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Gli Stati Uniti hanno come bersaglio la Cina
Gli Stati Uniti hanno effettuato, in questi
ultimi mesi, le loro più grandi manovre navali dal 1945. Esse erano dirette
contro la Cina. Gli americani stanno costruendo un forte potere militare nel
mare della Cina e completando progressivamente l'accerchiamento della
Repubblica popolare. Parallelamente, sostengono i separatisti nelle province di
Taiwan e di Xianyang. La Cina è l'obiettivo strategico a lungo termine dei
guerrafondai.
Peter Franssen
25-08-2004
Le più grandi manovre navali dalla Seconda Guerra mondiale ("Summer Pulse
04") si concludono in questi giorni. Queste esercitazioni sono durate due
mesi. Fatto unico nella storia
militare, vi hanno partecipato sette dei dodici gruppi di assalto navale
americani. Un gruppo di assalto comprende una portaerei, 80-90 apparecchi di
combattimento, un incrociatore, due fregate, due cacciatorpediniere, due
sottomarini ed una nave appoggio. La portaerei, gli incrociatori ed i
sottomarini sono armati con missili nucleari tattici. Il gruppo dispone inoltre
di una impressionante forza di fuoco classica, come i missili Cruise e
Tomahawk. Un solo gruppo può, senza grande difficoltà, sopraffare l’intero
esercito della maggior parte dei paesi del mondo. Nella prima guerra del Golfo
nel 1991, per esempio, gli Stati Uniti mobilitarono due, al massimo tre di
questi gruppi di assalto.
Indignazione in Asia
Le navi americane erano assistite della marina canadese e britannica. In
totale, 150.000 uomini hanno partecipato a queste manovre, cioè più del numero
dei soldati americani in Iraq.
Il 30 giugno, appena prima dell'inizio delle manovre, lo Straits Time di Hongkong faceva sapere che
i sette gruppi di assalto si sarebbero riuniti nel sud-est del mare della Cina,
nello stretto di Taiwan, (il braccio di mare che separa la Cina continentale
dalla provincia di Taiwan).
Questa enorme concentrazione di potenza di fuoco ha suscitato molta collera in
Asia. Proteste sono venute ovviamente dalla Cina, ma anche da personalità
australiane, indonesiane, giapponesi. Alcuni voci anche negli Stati Uniti. Il
14 luglio, l'eminente professore Chalmers Johnson scriveva nel Los Angeles Time: "Si direbbe lo
sbarco in Normandia, ma in tempo di pace. Ciò potrebbe concludersi in una
catastrofe." Ed il Pentagono a ribattere che l'esercitazione era
indispensabile per provare la capacità e i tempi di reazione delle forze
navali. Vogliamo, ha aggiunto la Difesa, essere pronti ad intervenire in ogni
momento.
In quei giorni, i gruppi di assalto si trovavano già nell'Oceano Pacifico,
all'est della Cina, sotto la direzione dei portaerei Carl Vinson, Abramo
Lincoln, John C. Stennis e Kitty Hawk. Il gruppo della George Washington
incrociava nel golfo Persico e si preparava a raggiungere gli altri quattro
gruppi di assalto. Specialisti militari hanno detto di non comprendere questo
dispiego di forze "poiché, militarmente, la Cina non è in grado di resistere
a più di due squadre di attacco."
I cinesi hanno dichiarato che l'esercitazione era intimidazione pura e che gli
americani mostravano il loro apparato navale per ottenere ubbidienza. In
seguito alle incessanti proteste, il Pentagono ha deciso all’ultimo momento di
fare partecipare alle manovre "solo" tre gruppi di assalto nel mare
della Cina. Gli altri quattro gruppi hanno realizzato le loro manovre
nell'atlantico, di fronte alla costa americana, in Mediterraneo e nel golfo
Persico.
Poco dopo, il Pentagono decideva di mandare un secondo gruppo di assalto nel
mare della Cina per un pattugliamento permanente. Un primo gruppo di assalto è
già sul posto, sotto la direzione del portaerei Kitty Hawk
"Una dittatura che ci minaccia"
L'esercitazione militare "Summer Pulse" fa sempre più parte di un
atteggiamento politico sempre più aggressivo come si può vedere anche da due
rapporti ufficiali di quest’anno. Il primo è stato redatto dal Pentagono ed è
stato intitolato The Military Power of the
People's Republic of China. Il Pentagono scrive che il potere
economico crescente della Cina costituisce una minaccia per gli interessi
americani. Se ne deve concludere dunque che se un paese del terzo mondo segue
con successo una certa politica economica che salva milioni di persone dalla
carestia e procura un'esistenza degna ad altre centinaia di milioni, può
nuocere agli interessi americani!
