liberazione Popolare e della polizia, hanno portato al congresso note di congratulazione.

Durante l’incontro 267 delegati sono stati eletti al Comitato Esecutivo e 40 al Comitato di Revisione. Il 95% dei membri del comitato esecutivo ha un’istruzione superiore ed il 59,5% ha titoli tecnici; 39 delegati erano stati eletti alla presidenza alla prima sessione del 14° Comitato Esecutivo ACFTU. Il presidente dell’ACFTU, il sessantaduenne Wang Zhaoguo, continuerà il suo mandato.

Il presidente dell’ACFTU Wang Zhaoguo ha tenuto la relazione di lavoro per conto del 13° Comitato Esecutivo dell’ACFTU

Il prossimo piano quinquennale dell’ACFTU.

Il rapporto mette in rilievo che i sindacati cinesi hanno affrontato un lavoro immane nel processo di edificazione di una società del benessere: richiama i sindacati a tutti i livelli ad adempiere alla loro funzione di proteggere i diritti e gli interessi dei lavoratori con grande serietà e ad unirsi per mobilitare le grandi masse di lavoratori a giocare il ruolo della classe lavoratrice come la principale forza nella costruzione di una società del benessere.

Il rapporto del presidente dell’ACFTU sottolinea i compiti:

- Che i sindacati debbano cambiare il loro stile di lavoro, lavorando a beneficio dei lavoratori, mantenendosi vicini ad essi e prendendosi cura delle loro necessità
- Che la situazione, sia nazionale che estera, ha portato una serie di sfide e opportunità ai sindacati. Con le riforme e le aperture in atto, le relazioni di lavoro ed economiche in Cina stanno diventando sempre più complesse, e sempre più lavoratori rivendicano al di fuori dalla protezione del sindacato.
- Che lo sviluppo è la chiave per la soluzione di tutti i problemi della Cina. Senza lo sviluppo del paese e delle imprese, gli interessi dei lavoratori non possono essere garantiti; invitare i sindacati ad educare e guidare i lavoratori a sostenere le riforme. Solo perseverando nelle riforme gli interessi dei lavoratori essi possono essere meglio protetti.
- Che i sindacati lavoreranno per il benessere dei lavoratori, specie di quelli che si trovano in grande difficoltà, assistendo attivamente il governo nel coprire sotto il sistema di sicurezza sociale tutti i lavoratori colpiti dalla povertà, aiutando i lavoratori espulsi  a trovare un nuovo impiego e nella realizzazione dello sviluppo sociale e dei programmi di welfare.
- Che, sebbene il paese non abbia visto nessuna protesta su larga scala, si verificano ancora talvolta violazioni dei diritti dei lavoratori, causando sconforto tra i lavoratori. Ciò richiede maggiori sforzi per coordinare i rapporti di lavoro, per una migliore protezione democratica dei lavoratori, i diritti economici e occupazionali. I sindacati possono unire i loro sforzi nel costruire sistemi riguardo al tripartitismo, ai consigli dei lavoratori, ai contratti collettivi e così via.
- Che i sindacati possano spingere le imprese e i dipartimenti governativi a prendere misure ferme contro coloro i quali violano i diritti e gli interessi dei lavoratori e che provvedano perché tali irregolarità non restino senza controllo.
- Che i sindacati possano promuovere modelli ideologici dell’etica sociale, professionale e famigliare.
- Che siano fatti maggiori sforzi per organizzare i lavoratori, specie quelli migranti e quelli del settore non pubblico. Allo stesso tempo i sindacati dovrebbero aumentare i loro sforzi  per sindacalizzare le imprese di stato e ristrutturare imprese collettivizzate, istituti di ricerca  e di insegnamento superiore.
- Che i sindacati possano migliorare il loro stile di lavoro e soprattutto  le tendenze burocratiche e amministrative così da tramutarsi in case gestite dai lavoratori. I sindacati devono riformare il loro sistema di personale e mettere i leader dell’unione sotto il controllo dei lavoratori.
 
La revisione costituzionale evidenzia la protezione

L’emendamento alla Costituzione dei sindacati cinesi è stato fatto approvare dal 14° Congresso Nazionale dei Sindacati Cinesi. La revisione costituzionale sancisce che “il compito basilare dei sindacati cinesi è di proteggere i legittimi diritti e gli interessi dei lavoratori”. Per la prima volta viene specificato nella costituzione il compito principale dei sindacati.

Dalla fine degli anni ‘70, l’economia altamente centralizzata della Cina ha iniziato a lasciare spazio all’economia di mercato. Il sistema della ‘ciotola di latta di riso’, che ha garantito lunga vita alla sicurezza occupazionale dei lavoratori sotto la pianificazione centralizzata, è crollato ed il settore privato ha ora uno sviluppo considerevole. Ma allo stesso tempo le dispute industriali sui salari non corrisposti, sugli straordinari e sulle precauzioni inadeguate della sicurezza stanno diffondendosi. I sindacati cinesi stanno affrontando un’ardua battaglia per proteggere i lavoratori. L’emendamento è mirato a dare ai sindacati un maggior ruolo da giocare nel coordinare i rapporti di lavoro, nel mantenere la stabilità sociale e nel promuovere lo sviluppo economico.

