www.resistenze.org - popoli resistenti - congo - 14-02-06

da Parti du travail de Belgique – 8/2/06
http://www.ptb.be/scripts/article.phtml?lang=2&obid=30047

Congo: senza la guerra, le elezioni si sarebbero già svolte da molto tempo


Intervista a Jean-Jacques Ngangweshe

a cura di Tony Busselen

8 febbraio 2006

 

Elezioni legislative avranno luogo tra breve in Congo. Il corrispondente di Solidaire (giornale del PTB, Partito del Lavoro del Belgio), ha intervistato Jean-Jacques Ngangweshe, candidato dei nazionalisti progressisti.

 

Con Léonie Abo, la compagna del rivoluzionario assassinato Pierre Mulele, e cinque altri nazionalisti progressisti, Jean-Jacques Ngangweshe si presenterà alle elezioni legislative. Egli è stato dirigente del “Comitato del potere popolare” a Yolo-Sud, un quartiere della capitale Kinshasa.

 

Dopo la morte di Laurent Désiré Kabila nel 2001, molte cose sono cambiate in Congo. E’ tornata la pace, si è formato un governo di transizione e si stanno avvicinando le elezioni.

 

J.-J. Ngangweshe. Innanzitutto, occorre dire che se non ci fosse stata la guerra di aggressione nel 1998 e l’assassinio di “Mzee” Kabila [così è affettuosamente chiamato l’ex presidente], avremmo avuto le elezioni già da molto tempo. Mzee aveva già annunciato nel 1997 elezioni per il 1999. L’aggressività di quell’imperialismo che ha assassinato Kabila ha obbligato suo figlio, l’attuale Presidente Joseph Kabila, a seguire  una politica di concessioni per ottenere la pace e per salvare l’essenziale: l’unità e l’integrità territoriale del nostro paese.

 

Ma oggi, noi siamo preoccupati per il ritorno dei fautori della vecchia dittatura di Mobutu. Questi mobutisti hanno portato alla rovina il nostro paese nel corso di 36 anni. Hanno approfittato di concessioni che hanno permesso loro di reintegrarsi nelle istituzioni dello Stato e persino nella cerchia presidenziale. Si sono anche infiltrati nella quasi totalità delle organizzazioni politiche e della società civile.

 

Le elezioni possono cambiare la situazione?

 

J.-J. Ngangweshe. Non bisogna farsi illusioni. Il Congo è troppo importante per le potenze imperialiste [Stati Uniti, Francia, ecc.]. Le elezioni sono preparate sotto la completa tutela dell’Occidente, che fa di tutto per avere la garanzia che la grande maggioranza degli agenti neocoloniali occupino i seggi del Parlamento. D’altra parte bisogna constatare la dispersione delle forze progressiste, nazionaliste e rivoluzionarie, come pure l’assenza di un partito rivoluzionario.

 

In tali condizioni, abbiamo deciso insieme ad alcuni compagni di partecipare comunque alle elezioni, allo scopo di far sentire la voce della resistenza. La voce di Lumumba, che si è battuto per la vera indipendenza. Quella di Mulele, che ha organizzato la guerra di resistenza contro le truppe mobutiste dal 1964 al 1968. Quella della guerra di liberazione che nel maggio 1997, sotto la direzione di Laurent Désiré Kabila, ha rovesciato il regime fascista installato da Mobutu al tempo del colpo di Stato contro il governo popolare di Lumumba, il 14 settembre 1960. E infine, quella del potere popolare che Kabila ha lanciato nel 2001 con le elezioni dei Comitati del potere popolare e che è stata messa a tacere bruscamente da gente che si definisce nazionalista e kabilista, ma che non ha capito nulla della lotta e delle idee di Kabila.

 

In che cosa i deputati nazionalisti potrebbero differenziarsi dai deputati al servizio del neocolonialismo?

 

J.-J. Ngangweshe. Contribuiremo a gettare le basi di un partito nazionalista rivoluzionario, unito e forte, di orientamento nazionale. Un partito che unisca tutte le forze che vogliono opporsi al sistema di dominio economico, politico e militare del nostro paese da parte delle potenze imperialiste. E che voglia sviluppare una resistenza economica, politica e militare e, in caso di bisogno, anche una resistenza generalizzata. E questo grazie a una buona organizzazione politica delle masse popolari.

 

Sappiamo bene che, una volta eletti, entreremo in un Parlamento dominato dalla borghesia corrotta e neocoloniale. Ma siamo decisi a continuare a servire il popolo. Gli staremo vicino in ogni lotta e resteremo fedeli alla rivoluzione congolese.

 

36 anni di mobutismo, 5 anni di guerra

cronologia

 

1960 Indipendenza del Congo.

1961 Assassinio di Patrice Lumumba, il primo Primo ministro del Congo indipendente.

1964 Inizio dell’insurrezione popolare diretta da Pierre Mulele.

1965 Colpo di Stato di Mobutu con l’appoggio degli Stati Uniti.

1968 Pierre Mulele è selvaggiamente assassinato.

1997 L’alleanza diretta da Laurent Désiré Kabila rovescia la dittatura mobutista.

1998 Su istigazione degli Stati Uniti, il Ruanda e l’Uganda lanciano una guerra d’aggressione contro il Congo, che provoca la morte di oltre quattro milioni di persone.

1999 Kabila crea i “Comitati del potere popolare”, una struttura di governo del popolo per il popolo in rottura totale con il neocolonialismo.

2001 Assassinio di Laurent Désiré Kabila. Suo figlio, Joseph Kabila, riprende la presidenza del paese.

2003 Fine della guerra e creazione di un governo di transizione: Joseph Kabila resta presidente, ma deve concedere numerosi posti a membri dell’aggressione armata e ad altri ex mobutisti.

 

Maggiori informazioni riguardanti il dibattito politico in Congo e i punti di vista dei rivoluzionari e dei nazionalisti sono disponibili in

http://www.deboutcongolais.info/

 

Traduzione dal francese a cura del

Centro di Cultura e Documentazione Popolare