Il secondo rapporto proviene dalla Commissione parlamentare su economia e
sicurezza USA-Cina. È uscito in giugno e conta 300 pagine di testo. Gli undici
membri della commissione l'hanno approvato unanimemente. Essi scrivono:
"Avevamo sperato che l'ingresso della Cina nell'organizzazione Mondiale
del Commercio avesse portato a delle riforme economiche, ad una società più
aperta ed allo sviluppo di una libera economia di mercato. Queste attese si
sono tramutate in disillusioni." Una pagina dopo: "La Cina resta un
Stato antidemocratico ed autoritario." Ed ancora: "Siamo convinti
fermamente che la politica degli Stati Uniti debba saldamente fondarsi su
scelte che possano rinforzare e progredirne l'economia nazionale così come la
sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti non possono realisticamente ottenere un
cambiamento fondamentale dello sviluppo ideologico, strutturale e politico
della dittatura comunista in Cina."
Un drago sputa fuoco?
Gli americani stanno creando una montatura. In maggio, il Pentagono organizzava
una esercitazione che battezzava "Draghi' Thunder" (il tuono del
drago). Inoltre, la Cina è descritta come un drago sputa fuoco che in ogni
momento, può inghiottire la metà del pianeta. Una favola nello stesso stile di
quello delle armi chimiche, batteriologiche e nucleari in Iraq.
Quest’anno, gli Stati Uniti hanno dedicato 400 miliardi di dollari alla loro
difesa. La Cina, 25 miliardi appena, un sedicesimo degli Stati Uniti. Gli
esperti sono d’accordo nel dire che, sul piano della forza di fuoco, la Cina è
un nano in rapporto agli Stati Uniti. Si può leggere nel rapporto "Chinese
Military Power" del Consiglio delle Relazioni estere del Centro Greenberg,
apparso nel dicembre 2003: "La Cina ha iniziato il processo di
ammodernamento delle sue forze di combattimento, ma resta ancora lontana dagli
Stati Uniti sul piano della tecnologia e della potenza di fuoco. Se gli Stati
Uniti continuano a dedicare delle somme importanti alle loro forze di
combattimento, il rapporto con la forza militare tra gli Stati Uniti e la Cina
rimarrà costante per almeno vent' anni, tanto sul piano mondiale che in
Asia." (p.2)
Anche nel rapporto astioso del Pentagono, "The Military Power of the
People's Republic of China ", del giugno 2004, si può leggere, nel primo
capitolo: "L'esercito cinese non è in grado di esercitare un potere
militare significativo fuori delle sue frontiere." Nel capitolo che tratta
delle forze offensive, si legge anche: "La forza di sbarco dell'esercito
popolare di liberazione è insufficiente. La maggior parte delle navi da sbarco
sono di dimensioni modeste e non sono in grado di operare in alto mare. Le
grandi navi sono già vecchie ed in via di sostituzione. Dalla metà degli anni
90, la Cina è impegnata nella costruzione di nuove navi da sbarco ma il loro
numero è insufficiente per qualsiasi grande operazione di sbarco nei prossimi
cinque anni."
Una lunga serie di offese e di provocazioni
Gli americani vogliono rimettere i cinesi "al loro posto". Il loro
messaggio è: noi siamo i padroni e voi dovete ubbidire.
- Il 1. aprile 2001, un aereo spia americano sorvolando lo spazio
aereo cinese è entrato in collisione con un apparecchio cinese.
- Nel luglio 2001, i ministri Rumsfeld e Powell, così come l'ammiraglio Dennis
Blair incontrandosi in Australia concludono, con l'Australia, la Corea del Sud
ed il Giappone, un "patto di difesa" diretta contro la Cina.
- Nel marzo 2002, il Pentagono pubblica il documento "Nuclear Posture
Review" dove si dice che la Cina è un potenziale bersaglio di un attacco
nucleare.
- Nell'aprile 2004, gli Stati Uniti vendono a Taiwan un sistema radar da 1,8
miliardi di dollari. Un mese più tardi, otto sottomarini per un valore di 8,9
miliardi di dollari. I due contratti costituiscono un'ingerenza negli affari
interni cinesi e sono anche in contraddizione col comunicato del 17 agosto 1982
che, con due altri comunicati comuni, formano la base ufficiale delle relazioni
cino-americane. Nel Comunicato del 1982, è scritto che "gli Stati Uniti
sono pronti a diminuire progressivamente le loro vendite di armi in
Taiwan."
- Sempre nell'aprile 2004, gli americani decidono di finanziare apertamente il
movimento separatista nella provincia di Xianyang. L'Uyghur American
Association riceve 75.000 dollari.
- Il 20 maggio 2004 esce un rapporto dal Pentagono che dichiara che la Cina
"è una superpotenza economica in crescita che minaccia la nostra
sicurezza."
- Il 2 giugno 2004, il ministero ceco dell'industria e del commercio vieta la
vendita di sei radar alla Cina, per un valore di 57 milioni di dollari. La
vendita di queste armi era stata concordata appena quattro mesi prima. Gli
Stati Uniti hanno sottoposto la Repubblica Ceca a forti pressioni e, in
compenso, hanno acquistato loro stessi i sei radar, sebbene essi non ne
avessero per niente bisogno.
