www.resistenze.org - popoli resistenti - congo - 02-12-08 - n. 252

da Michel Collon - www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2008-11-20%2017:15:24&log=invites
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura di CT
 
Congo: conflitto interno o intervento straniero?
 
di Tony Busselen, Solidarie
 
17/11/2008
 
La guerra nell'est del Congo infuria. Intervento Ruandese, afferma Kinshasa. Problemi interni congolesi, ribatte Kigali. Qual è il motivo di questa guerra? Perchè adesso? Laurent Nkunda, un ribelle? Quali interessi difendono i protagonisti del conflitto? Si sta andando verso una nuova guerra regionale? In attesa di risposte sono i civili a farne le spese.
 
Cosa sta succedendo nel Nord Kivu?
 
Dopo che le truppe del signore della guerra Laurent Nkunda hanno sollecitato il conflitto, il 28 agosto, 250.000 civili sono stati cacciati dalle loro case. Il 28 ottobre, i nkundinisti hanno lanciato un'offensiva partendo dalla regione di Virunga e raggiungendo, poi, il campo rifugiati di Mugunga. La missione MONUC (la forza dell'ONU in Congo, ndr) ha riferito che questa operazione ha provocato, in una sola giornata, lo spostamento di 45.000 persone. Una parte si è diretta a sud verso Goma, l'altra a nord a Rutshuru e Kiwanja.
 
I seguaci di Nkunda hanno utilizzato queste flotte di rifugiati come scudo umano con l'intento di avvicinarsi a Goma e occupare il centro di Rutshuru e la città di Kiwanja. I 30.000 abitanti di Kiwanja sono stati i testimoni dell'arrivo delle truppe di Nkunda. Alcuni di loro, contattati per telefono, hanno rivelato che il nucleo delle truppe nkundiniste è composto da soldati e mercenari ruandesi e stranieri ben equipaggiati, che subito dopo aver conquistato la città hanno continuato la loro avanzata lasciandosi indietro soldati appartenenti al loro stesso esercito. Alcuni giovani del villaggio hanno tentato di difendersi e hanno attaccato i nkundinisti con armi prese nell'ufficio della polizia locale. I caschi blu insediati a Kiwanja hanno disperso i giovani lasciando libero sfogo agli abusi dei soldati di Knunda.
 
Pulizia Etnica
 
A Kiwanja vivono numerosi membri dell'etnia BaNande dediti al commercio e che abitano nella regione da una generazione o più. Essi sono originari della regione di Butembo, al Nord. Sono stati il bersaglio privilegiato delle incursioni delle truppe di Nkunda. Il solo hotel del villaggio, il Grefamu, di proprietà di una famiglia dell'etnia dei Nande, è stato distrutto con all'interno i suoi occupanti. Circa 5.000 persone hanno trovato rifugio presso i caschi blu e altri 15.000 nella parrocchia del villaggio. Altri civili sono fuggiti nella foresta. Un primo bilancio registra 217 cadaveri (contati all'ospedale), ma nessuno è ancora in grado di stabilire la reale ampiezza del massacro. Alcuni testimoni rivelano che le persone, il 13 novembre, quando sono tornate nelle loro case, hanno trovato altri cadaveri nascosti alla vista dei giornalisti.
 
Quasi tutte le famiglie Banande che sono riuscite a sfuggire al massacro si sono dirette a Butembo, verso la loro regione d'origine. I Banyabwisha (Hutu congolesi), però, poichè vivono lì da sempre, non hanno nessun altro posto dove andare. I nkundinisti li hanno raggruppati con la forza, sotto gli occhi della MONUC e delle telecamere della stampa internazionale, nello stadio locale per costringerli a cantare «la gloria del CNDP» (il movimento di Laurent Nkunda, ndr).
 
Chi combatte in Congo?
 
Laurent Nkunda, il sorvegliante del Rwanda
 
Laurent Nkunda è un Tutsi congolese arruolato nel 1994 nell'esercito di Paul Kagame (l'attuale presidente del Ruanda, ndr) per combattere i genocidiari Hutu.
 
