www.resistenze.org - popoli resistenti - croazia - 28-11-08 - n. 252

da Ivan Pavicevac
 
Di nuovo minacce dei postfascisti alla Croazia
 
dal quotidiano “Zadarski list”, Zara, 13 novembre 2008
 
Armando Cernjul
 
Delle minacce del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno
 
Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, eletto dalla Coalizione di Berlusconi; Il Popolo della Libertà e AN postfascista, partito il secondo dell’ex Ministro nel Governo di Berlusconi, Gianfranco Fini, con la sua dichiarazione che la Croazia non può entrare a far parte dell’UE se non riconosce che sul territorio sono stati commessi dei crimini, si ritiene questa dichiarazione un ulteriore minaccia alla Croazia dalla vicina Italia.
 
Ricordiamo quella del Segretario dell’Alleanza Nazionale Gianfranco Fini che rivendicava dalla Croazia e i suoi cittadini il riconoscimento e la restituzione dei beni ai profughi dell’Istria, Fiume e Dalmazia, e il diritto dell’acquisto degli immobili in Croazia. E vero che minacciano e calunniano la Croazia riguardo l’esodo e le foibe, ma le minacce di Alemanno sono invece sapientemente un prologo alla festa nazionale in Italia - Giornata della memoria che si tiene ogni anno dal 2004 il 10 di febbraio.
 
Questo falsificatore postfascista si sente più forte a parole, da quando è diventato Sindaco, perciò afferma che la tragedia dei profughi “passa sotto silenzio nei libri di storia”, in particolare nei testi scolastici.
 
Tutto quello che ha dichiarato finora è un evidente menzogna. Della tragedia delle foibe, ingrandita con gran numero di vittime (da 5.000 a 50.000) è stato pubblicato in centinaia di libri e articoli, in Italia ed anche in altri paesi europei ed extraeuropei come in Canada.
 
Però nel 99% di questi testi dei crimini commessi dall’esercito italiano ed in particolare dai famigerati fascisti neanche una riga! Su questo il Signor Alemanno sorvola, così come lo fa anche il suo capo del Partito Gianfranco Fini, attuale presidente della Camera. E troppo poco ne parlano i politici del centro destra perché hanno paura di non ottenere il voto nemmeno da quei pochi esuli che non simpatizzano per questi esponenti del postfascismo.
 
I fascisti hanno cavato gli occhi a Ruza Petrovic ancora viva
 
Anche l’assessore all’Istruzione della Città di Roma, Laura Marsilio, esponente dello stesso partito di coalizione PDL, che in questi giorni è stata più volte fischiata alle manifestazioni studentesche dove si scandivano slogan contro il governo Berlusconi, ha esclamato di voler stimolare ed organizzare gite scolastiche a Trieste , Pola, Istria, per far conoscere “la civilizzazione istro-dalmata”. La signora Marsilio sembra “caduta dall’albero”; nessuna delle due città menzionate si trovano nella Contea dalmata e sembra non abbia la minima idea che le gite vengono organizzate non soltanto a Pola e Istria, ma anche a Fiume e nelle città dalmate.
 
Non sappiamo, almeno per quanto riguarda il territorio croato, perché con Pola e Istria viene citata Trieste. Forse pensa che Trieste si trovi in Croazia o Slovenia?.Scherzi a parte. Per quelli che sono bene informati, è risaputo che l’assessore pensa alla foiba di Basovizza vicino Trieste.
 
Nessuna persona normale può affermare che i delitti nelle foibe non sono avvenuti, ma in Croazia e in Slovenia nessuno può accettare perché di questi luoghi i neofascisti formino dei “piccoli Jasenovac”* . D’altronde le foibe, dobbiamo una ancora volta ribadire, che proprio gli italiani sono stati per primi usarle per gettare in esse “i barbari”. Cosi definivano i slavi!
 
Ma se la signora assessore intende indirizzare in gran numero gite scolastiche in Croazia, allora sarebbe opportuno di far visitare anche le cittadine e villaggi, dove i fascisti nella II guerra Mondiale, cavavano gli occhi a Ruza Petrovic, popolarmente chiamata Roza, ancora viva. Stuprato e ammazzato e poi gettato nella cisterna Foska Doblanovic, stuprato, massacrato e ammazzato Ana Gustin, e cosi via.
 
Assolutamente devono preparare le gite a visitare il villaggio Lipa in Istria che i fascisti italiani, insieme a gli occupatori tedeschi, hanno bruciato il 30 aprile 1944, ed hanno ucciso vecchiette, donne coi bambini.nelle case e nella scuola bruciava la gente viva..In totale sono state uccise 253 persone. Bruciate circa un centinaio di case ed una quarantina sono rimaste danneggiate. La signora Marsilio e il signor Alemanno dovrebbero venir sentire com’era il villaggio Lipa morto!
 
Quelli che si accingono andare in Dalmazia, se vogliono, sentiranno molti racconti sugli eccidi fatti dai fascisti. Le torture e fucilazioni di migliaia di partigiani che difendevano le proprie famiglie e case, fino a gli stupri e uccisioni di donne, maltrattamenti e uccisioni di vecchi e bambini! Ci sono tanti racconti, da Zara a Sibenik, Primosten, Trogir, Spalato, Metkovic, Dubrovnik e molti altri villaggi in Dalmazia, particolarmente dove si trovavano i campi di concentramento nei quali si moriva di fame. Perciò è arrivato infine il momento perché gli ex carcerati sopravvissuti e alle loro famiglie maltrattate nei campi di concentramento di Molat e altri, lo Stato italiano versi l’indennizzo, come l’ha fatto la Germania agli italiani.
 
