www.resistenze.org - popoli resistenti - cina -

La Cina contro la povertà

 

Quella che segue è la traduzione di un interessante resoconto comparso sul sito del World Food Programme (Programma Alimentare Mondiale, PAM), agenzia dell’ONU che nel corso del 2003 ha portato aiuti alimentari a 104 milioni di persone in 81 paesi, 56 milioni dei quali bambini. Non di un articolo di propaganda, di conseguenza, si tratta, ma di una valutazione condotta sulla base di atteggiamenti, dati e cifre concreti.

Se la natura della transizione cinese deve essere investigata a fondo sul piano teorico, economico, politico e sociale, ed il relativo dibattito assolutamente aperto, data anche la straordinaria complessità dell’argomento, quello che non è in discussione è l’impegno del governo cinese contro la povertà, così come la consapevolezza della necessità di rendere meno dirompenti gli effetti di una crescita economica rapida ed impetuosa.

Trecento milioni di cinesi in meno di una generazione sono usciti dalla condizione di indigenza e povertà, una cifra destinata ad entrare nella storia a cavallo tra il XX ed il XXI secolo come una grande conquista di civiltà e di progresso. Mentre l’Occidente si contorce tra il liberismo e la guerra preventiva e permanente di Bush, deciso ad imporre i propri piani di egemonia a scapito dell’umanità intera. I numeri citati dal Direttore Esecutivo del PAM assumono ulteriore rilevanza se paragonati, ad esempio, alla transizione della Russia dal 1990-1991 al 1999, caratterizzata dalla formazione di pochi, grandi supermonopoli (controllati dalla “famiglia” degli oligarchi “democratici” e fedeli a Eltsin ed all’Occidente) e dall’esplosione di una povertà di massa e dilagante. Per non parlare della condizione economica e sociale nell’India degli integralisti indù, usciti per fortuna sconfitti alle ultime e recenti elezioni politiche (con un significativo risultato delle forze di sinistra, a partire dal Partito Comunista Indiano-Marxista, determinanti oggi per gli equilibri di governo), e nel Brasile dei vari Collor de Mello e Cardoso.

Questi dati sono stati tranquillamente ignorati nell’ampio dibattito che ha accompagnato sui media italiani la recente visita di Ciampi in Cina, con la sola eccezione de Il Manifesto del 15 dicembre 2004 (M. Forti, “La Cina è “sazia” di aiuti”), che cita i dati per poi mettere in evidente risalto alcune delle contraddizioni economiche ed ambientali aperte dalla crescita economica accelerata. Sarebbe davvero difficile costruire un onesto tentativo di analisi della realtà cinese e delle prospettive future della transizione senza partire da alcune delle cifre riportate dal comunicato del PAM.

 

Marcello Graziosi

 

 

LA CINA SI RENDE DISPONIBILE AD UN MAGGIORE SOSTEGNO PER LA GUERRA CONTRO LA POVERTA’ GLOBALE

 

(Dal sito del Programma Alimentare Mondiale dell’ONU – www.wfp.org -, 14 dicembre 2004)

 

PECHINO. La più grande agenzia umanitaria mondiale ed il paese più popoloso hanno celebrato i 25 anni di collaborazione con uno storico accordo per unire gli sforzi contro la povertà globale.

“Avendo elevato 300 milioni di persone fuori dalla povertà in meno di una generazione – certamente una delle più grandi imprese del ventesimo secolo –, la Cina è ora disponibile ad impiegare una quota maggiore delle proprie considerevoli risorse per aiutarci ad intervenire a sostegno di coloro che si trovano in condizioni disperate altrove”, ha dichiarato a Pechino James Morris, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (PAM) dell’ONU.

 

Oltre a favorire un aumento dei finanziamenti cinesi per le operazioni del PAM, entrambe le parti stanno lavorando ad un accordo che dovrebbe mettere a disposizione dell’agenzia esperti cinesi, col risultato di rafforzare la capacità di risposta di quest’ultima ad improvvise emergenze alimentari. Frequentemente colpita da disastri naturali – alluvioni, siccità e terremoti -, la Cina ha sviluppato capacità esemplari di gestione delle conseguenze.

“Siamo davvero grati per queste disponibilità vitali e tempestive, e guardiamo oltre per sviluppare un accordo di collaborazione e reciproca gratificazione di lungo periodo, in grado di riflettere la nostra comune visione di un mondo libero dalla fame”, ha detto Morris.