Nel 1998, si unisce come ufficiale nel Congo alla «ribellione» pro-ruandese, la RDC (Unione Congolese per la Democrazia, ndr). Ha commesso molteplici crimini di guerra tra cui quello del maggio 2002 a Kisangani e quello del giugno 2004 a Bukavu. E stato in seguito integrato nell'esercito ufficiale congolese, secondo gli accordi del 2003. Nel 2004, però, ha intrapreso un ammutinamento contro il governo del Congo.
 
Il Ruanda nega di appoggiare Nkunda. Eppure le numerose prove, confermate dai giornalisti, dall'organizzazione americana di difesa dei diritti dell'uomo (Human Rights Watch) e dal Ministro degli Affari Esteri del Burundi, contraddicono Kigali. Laurent Nkunda è finanziato da uomini d'affari vicini a Paul Kagame, quali i fratelli Alexis e Modeste Makabuza e l'uomo più ricco del Ruanda, Tribert Rujugiro. E' rifornito in uomini e attrezzature dall'esercito ruandese attraverso l'Uganda, alleata del Ruanda durante la guerra di aggressione del Congo nel 1998-2003. L'Uganda ha d'altronde minacciato, ancora recentemente, di riprendere la guerra a causa di una controversia sullo sfruttamento del petrolio del lago Albert.
 
L'intervento del Ruanda e dell'Uganda sono in contraddizione con la carta dell'ONU e con le regole disciplinanti le relazioni internazionali che chiedono rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale di ciascuno dei paesi membri delle Nazioni Unite. Il Ruanda e l'Uganda sono alleati strategici degli Stati Uniti e della Gran Bretagna nella regione.
 
La Repubblica Democratica del Congo e la SADC
 
Al momento delle elezioni, la maggioranza dei congolesi ha votato per Joseph Kabila, l'attuale presidente. L'esercito congolese è in costruzione dal 2003 secondo un sistema di mescolanza di differenti milizie che si sono battute durante la guerra del 1998-2003. Questo metodo è stato imposto dall'Occidente e fa sì che l'esercito congolese rimanga indebolito dalla divisione e dalla corruzione interna. Dopo il 1997, sotto Laurent Kabila, padre dell'attuale presidente, Il Congo è diventato membro della SADC (Comunità di sviluppo dell'Africa Australe). La SADC è uno degli organi di cooperazione regionale più importanti del continente. Tra i suoi membri troviamo: l'Angola, lo Zimbabwe, il Mozambico e il Sudafrica. I paesi della SADC hanno stipulato un accordo che prevede l'aiuto reciproco in caso di aggressione di uno dei membri. Questo rende un qualsiasi intervento delle truppe dei paesi membri della SADC a fianco dell'esercito congolese perfettamente legittimo e giustificato. Affermare che con un tale intervento il conflitto diventerebbe una guerra internazionale non è corretto dal momento che è il Ruanda ad avere attaccato il Congo.
 
Quali sono le poste in gioco di questa guerra?
 
Le ricchezze locali del Kivu permettono alle milizie, al Ruanda e all'Uganda di finanziare l'instabilità e l'aggressione che trascina milioni di Congolesi in condizioni di insicurezza. Questa situazione non sarebbe possibile se non grazie alla complicità della MONUC, degli USA e degli stati membri dell'Unione Europea.
 
L'elemento chiave per comprendere questa guerra è il seguente: da dove vengono l'attitudine compiacente degli Stati Uniti nei confronti dell'aggressione del Ruanda e dell'Uganda e l'ostilità di alcuni uomini politici belgi, come Karel De Gucht, ministro degli Affari Esteri, contro il governo congolese? La risposta è chiara: il governo congolese e il suo presidente, Joseph Kabila, sono in contraddizione con gli interessi delle multinazionali e dei governi americani e europei. Esistono tre punti di disaccordo.
 
Un governo troppo indipendente
 
Il Congo è troppo importante per le multinazionali per lasciarlo sviluppare al di fuori della tutela occidentale. Gli Stati Uniti e l'Europa non accettanto il fatto che Joseph Kabila abbia costituito un governo sulla base di una maggioranza parlamentare solida senza rappresentati dei vecchi ribelli pro-ruandesi e pro-ugandesi. Gli Americani e gli Europei avrebbero desiderato un governo più misto, composto da diverse forze opposte le une alle altre, all'interno delle quali le grandi potenze avrebbero potuto reclutare i loro sorveglianti.
 