- Nel giugno 2004, una commissione del Congresso pubblica un rapporto che
tratta la Cina come "dittatura comunista."
- Da fine giugno a fine agosto 2004, gli Stati Uniti organizzano le più grandi
manovre militari navali al mondo dal 1945. Il loro obiettivo principale non è
altro che la Cina.
- A metà agosto 2004, una voce al Pentagono rivela che un secondo gruppo di
assalto navale, sotto la direzione di una portaerei, stia per andare a
pattugliare il mare di fronte alle coste cinesi.
L'accerchiamento militare della Cina
Dopo la fine dell'unione sovietica, gli Stati Uniti hanno messo in
cantiere una nuova rete di basi militari, di porti, di stazioni di ascolto, di
magazzini di materiale militari, di enclave strategiche. Questo è avvenuto
dapprima nella cruciale zona strategica situata tra l'Europa occidentale e
l'Asia. La base principale, qui, è Campo Bondsteel, nella provincia iugoslava
del Kosovo. Altre basi americane sono state installate in Romania, Bulgaria e
Polonia.
In seguito gli americani hanno installato delle basi in Afghanistan: nel nord a
Mazar i-Sharif, nelle vicinanze di Kaboul a Bagram ed a Kandahar, nel sud.
Hanno ripreso anche delle basi dell'aviazione pakistana: a Jacobabad, Pasni e
Dalbandin. Hanno fatto lo stesso coi vecchi aeroporti civili di Manas, vicino a
Bishkek, la capitale del Kirgizstan. In Uzbekistan, hanno occupato la vecchia
base sovietica di Khanabad. Gli Stati Uniti prevedono ancora altre basi nel
Tadjikistan ed in Kazakistan.
Nel nord dell'Australia, gli americani prevedono tre nuove basi. Ce ne sarà
anche un' altra in Tailandia. Alcuni negoziati sono in corso col governo
filippino per aumentare il numero degli effettivi americani in questo paese.
Singapore che dispone già di centri di rifornimento dell'esercito americano sul
suo territorio, conta di estendere queste installazioni, alla richiesta degli
americani. Inoltre, gli americani hanno proposto il loro aiuto militare ed un
accordo di collaborazione in cambio dell'autorizzazione di stoccare delle merci
o di far sostare delle truppe in Nepal, in India ed in Mongolia.
Peraltro, gli Stati Uniti hanno deciso di fare dell'isola di Guam, al sud-est
della Cina, il punto di attracco di un nuovo gruppo di assalto che si occuperà
di pattugliare il sud del mare della Cina. Nell'est del mare della Cina,
pattuglia già il gruppo di assalto Kitty Hawk. All'isola di Guam fanno già capo
una squadra di sottomarini e la stessa isola ospita anche una base dell'USA Air
Force.
Le basi americane in Giappone ed in Corea del Sud completano l'accerchiamento
della Repubblica popolare cinese.
Perché questa aggressività?
L'aggressività degli Stati Uniti verso la Cina è, come dicono gli stessi
americani, basata su due critiche.
La prima critica è di carattere politico: "il partito comunista cinese non
vuole autorizzare il libero mercato totale, né smontare il controllo
macro-economico dello stato. La direzione dello stato e del partito vuole il
mantenimento della dittatura comunista." Senza il "libero"
mercato totale e senza la distruzione della direzione del Partito comunista, è
impossibile formare un gruppo di dirigenti asserviti agli interessi degli USA.
Senza queste due condizioni, gli americani non possono controllare l'economia
ed il paese.
La seconda critica è di ordine economico: la crescita molto veloce
dell'economia cinese è una minaccia per noi, dicono gli americani. Il volume
del commercio estero cinese sarà maggiore questo anno del 60% rispetto a due
anni fa e supererà i 1.000 miliardi di dollari. "Questa crescita economica
robusta influenza e minaccia gli interessi a lungo termine degli Stati Uniti in
Asia", dice un recente rapporto di una commissione del Congresso. Questa
critica sintetizza la politica imperialistica: un paese del terzo mondo che
esce dal sottosviluppo "minaccia i nostri interessi a lungo termine"!
L'imperialismo non può sopravvivere senza mantenere e sviluppare la povertà nel
terzo mondo, confessano nero su bianco gli stessi strateghi USA.
Alcuni, nei quartieri generali politici ed economici degli Stati Uniti, dicono:
lasciateci attaccare la Cina adesso perché, fra 20 anni, la Repubblica popolare
sarà militarmente molto più preparata. Scrivono: "È illusorio pensare che
possiamo cambiare fondamentalmente la politica cinese". I fatti indicano
che questo gruppo di guerrafondai, sostenitori di una politica di tipo fascista
al livello mondiale, guadagnano influenza.
La nuova situazione pone il movimento pacifista ed altro-mondista davanti a
nuovi compiti: quello di fermare questi nuovi piani di guerra USA, quello di
sostenere la resistenza della Cina e del suo governo contro questa estrema
aggressività USA. Il dibattito è aperto.
traduzione dal francese del Ccdp