www.resistenze.org - popoli resistenti - colombia - 28-06-16 - n. 595

Bollettino di informazione al 25/06/2016 - Clamori dalla Colombia!

Associazione nazionale Nuova Colombia | nuovacolombia.net

28/06/2016

03/06 - Continuano le proteste e mobilitazioni indigene, contadine e popolari in tutta la Colombia
Esplode di nuovo nelle piazze colombiane la mobilitazione popolare e la protesta sociale con la Minga indigena, contadina e afrodiscendente, e vengono ingaggiate nuove battaglie contro il neoliberismo, i trattati di Libero  Commercio e la repressione governativa attuata mediante la macchina del terrore della polizia antisommossa.
Le grandi mobilitazioni di questi giorni esigono il compimento degli accordi concordati da diversi anni, e ignorati dal governo Santos.
Le richieste si identificano con il diritto alla libertà di espressione, di mobilitazione  e di protesta contro le politiche neoliberiste del governo a favore delle grandi imprese e delle multinazionali.
La protesta conta già almeno 3 morti e centinaia tra feriti e arrestati, frutto dell'assenza di una reale volontà politica da parte dell'oligarchia di aprire veri spazi democratici e di agibilità per l'opposizione sociale e politica nel paese.
Il grado di intensità del conflitto sociale aumenta giorno per giorno; mano a mano che proseguono i dialoghi di pace all'Avana, risulta sempre più evidente che il superamento del conflitto armato, lungi dal condurre ad una pax romana, non significherà l'assopimento della lotta di classe.

11/06 - Eurodeputati a Santos: garantire il diritto alla protesta
Attenzione: apre in una nuova finestra.Attraverso una lettera aperta, pubblicata ieri 10 giugno, 30 eurodeputati si sono rivolti al presidente Santos affinché si adoperi per evitare l'aggressione violenta nei confronti dei manifestanti dello Sciopero Agrario.
"Dall'inizio delle proteste - si legge nel documento - ci sono state numerose segnalazioni di presunte violazioni dei diritti umani contro indigeni, afrocolombiani e comunità contadine.
Queste violazioni sono avvenute nel contesto di una protesta pacifica portata avanti con i movimenti sociali per sollecitare il compimento di previ accordi con il governo, datati 2013, in merito alle riforme agrarie".
I suddetti eurodeputati sono particolarmente preoccupati per il comportamento ingiustificabile degli ESMAD (gli antisommossa del regime), autori di minacce ed aggressioni fisiche ai danni dei manifestanti, nonché di detenzioni arbitrarie; e denunciano la presenza paramilitare in diversi dipartimenti dove hanno luogo le lotte di indigeni, contadini, afrocolombiani, studenti e lavoratori.
Il presidente Santos ha il dovere di garantire il diritto di manifestare del popolo colombiano, liberare immediatamente le persone arbitrariamente detenute e far sì che ai manifestanti feriti nel contesto delle proteste siano garantite cure mediche gratuite e immediate.

14/06 - Quanto pattuito all'avana sarà elevato al rango di accordo speciale
FARC e Governo hanno annunciato in una conferenza stampa congiunta la decisione di elevare i termini dell'accordo di pace al rango di Accordo Speciale tra le parti belligeranti secondo quanto previsto dalle Convenzioni di Ginevra.
Tutto ciò che viene concordato tra l'insorgenza delle FARC e il governo al Tavolo dei dialoghi dell'Avana viene considerato Accordo Speciale internazionalmente riconosciuto, il cui originale sarà conservato a Ginevra.
Mediante questa figura, una volta firmato il trattato di pace, questo sarà automaticamente incorporato nel blocco di costituzionalità, vale a dire che quanto pattuito all'Avana assume il rango di norma costituzionale dello Stato, alla quale tutte le altre leggi devono riferirsi. Ciò che nella legislazione vigente risulta in contrasto con qualche aspetto degli accordi dell'Avana risulterà incostituzionale e andrà modificato.
Con questo accordo FARC e governo blindano giuridicamente gli accordi di pace, sottraendo la pace stessa al margine di manovra del governo di turno e della politicheria spicciola.
Ciò apre anche la possibilità, una volta firmato e ratificato l'accordo finale, di convocare un'Assemblea Nazionale Costituente che riscriva l'insieme delle norme istituzionali costruite in un paese in guerra per rendere il corpus normativo dello Stato a tutti i livelli conforme e funzionale alla pace.