In Dalmazia venivano stuprate e ammazzate donne, vecchi e bambini
 
L’indennizzo però non è sufficiente. I studenti italiani dovrebbero visitare ogni anno, decine di luoghi. Conosceranno e di questo troveranno scritto anche nei documenti italiani, che:
 
In data del 13 luglio 1942, a Zemunik (tuttora un piccolo aeroporto vicino Zara, N.d.t.)) due fascisti italiani ed un pilota tedesco, entrarono con forza nella casa di Marija Dundovic, e dopo aversi abbuffato e ubriacato, senza alcun motivo hanno ammazzato il marito. La Dundovic è rimasta una povera vedova con tre figli di 2, 6, e 9 anni. Poi sono andati a casa di Stefanija Skoric, tentandola di violentare ma è riuscita scappare, poi hanno tentato di violentare un’altra donna, Emilija Lalic, riuscendo poi vendicarsi su Olga Loncar, che l’hanno tutti e tre violentata.
 
A Zaton, cittadina sul mare, un anno dopo, esattamente il 13 luglio 1943 sono state fucilate 18 persone; 13 donne, 4 anziani ed 1 bambino. Le donne prima di essere fucilate sono state stuprate. Di questi eventi ci sono centinaia e centinaia e loro, i postfascisti, condizionano l’entrata della Croazia nell’UE!
 
La Croazia deve essere preparata a rispondere, a queste ed altre minacce da questi eredi del dittatore fascista Mussolini e di ciò informare l’UE e l’opinione pubblica.
 
Quando citiamo le ultime nuove minacce che arrivano da Roma, da questa bellissima città sulla quale nel 1922 è stata organizzata la marcia fascista, l’autore di questo articolo ricorda delle critiche che gli venivano rivolte negli ultimi dieci anni a lui personalmente ma anche al giornale per il quale scriveva, da parte delle stesse organizzazioni di combattenti antifascisti (ma anche da vari settori governativi) perché attaccava aspramente i neoiredentisti e neofascisti italiani, creando così inutili tensioni negli ormai rapporti di buon vicinato tra la Croazia e l’Italia.
 
Ogni talvolta rispondevo con le medesime parole: Mai essi smetteranno di attaccare la Croazia e rinunciare alle pretesti di rivendicazione sui territori dell’Istria, Fiume e Dalmazia., perché questo è il piano dei criminali fascisti sopravvissuti che mai hanno ammesso la loro responsabilità di fronte a nessun tribunale e le numerosissime famiglie.
 
Appena l’anno scorso e quest’anno, quando, inaspettatamente partiva l’attacco diffamatorio sulla “pulizia etnica verso gli italiani” da parte del presidente Napolitano, ai miei consiglieri “politici” ed “educativi”, era chiaro che essi non si fermeranno e che i “delitti” sono soltanto una finta, una scusante, perché la loro vera “spina nel fianco” sono l’Istria, Fiume e la Dalmazia!
 
Nota bene, per quelli non lo sapessero, Napolitano, nella II guerra Mondiale stava dalla parte della coalizione antifascista ed è stato per molti anni un leader comunista.
 
Nessuno di noi in Croazia, eccetto quelli che s’incontrano con i colleghi del Partito di Alemanno ed altra marmaglia postfascista, e di questi ne abbiamo anche nel Parlamento croato ora, come ce n’erano anche nella legislazione precedente, non possono capire che la Croazia indipendente viene ricattata da quelli dei quali i nonni, padri, zii e amici, hanno fatto il massacro di circa un milione di persone in Etiopia, Libia, ex Jugoslavia, Albania, Grecia, Francia.E quando si cita la Croazia e le sue città e regioni, Alemanno e la Marsilio farebbero meglio a tacere. Ma se proprio ne parlano, allora nei testi scolastici inseriscano le torture, gli arresti ed i crimini sui croati ed italiani, commessi dall’Italia dal 1918 al 1943, in particolare dalla soldatesca di Mussolini dal 1922 al 1943 in Istria e Fiume, e gli arresti e crimini nella II guerra Mondiale dal 1941 al 1945 su tutto il territorio della Croazia.
 
Ricordiamo, dopo la capitolazione dell’Italia fascista avvenuta l’8 settembre 1943, molti mussoliniani hanno continuato a combattere insieme agli occupatori tedeschi ed insieme commettevano brutali crimini, bruciarono cittadine e villaggi. L’esercito italiano soltanto nel periodo dal 1941 al 1943 sul territorio croato ha ucciso più di 40.000 persone, per di più donne, vecchi e bambini, ma di ciò tacciono. A quelli che interessano, queste notizie le possono trovare presso l’Istituto della Storia Croata a Zagabria.
 
Perciò è necessario che prima l’Italia si scusi per i crimini commessi in Croazia, e poi questo lo deve fare la Croazia, ma soltanto per le vittime innocenti.
 
*Jasenovac, famigerato campo concentramento ustascia nello Stato Indipendente Croato, 1941 - 1945
 
Traduzione di Ivan Pavicevac