Anche se la costituzione è stata emendata, essa resta tuttavia nel suo quadro originario eccetto che per l’aggiunta di 15 modifiche. Per esempio, i rapporti di lavoro in Cina hanno subito un enorme cambiamento e, di pari passo con il rapido turnover del personale nelle imprese, i sindacati hanno bisogno di rafforzare i membri della direzione. Per far fronte alla situazione, i sindacati hanno inserito una nuova clausola nella costituzione, che “quando un nuovo membro dell’unione si sposta ad un altro lavoro, potrà portare con se i membri di riferimento dell’associazione”.

Per accelerare il corso della sindacalizzazione e portare il ruolo dei semplici lavoratori a giocare in pieno, l’Articolo 25 è stato cambiato in “le imprese ordinarie, a vario tipo di proprietà, istituzioni e governo dipartimentale, potranno formare sindacati in conformità alla legge. I sindacati che hanno un insieme di più di 25 persone potranno costituire un comitato sindacale di base; anche quelli i cui membri sono meno di 25 potranno costituire un consiglio sindacale di base da loro stessi o avere membri di più di due unioni di lavoro congiunte a stabilire un consiglio. I sindacati nelle imprese e nelle istituzioni con uno staff di più di 200 membri possono avere un segretario sindacale a tempo pieno”.

Cinque anni di successi

Attualmente i sindacati cinesi vantano 1,7 milioni di organizzazioni di base, con un totale di 134 milioni di persone. Nondimeno i sindacati si sono costituiti in 1,13 milioni di imprese recentemente formate raggiungendo 42,9 milioni di membri. E’ stata istituita un’aggiunta di 466.000 organizzazioni di donne lavoratrici, con un incremento di più di 140.000 rispetto al 1998.

Negli ultimi anni, alcuni lavoratori sono rimasti vittime di problemi finanziari causati dalla disoccupazione ed da quei capi senza scrupoli, che non pagano il salario meritato. I sindacati cinesi si sono attivati a fare tutto quanto occorre per sollevarli dalla situazione penosa e per proteggere i loro diritti. Essi hanno esortato il governo a risolvere i problemi affrontati dai lavoratori espulsi, avanzando suggerimenti e soluzioni per portare aiuto. Ultimamente i sindacati hanno allestito più di 4.000 agenzie di collocamento. In un anno queste agenzie di collocamento hanno aiutato tre milioni di lavoratori licenziati a trovare nuovi impieghi. Per favorire la competitività dei disoccupati nel mercato del lavoro, i sindacati hanno aperto 6.000 scuole ed hanno offerto formazione a 3,2 milioni di lavoratori espulsi.

In più, i sindacati hanno creato lavoro per 519.000 lavoratori con lo sviluppo dell’assistenza sociale e programmi di welfare. Secondo il piano di lavoro per i prossimi tre anni progettato dall’ACFTU, le organizzazioni sindacali attraverso tutto il paese sono richieste di istruire 1,5 milioni di lavoratori espulsi, provvedendo loro di servizio di collocamento e di allestire centri di assistenza alla povertà in 200 grandi e medie città. Da tempo i sindacati hanno stabilito 450 centri assistenziali per la povertà, che hanno aiutato 297.000 lavoratori bisognosi in difficoltà. I sindacati hanno vigorosamente sviluppato vari servizi  di welfare, come cooperative di consumatori, abitative e di mutua assicurazione per assistere chi si trova in povertà. Dalla fine del 2002 il numero di tali cooperative ha raggiunto le 18.000, con risorse pari a 20,6 miliardi di yuan e una forza lavoro di 393.000; le cooperative dei lavoratori di mutua assicurazione e dei consumatori hanno avuto più di 10 milioni di iscritti; le cooperative per le abitazioni hanno provveduto la casa per 10 milioni di lavoratori.

Realizzare il sistema del contratto collettivo è uno dei metodi di punta con i quali i sindacati coordinano i rapporti di lavoro e proteggono i diritti dei lavoratori. I sindacati hanno spinto tutte le imprese, soprattutto quelle non pubbliche, ad istituire questi sistemi, con l’obiettivo di avviare un sistema di contrattazione del salario e un sistema di contratto regionale (o industriale). Attualmente il numero di imprese che sta adottando il sistema collettivo ha raggiunto 1,27 milioni coprendo 95 milioni di lavoratori; le imprese che hanno firmato accordi salariali sono intorno alle 135.000.