Egli ha parlato al termine di un viaggio di cinque giorni in Cina, nel corso del quale ha incontrato il Primo Ministro Wen Jiabao ed il Ministro degli Esteri Li Zhaoxing ed ha visitato la provincia occidentale del Gansu, dove il PAM ed il governo stanno lavorando insieme alla realizzazione di progetti finalizzati ad alleviare il tasso di povertà.

 

Dal 1979 il PAM ha sostenuto oltre 30 milioni di cinesi, la maggior parte dei quali nelle remote regioni centrali e meridionali, aiutandoli a soddisfare le loro immediate esigenze di cibo e facilitando la creazione di beni comuni attraverso i progetti lavoro-per-cibo e lavoro-per-formazione. Tali strutture comprendono strade rurali per consentire la commercializzazione dei prodotti agricoli, sistemi di irrigazione ed attrezzature per l’approvvigionamento di acqua potabile.

L’agenzia ritiene di poter ritirare l’assistenza alimentare dal paese a partire dall’anno prossimo. La Cina ha raggiunto l’autosufficienza alimentare a metà degli anni ’90. Dal 2000 la media quotidiana di calorie pro-capite della popolazione locale ha raggiunto la quantità di 2.600 kilocalorie, superando il limite minimo sancito a livello internazionale.

 

L’economia cinese è cresciuta ad un tasso medio annuo superiore al 9% per oltre un decennio, e lo scorso anno ha contribuito, secondo alcune stime, per il 25% alla crescita globale. Se è vero il fatto che non tutti hanno beneficiato allo stesso modo di questa crescita – la costa orientale industrializzata ha tratto maggiore giovamento rispetto all’interno prevalentemente agricolo, e vi sono chiare disparità nelle condizioni di vita tra ed all’interno delle diverse regioni -, è pur vero che il governo ha fatto del tentativo di soluzione di questi problemi una priorità assoluta della propria azione.

 

“Le autorità cinesi sanno come risolvere duri problemi legati alla sicurezza alimentare. Essi comprendono la natura umana, ed il potere degli incentivi. Incoraggiando il popolo a produrre di più ed a sostentarsi, a vendere od investire di più, esse stanno producendo benefici per gli individui, le famiglie e le comunità in questo vasto paese. Queste sono lezioni di inestimabile valore”, ha detto Morris.

 

Il governo cinese si è rivelato un sostenitore sempre più convinto del lavoro del PAM tanto all’interno quanto all’esterno del paese. Nell’anno in corso sono stati stanziati 20 milioni di dollari a sostegno del programma dell’agenzia in Cina, la maggior parte dei quali nella forma di assistenza alimentare aggiuntiva. Il governo ha reso disponibili anche 1,25 milioni di dollari per operazioni del PAM in altre parti del mondo.

 

Morris ha sottolineato al Primo Ministro nel corso del loro incontro che la povertà e la fame continuano ad essere le cause fondamentali di conflitti ed instabilità, sottolineando poi che la Cina si è impegnata fortemente nel tentativo di potenziare lo sviluppo dei paesi poveri attraverso la cooperazione con organizzazioni multilaterali come il PAM.

 

“Vi sono più di 800 milioni di persone nel mondo che soffrono di sottoalimentazione cronica, e 25.000 muoiono ogni giorno. Tutto questo è inaccettabile da ogni punto di vista – morale, umanitario, economico e politico. Si provi ad immaginare l’orrore di 60 jumbo jets al massimo della capienza che si scontrino oggi, con il 70% dei morti costituito da bambini. Questo è l’ordine di grandezza del problema che stiamo tentando di risolvere. Un mondo con una maggiore ricchezza sarà meglio in grado di affrontare il problema. La battaglia è ancora persa”, ha sostenuto Morris.

“Il governo cinese è consapevole del grande peso di questo problema globale ma anche della possibilità di risolverlo, a partire dalla soluzione tanto impressionante che qui si è trovata”.

Morris ha evidenziato il fatto che la Cina fornisce diversi aiuti ai paesi poveri sulla base di accordi bilaterali, sostenendo poi che esiste una forte disponibilità a procedere anche a livello multilaterale. Il PAM concentra la propria attività principalmente sulla carenza di cibo e sui paesi afflitti da povertà e debolezza economica o colpiti da conflitti, disastri naturali ed emergenze sanitarie quali l’HIV/AIDS.

 

“Il PAM sa come individuare i soggetti più vulnerabili, distribuire loro cibo e risolvere le loro esigenze nutrizionali aggiungendo vitamine e minerali. E noi siamo enormemente grati ai nostri donatori. Possiamo alimentare un bambino in età scolare od un orfano con meno di 10 centesimi di dollaro al giorno. L’investimento è modesto, ma il risultato enorme”.