www.resistenze.org - popoli resistenti - colombia - 29-06-20 - n. 755

Che cessi la farsa della guerra al narcotraffico

FARC-EP | farc-ep.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

22/06/2020

La più grande fabbrica di menzogne al mondo è la Casa Bianca degli Stati Uniti. Il "cartello dei soli" [1] è solo un nome altisonante per ingannare gli incauti. Non esiste. Qual è la sua struttura? Chi sono i membri del cartello? Questa è un'invenzione velenosa proveniente dalla poderosa fabbrica di fakes news e di disinformazione che Washington maneggia. Il legame dei negoziatori di pace delle FARC-EP, Iván Márquez e Jesús Santrich con un'organizzazione nebulosa, usata per giustificare l'ingiusta aggressione degli Stati Uniti contro il Venezuela, deve essere bollata come infame. Ricorda l'ingiustizia contro Simón Trinidad. Ma quale diavolo di cartello dei soli! Lasciate che la pura verità dispieghi le sue ali e voli libera, in modo che il mondo possa vedere l'implosione di una bugia gonfiata dal vento.

La guerra alla droga è un fallimento ed una frode. Jesse Ventura, ex governatore del Minnesota, ha denunciato alcuni anni fa che la DEA e la CIA finanziano la destabilizzazione di governi democratici e sovrani con denaro proveniente dal traffico di droga. E lo fanno perché ritengono improbabile, oltreché immorale, che il Congresso approvi risorse per una causa orribile e non presentabile. Tali agenzie sanno anche che non avrebbero mai ottenuto l'approvazione della popolazione degli Stati Uniti per fini così infami. Questo spiega perché nella grande nazione del nord non esista una persecuzione coerente della mafia della distribuzione della cocaina, che è quella che alla fine si presenta con gli esorbitanti profitti del traffico.

La posizione del governo di Washington contro il traffico di droga è totalmente ipocrita. È cieca o sembra essere cieca quando il comportamento criminale contribuisce a rafforzare le sue ambizioni di dominio.

A queste latitudini, tutti sanno che Iván Duque è stato eletto presidente della Colombia con i soldi della mafia raccolti dal trafficante di droga noto come "Ñeñe Hernández", denaro illecito utilizzato per frodi elettorali e commercio di voti. A questo signor Duque dovrebbe essere applicata la revoca del mandato e anche ciò che egli stesso ha chiesto da candidato alla presidenza: che non solo i tesorieri delle campagne vadano in prigione, ma i candidati stessi.

Ma le orme dell'ex presidente Uribe nel suo peregrinare per i sentieri del traffico di droga sono molto più profonde, poiché essendo Direttore dell'Aeronautica civile, ha autorizzato Pablo Escobar a utilizzare piste clandestine, una licenza che gli ha permesso di inviare aerei pieni di cocaina negli USA. In argento bianco, fu Uribe a rendere famoso Escobar aprendo il corridoio aereo a nord, che alla fine lo catapultò a più potente boss mafioso del tempo. Non c'è da stupirsi che Pablo Escobar, riconoscente, si riferisse al giovane ufficiale come "quel ragazzo benedetto". Dicono che Uribe sia sempre stato sfrontato E forse è per questo che, come presidente, ha permesso l'uso dell'aeroporto internazionale El Dorado di Bogotà per spedire enormi carichi di cocaina attraverso quella grande porta e che da quella stessa rotta alcuni guadagni sarebbero tornati. Va bene, e persino l'ambasciatore di Duque in Uruguay, il signor Sanclemente, aveva un laboratorio per la trasformazione della cocaina nelle vicinanze di Bogotá.

E questi ipocriti si offendono quando qualcuno, leggendo la realtà, conclude che la Colombia è un narco-stato. Perseguono ferocemente l'anello più debole della catena, che sono i poveri contadini, mai però i banchieri e gli imprenditori che riciclano il denaro. Chiedete all'attuale vicepresidente, Marta Lucía Ramírez, che mentre pagava di nascosto la cauzione per suo fratello Bernardo, incarcerato negli Stati Uniti per traffico di eroina, e avendo rapporti oscuri con il gangster noto come "Memo Fantasma", vuole mangiarsi vivi i contadini, i poveri "muli" [2], e li condannano per sempre ...

Il popolo statunitense dovrebbe aiutare il proprio governo a rimuovere la vergognosa benda "che non lascia vedere".

È chiaro: la Casa Bianca usa presidenti deboli e dalla coda di paglia. Offre loro l'immunità in cambio del fatto che diventino i suoi burattini. E i migliori che ha avuto in Sud America, senza dubbio, sono stati Álvaro Uribe e Iván Duque dalla Colombia. Pertanto, per loro non c'è persecuzione o pena giudiziaria.

I bugiardi, come gli asini, si riuniscono per grattarsi.

Chiudiamo queste righe ricordando l'ingiusta montatura giudiziaria di Álvaro Uribe e del suo procuratore generale a libro paga, il sig. Camilo Osorio, attraverso il quale l'irreprensibile leader guerrigliero Simón Trinidad fu estradato negli Stati Uniti, sotto la mendace accusa di traffico di droga. Il pubblico ricorda che Simón sconfisse nei tribunali giudiziari di quel paese, le menzogne dei due abietti personaggi. Dovettero inventare un'altra accusa, estranea alla ragione della sua estradizione, per condannarlo: quello di essere un membro dello Stato maggiore centrale delle FARC. Ed è così che lo hanno condannato a 60 anni di prigione, di cui ha già scontato più di 15 anni. Attualmente è detenuto in una delle prigioni più disumane degli Stati Uniti, quella di Florence, in Colorado. Informiamo il mondo che un uomo innocente di nome Simon Trinidad delle FARC è incatenato in quella prigione, per il quale chiediamo solidarietà e giustizia e attraverso di essa la sua liberazione. Simón non è mai stato membro dello Stato maggiore centrale delle FARC, sebbene avesse un grado molto alto di negoziatore di pace per una forza ribelle. Il segretario di Stato, John Kerry, ha mentito quando ci ha assicurato all'Avana che con la firma dell'Accordo di pace avrebbero preso in considerazione la liberazione di Simón Trinidad.

21 giugno 2020

FARC-EP

Segunda Marquetalia


Ndt

1. Presunta organizzazione venezuelana diretta da membri forze armate implicata nel traffico internazionale di droga. [wikipedia]

2. Un mulo o un asino è, nel linguaggio popolare, quella persona che con esso contrabbanda qualcosa (invece di spedirlo, ad esempio) attraverso un confine nazionale o in aereo. [wikipedia]


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