Il grande rivale cinese
 
La stipula di un contratto con la Cina basato sulla costruzione di infrastrutture in cambio della concessione del rame e del cobalto per un ammontare totale di 9 miliardi di dollari, è stato accolto molto male dalle multinazionali e dai governi americani e europei. Si tratta di un terremoto in quella che è sempre stata una cassa gestita dall'Occidente.
 
Contratti rivisti e corretti
 
Il governo congolese ha deciso di rivedere i termini dei sessanta contratti minerari più importanti: cosa inaccettabile per le multinazionali occidentali. Lo stato congolese, in questo modo, sfida la più grande multinazionale attiva nel settore del rame: la Freeport McMoran. Secondo il governo congolese, Freeport ha ottenuto indebitamente la maggioranza delle azioni della società mineraria congolese Tenke Fungurume. Oscure macchinazioni hanno ridotto le partecipazioni della società congolese Gécamines dal 48 al 14 %. Kinshasa offre una scelta: annullare o rivedere il contratto. Un atto blasfemo nella chiesa del neo-colonialismo.
 
Come farla finita con i genocidiari ruandesi?
 
Sulla base dell'ideologia razzista dei colonizzatori, una nuova ideologia etnico-razzista è stata creata in Ruanda durante la colonizzazione incoraggiando e sviluppando le pratiche discriminatorie che esistevano nella cultura pre-coloniale. Queste idee sono state successivamente esportate in Congo dopo il raggiungimento della sua indipendenza.
 
E' un'ideologia che, dopo il 1959, ha reso possibile i massacri dei civili Tutsi in nome dell'autodifesa degli Hutu e viceversa. Questa ideologia genocidiaria è stata impiegata negli anni Novanta dagli Stati Uniti e dalla Francia per gestire una guerra, con forze africane interposte, per ottenere il controllo dell'Africa centrale. Washington si appoggiava sulle Forze Patriottiche Ruandesi (FPR) e quelle di Paul Kagame (attuale presidente del Ruanda, ndr) mentre la Francia sosteneva l'esercito del precedente presidente ruandese Habyarimana e le milizie di Interahamwe, entrambi responsabili del genocidio del 1994.
 
In due decenni, questa guerra tra Francia e Stati Uniti con truppe africane interposte è costata la vita a sei milioni di Africani in Ruanda, in Burundi e in Congo. Sotto la direzione del presidente del Ruanda, Paul Kagame, il FPR è diventato l'alleato principale dell'imperialismo americano nella regione.
 
Promuovere il dialogo tra i ruandesi
 
L'odio razzista tra Tutsi e Hutu è alla base del potere di Paul Kagame. Come può il presidente ruandese difendere i Tutsi organizzando il massacro dei civili Hutu in Ruanda e in Congo e causando la morte di milioni di congolesi?
 
Fintanto che gli africani si uccideranno a vicenda, saranno gli interessi delle potenze neo-coloniali ad essere serviti. L'opposizione democratica ruandese chiede un dialogo tra i ruandesi. Questo potrebbe isolare gli estremisti, propagatori dell'ideologia razzista, all'interno delle FDLR (Forze Democratiche della liberazione del Ruanda, tra le quali si trovano i genocidiari Hutu, ndr) e del FPR di Paul Kagame. I ruadesi, da soli, non potranno probabilmente realizzare questo dialogo e porre fine alla carneficina. Avranno bisogno dell'aiuto delle forze nazionaliste congolesi e africane. Gli europei democratici e anti-coloniali hanno il dovere di appoggiare l'Africa in questa riconciliazione.
 
Un programma per la pace
 
E' necessario pretendere che i governi belga, francese, americano e britannico e l'Unione Europea:
 
1.      Condannino il governo del Ruanda per la violazione ripetuta dell'integrità territoriale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e per la violazione delle regole di diritto internazionale che riguardano le relazioni tra stati sovrani.
 
2.      Riconoscano e sostengano il diritto del governo legittimo del Congo di difendere la sua sovranità e la sua integrità territoriale, di rinforzare il suo esercito e di fare appello all'aiuto dei suoi alleati.
 
3.      Riconoscano il diritto del popolo ruandese all'avvio di un dialogo di riconciliazione nazionale.