17/06 - Corte costituzionale frena la "locomotiva mineraria"
La Corte Costituzionale colombiana ha revocato l'istituzione delle cosiddette "Aree Strategiche Minerarie", poiché il governo non ha preventivamente consultato le comunità delle zone considerate ad alto potenziale di risorse.
La sentenza rappresenta un duro colpo alla "locomotiva mineraria", l'irresponsabile  progetto santista di sfruttamento delle risorse del paese e di "sviluppo economico" basato sulla svendita delle risorse stesse e della sovranità nazionale.
Oltre al diritto delle comunità ad una consultazione sul destino delle aree in cui hanno sempre vissuto, la sentenza ha stabilito che la proposta del governo violava il diritto all'alimentazione, all'accesso all'acqua e ad un ecosistema a vantaggio di imprese straniere e multinazionali. non contaminato.
Le immense risorse energetiche e minerarie della Colombia sono strategiche per lo sviluppo del paese, ma la loro gestione deve essere concordata con le comunità locali. Si intende che i ricavi di questa gestione devono restare in Colombia, affinché sia possibile un vero sviluppo, a vantaggio dell'intera popolazione e non per perpetuare i privilegi della corrotta classe oligarchica e delle multinazionali dai profitti miliardari.

20/06 - Continuano le mobilitazioni a sostegno delle rivendicazioni popolari
Continuano le mobilitazioni in Colombia in appoggio alle sacrosante rivendicazioni dei contadini, degli indigeni e delle popolazioni afro discendenti. Per tutta risposta il regime reprime le proteste con la violenza eludendo accordi firmati ed implementando iniziative che vanno nella direzione opposta, sia a quanto sottoscritto con il movimento che anima lo Sciopero Agrario sia a quanto accordato all'Avana.
È un film già visto quello dei governi di oligarchi, terratenenti e grandi allevatori che elargiscono promesse al momento delle proteste per poi fare orecchie da mercante quando giunge il momento di mantenere fede agli accordi strappati dalle mobilitazioni popolari con la lotta. Ricordiamo che le straordinarie mobilitazioni dell'estate 2013 portarono il governo ad assumere impegni concreti poi disattesi; nell'aprile 2014 le imponenti manifestazioni contadine dello Sciopero Nazionale Agrario e Popolare vennero coperte di sangue da una violenta repressione del regime che oggi ripropone il meccanismo rodato da decenni di terrorismo di Stato.
A due anni di distanza, immemori degli impegni presi, i funzionari del governo Santos continuano a legiferare a favore dei terratenenti e dei grandi allevatori mettendo in marcia le cosiddette ZIDRES (Zone di Interesse di Sviluppo Rurale, Economico e Sociale), buone solo per aumentare la concentrazione delle terre in poche mani e per soddisfare l'appetito vorace e neocolonizzatore degli "imprenditori delle campagne" e delle multinazionali, che pretendono di continuare impunemente a rubare terre ai contadini e agli indigeni incrementando quelle disuguaglianze che sono alla base del conflitto.
Il regime continua a reprimere e ad essere sordo alle rivendicazioni delle organizzazioni popolari, che invece da ogni sollevazione, blocco e sciopero escono sempre più rinforzate, aggiungendo ogni volta un mattone granitico nella costruzione della pace con giustizia sociale.

25/06 - Firmato all'Avana il cessate il fuoco bilaterale
Attenzione: apre in una nuova finestra.Lo scorso 22 giugno le delegazioni del Governo e delle FARC hanno firmato l'accordo per il "Cessate il fuoco e la fine delle ostilità bilaterali e definitivi", passo fondamentale per il superamento in chiave politica del pluridecennale conflitto sociale ed armato colombiano.
E' stato pattuito che nei 180 giorni successivi alla firma degli accordi di pace dovrà concludersi il processo di deposizione delle armi; inoltre, vengono stabilite garanzie di sicurezza e lotta contro le organizzazioni criminali e paramilitari, nonché un accordo sulla ratifica.
Il documento prevede che una volta entrato in vigore l'accordo, "la Forza Pubblica riorganizzerà i suoi schemi affinché le FARC possano ritornare e riorganizzarsi in 23 zone", preposte alla deposizione delle armi ed alla reincorporazione alla vita civile dei guerriglieri.
Terminata la guerra, inizia ora una nuova battaglia: quella dell'inclusione del popolo nella vita  del paese. Inclusione che non può essere solo politica, ma che deve essere anche economica e sociale. Per raggiungere questo risultato la strada è ancora lunga, in un paese che ha riservato al popolo solo bastone e proiettili, tuttavia si tratta di una notizia tanto attesa  -in particolare da tutto il movimento popolare- quanto importante, nella misura in cui prefigura l'inizio di una vera nuova fase della storia colombiana, quella della partecipazione attiva del popolo colombiano alla costruzione della Nuova Colombia.


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