www.resistenze.org - popoli resistenti - colombia - 23-01-17 - n. 617

Lo Stato colombiano elimina il diritto di sciopero e contrattazione collettiva

Federazione Sindacale Mondiale | wftucentral.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

23/01/2017

Negli ultimi anni sono stati dichiarati illegali 12 scioperi e interruzioni dell'attività nel settore minerario, siderurgico e del vetro, a difesa del capitale transnazionale.

Da quando è stata sospesa per via amministrativa (Ministero del Lavoro) la messa al bando degli scioperi, dando questa facoltà alla magistratura, essa, con poche eccezioni, ha dichiarato illegali la maggioranza degli scioperi e blocchi delle attività realizzati dai lavoratori sindacalizzati, violando in modo flagrante le norme costituzionali e gli accordi internazionali sul lavoro sottoscritti dalla Colombia. La cosa grave di questa politica antioperaia, oltre al fatto che il governo non rispetti alcun diritto, è che l'Organizzazione Internazionale del Lavoro non fa nulla per imporre il rispetto degli accordi internazionali, seguendo le indicazioni padronali e capitaliste di giungere alla cancellazione del diritto di contrattazione e di sciopero a livello internazionale, offensiva che si è fatta più acuta con la nomina dell'ex segretario generale della Confederazione Sindacale Internazionale (CSI), Guy Ryder, a direttore generale della OIL nel 2012. In questa prospettiva, i padroni, nella 104° Conferenza internazionale di questo organismo, intendevano cancellare tutti i diritti presenti in tali accordi.

Il governo e il padronato colombiani si sono affrettati a tornare alla politica dalla mano dura del capitale contro il lavoro, esercitata nei secoli XVIII, XIX e agli inizi del XX secolo in tutto il mondo, che era stata contrastata dalla Rivoluzione bolscevica russa del 1917 e dalla sconfitta del fascismo hitleriano imposta dalla'Armata Rossa sovietica, nella Seconda guerra mondiale che ebbe fine nel 1945.

Gli scioperi dichiarati illegali sono: 2 a Drummond nel 2009 e 2013, 2 a Fenoco nel 2009 e 2013, 2 a Dimantec – Tratecol (Gecolsa) nel 2013 e 2015, 1 a Caipa Guajira Cerrejón nel 2012, 1 a Carbones della Jagua CDJ (Glencore) nel 2013, 1 a Cerromatoso (BHP Billinton) nel 2015, 1 blocco delle attività nelle Acciaierie Paz del Rio nel 2016, 1 sciopero a Vidricol nel 2016. In nessuno di questi scioperi ci sono prove di violenze o del mancato rispetto della legge da parte degli scioperanti, come argomentano diligentemente i padroni, ma per il sistema giudiziario (tribunali e Corte suprema di giustizia), la parola del padrone è sacra, così mentono.

Queste proibizioni portano nuove messe al bando, così i padroni, nel tentativo di colpire i lavoratori, licenziano gli scioperanti a loro piacimento, senza verifica, né autorizzazione del Ministero del Lavoro, senza alcun controllo, né biasimo da parte del governo, né della magistratura: è la legge del più forte e protetto da uno Stato inumano capitalista.

Attualmente Paz del Rio, Vidricol e Dimantec, licenziano illegalmente dirigenti e attivisti sindacali, senza alcuna pietà.

Come se le illegalizzazioni e i licenziamenti fossero poco, Drummond, Dimatec (Gecolsa), ha chiesto a uno dei sindacati implicati nei conflitti, in questo caso Sintraime, un risarcimento di oltre 6 milioni di dollari per danni, ossia i dirigenti sindacali, se condannati dalla giustizia, pagheranno col carcere, non avendo il denaro per ripagare le "povere" multinazionali.

Non possiamo dimenticare che i capitalisti industriali coordinano le loro azioni contro i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali, con il chiaro proposito di eliminare i sindacati che lottano per l'uguaglianza, contro lo sfruttamento inumano, per il diritto di associazione e sciopero. Inoltre, mediante questo coordinamento e in combutta con lo Stato, rendono illegale qualsiasi movimento di massa organizzato dai lavoratori compiono a loro legittima difesa. Al contrario, noi sindacati manchiamo di coordinamento nelle nostre azioni.

Attualmente ci sono vertenze nelle seguenti imprese:

Minera el Roble nel Carmen De Atrato, Miniere Nazionali in Marmato – Caldas, Promigas a Barranquilla e Minesa in California – Santander e molte altre, del settore minerario, energetico e metallurgico, conflitti che dobbiamo coordinare.

Chiediamo al governo nazionale e alle agenzie di controllo dello Stato di rispettare la legge e il diritto di contrattazione e sciopero, il giusto processo, che è stato impedito alla maggioranza dei lavoratori licenziati illegalmente. Sollecitiamo il movimento sindacale nazionale e internazionale a far pervenire la più ampia solidarietà con i sindacati colpiti e i loro iscritti licenziati, chiedendo allo Stato colombiano il rispetto del diritto ad organizzarsi, alla contrattazione, allo sciopero e a un giusto processo.

Inviare note di protesta e richieste alla Corte Suprema di Giustizia, Calle 12 N°7 – 65 email: @cortesuprema.ramajudicial.gov.co, al Presidente de la Republica Cl. 7 # 6 – 54, Bogotá, al Fiscal
General de Nación Diagonal 22B No. 52-01 (Ciudad Salitre) / Conmutador: 57(1) 570 20 00 – a la OIT
– Av. 82 No. 12-18 of. 504 –


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