Risoluzione sul Congo
del 13° Seminario Comunista Internazionale
organizzato a Bruxelles dal Partito del Lavoro del Belgio
2-4 maggio 2004
In questi giorni si è avuta notizia di nuovi attacchi sferrati, in
violazione di accordi precedentemente sottoscritti, contro la Repubblica
Democratica del Congo da parte di truppe irregolari sostenute dal governo del
Ruanda, rappresentante nell’area degli interessi geopolitici ed economici degli
Stati Uniti e della Gran Bretagna. Queste azioni, che le forze ONU non hanno ritenuto di fronteggiare,
hanno provocato nuovi massacri e sofferenze tra la popolazione civile delle
regioni orientali del paese e una dura reazione popolare nei confronti
dell’inerzia del contingente delle Nazioni Unite.
Recentemente, in merito alla drammatica e complicata situazione che attraversa
il loro paese, i militanti dei movimenti rivoluzionari congolesi, presenti al
Seminario internazionale organizzato dal Partito del Lavoro del Belgio, hanno
proposto il testo di una risoluzione che è stata sottoscritta da una trentina
di organizzazioni comuniste e rivoluzionarie di tutto il mondo.
C.C.D.P.
Noi nazionalisti rivoluzionari congolesi, riuniti nel “Coordinamento
Lumumbista, Mulelista e Kabilista”, che rappresenta la corrente delle forze
nazionaliste rivoluzionarie congolesi:
Di fronte al piano dell’imperialismo anglo-americano di indebolire il Congo per
balcanizzarlo, sottoponendolo ad un’aggressione barbara e utilizzando a tal
fine i valletti ruandesi, ugandesi, burundesi e i cosiddetti ribelli congolesi
e ruando-congolesi, e che, dopo il 2 agosto 1998, è costato la vita a più di 5
milioni di congolesi – un vero genocidio perpetrato nel silenzio – e ha causato
il saccheggio sistematico delle ricchezze naturali e minerali della Repubblica
Democratica del Congo;
Di fronte ai gravi intrighi che minacciano ancora il nostro paese e la sua
sopravvivenza come Stato e che rischiano di mettere sotto ipoteca la sua
sovranità nazionale e la sua integrità territoriale; in particolare di fronte
all’occupazione continua di grandi zone del nostro territorio nazionale da
parte delle truppe ruandesi e ugandesi e delle reti delle elite mafiose
congolesi, che agiscono da tramite nella continuazione, in condizioni di
assoluta impunità, del massacro della popolazione congolese e dello
sfruttamento delle risorse e nel tentativo di influenzare la situazione
politica nel paese;
Viste le condizioni confuse in cui si sta sviluppando il processo di
transizione, giudicato alla stregua di un incubo dalle forze nazionaliste
rivoluzionarie del Congo a causa delle tergiversazioni, dei colpi bassi e dei
sotterfugi che agiscono da moltiplicatore dei movimenti ribelli congolesi in
seno allo stesso governo di transizione e che vanno in senso contrario
all’Accordo Globale che è stato siglato liberamente a Pretoria;
Viste le velleità egemoniche del Ruanda che aspira ad annettere regioni del
territorio congolese, allo scopo di trasferirvi una parte della sua popolazione
nell’oriente del nostro paese;
Condanniamo l’impiego di truppe ruandesi in Congo ed esigiamo che il governo
ruandese ritiri immediatamente, incondizionatamente e definitivamente le sue
truppe dalla Repubblica Democratica del Congo, nel rispetto dell’Accordo di
Pretoria che Kagame ha firmato liberamente;
Denunciamo l’argomento relativo alla sicurezza avanzato dal Ruanda – secondo il
quale l’est del Congo, dove si nasconderebbero gli Interhamwe accusati di
essere responsabili del genocidio del 1994 in Ruanda e che Kagame occupa da sei
anni, rappresenta ancora un pericolo per la sicurezza – come un alibi o un
pretesto per rendere permanente la sua presenza militare in Congo;
Facciamo appello alla comunità internazionale perché richieda la costituzione
di un tribunale penale internazionale per il Congo al fine di punire tutti
coloro che si sono resi colpevoli di crimini di guerra e di crimini contro
l’umanità in Congo, perché si tenga una conferenza internazionale per i paesi
dei Grandi Laghi, perché venga dato impulso a un dialogo inter-ruandese che
ponga le basi per la riconciliazione di Hutu e Tutsi, quale sola garanzia di
pace nella regione; perché questa transizione, segnata da troppi equilibrismi,
sia realizzata nei termini fissati dall’Accordo Globale e Inclusivo di Pretoria
e sfoci in elezioni libere, democratiche e trasparenti e perché vengano
condannati tutti i tentativi di boicottaggio da parte degli affossatori della
nostra indipendenza, per la quale i valorosi eroi nazionali Patrice Lumumba,
Pierre Mulele e Mzee Laurent Désiré Kabila hanno sacrificato la propria vita;
Rifiutiamo categoricamente che il Congo diventi il nuovo campo di battaglia tra
le forze capitaliste e imperialiste in competizione dell’Unione Europea e degli
Stati Uniti, vista l’importanza geostrategica, militare ed economica del nostro
paese, la Repubblica Democratica del Congo;
Invitiamo i partiti presenti al 13° Seminario Comunista Internazionale a
firmare questa risoluzione e a mettere le loro esperienze di lotta e di
resistenza a disposizione dei nazionalisti rivoluzionari congolesi che rappresentiamo,
in vista della costituzione di un partito di avanguardia nel Congo.
IL CONGO RESTA UNO E INDIVISIBILE!
Bruxelles, 2 maggio 2004
fonte www.ptb.be
Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Via S. Anselmo 13, Torino