www.resistenze.org - popoli resistenti - corea del sud - 25-09-08 - n. 243

da Korea is One - www.korea-is-one.org/spip.php?article3106
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
60 anni in Sud Corea
 
La Repubblica di Corea ha compiuto 60 anni. Gli anniversari sono l'occasione per guardare al passato e per pianificare il futuro. La triste verità, tuttavia, è che la Repubblica, nata nel 1948, ha poco da celebrare e molto di cui rammaricarsi: è probabile che non siano molti i coreani che ricordino l'evento con orgoglio o piacere.
 
di Gavan McCormack *
 
In primo luogo, questa Repubblica fu una creazione delle Nazioni Unite (che a quel tempo erano essenzialmente gli Stati Uniti). I coreani hanno giocato un ben minimo ruolo. Gli Stati Uniti avevano posto alle Nazioni Unite la questione coreana nel 1947 che avevano istituito la UNTCOK (Commissione Temporanea delle Nazioni Unite sulla Corea): organismo preposto a sorvegliare la creazione di uno stato unificato e indipendente, che però aveva ceduto a dar luogo a elezioni separate nella zona meridionale controllata. Tre membri della Commissione - il Canada, l'Australia e l'India (nella persona del presidente) – avevano opposto resistenza. Le elezioni in mezzo paese non rappresentavano la loro missione, e comunque le sostanziali condizioni di terrore tipiche di uno stato di polizia non garantivano elezioni democratiche. [1]
 
Quando la Commissione dovette esprimersi l'11 marzo 1948 riguardo il "clima libero" in cui si sarebbero svolte le elezioni, il Canada e l'Australia avevano votato contro, perché il "clima era stato tutt'altro che libero" e sostennero che quello era un ulteriore passo verso la divisione del paese. Il Presidente della Commissione, il diplomatico indiano KPS Menon, aveva fatto uno strano voltafaccia. Aveva cambiato il suo voto per l'amore verso una donna coreana (la poetessa Marian Mo Mo ou Yun-suk); nelle sue memorie scrisse: fu "l'unica volta nella mia carriera in cui lasciai che il cuore prevalesse sulla ragione" [2]. Di rado un'inclinazione personale ebbe così tante conseguenze.
 
Nel breve periodo le elezioni separate produssero le sollevazione di Cheju, dove decine di migliaia di persone vennero uccise (una tra le maggiori atrocità del 20° secolo in Asia), a lungo termine portarono alla creazione di due regimi coreani distinti, ponendo le basi per il conflitto di due anni dopo. Nel mese di dicembre, una risoluzione delle Nazioni Unite riconobbe in quello di Rhee [primo presidente della Corea del Sud] "l'unico governo legittimo di Corea". Fu l'Australia ha proporre la risoluzione, rinunciando a una propria autonomia indipendente e preferendo adottare il principio di "seguire gli Stati Uniti" (in coreano: sadae), a cui si attenne per gran parte del 20° secolo. [3]
 
Due anni dopo la fondazione della Repubblica, le Nazioni Unite hanno compiuto un passo senza precedenti e si sono lanciate in una guerra di cui oggi, quasi sessanta anni dopo, vengono rivelati i terribili dettagli.
 
Mentre l'Esercito Popolare Coreano procedeva verso Sud, il regime di Rhee ripuliva le carceri dei potenziali collaboratori del Nord e uccideva anche gli oppositori fuori dalle carceri. Il cuore di questo terrore oscuro si trovava a Daejeon.
 
Il 9 luglio, due ufficiali dell'esercito australiano, che garantivano il collegamento tra le Nazioni Unite e le truppe della Corea del Sud si trovarono sulla strada tra Taejon e Konju, dove hanno visto un convoglio di camion carichi di prigionieri che procedevano verso sud. Uno di loro, il colonnello Stewart Peach, ha rivelato in un'intervista del 1982: "Ho visto con i miei occhi almeno due o tre uccisioni: gli fracassavano la testa come uova a colpi di fucile."[4] Giunto a Konju gli avevano detto che i prigionieri erano stati giustiziati. Sul London Picture Post dell'epoca un fotografo mostrava un camion pieno di prigionieri, la didascalia diceva "sospetti traditori sudcoreani sulla via dell'esecuzione" sulle rive del fiume Kum, aggiungendo che il fatto era oggetto di un'indagine da parte delle Nazioni Unite. [5]
 
Pochi giorni dopo, il 13 luglio, le truppe della Corea del Nord attraversarono il fiume Kum e, il 20 luglio, presero Daejeon. Con loro c'era Alan Winnington, giornalista britannico, corrispondente per il giornale comunista Daily Worker. Winnington vide le fosse comuni nel villaggio di Rangwul vicino a Daejeon, e dai colloqui con gli abitanti dedusse che un grande massacro aveva avuto luogo: circa 7.000 detenuti del carcere Daejeon erano stati giustiziati sommariamente e sepolti in fosse comuni scavate da contadini costretti. [6] Mentre il pezzo di Winnington veniva pubblicato a Londra, il giornale della Corea del Nord Choson Inminbo denunciava il massacro, stimando l'esecuzione di 7.000 vittime. [7] Il referente militare degli Stati Uniti aveva informato Washington, indicando le truppe della Corea del Sud come responsabili: gli ordini di esecuzione provenivano da "la più alta autorità", ossia senza dubbio dal Presidente Syngman Rhee.
 
Non fu condotta alcuna inchiesta. Invece, qualcuno - probabilmente a Washington - aveva deciso di trasformare l'eccidio in un massacro del Nord: un'atrocità degna (come la definì un militare statunitense) "di essere annoverata negli annali di storia tra lo stupro di Nanchino e il Ghetto di Varsavia". [8] Questa versione dei fatti è stata pubblicata in tutto il mondo nel mese di ottobre 1953, [9] Il massacro di Daejeon è diventata il simbolo della straordinaria brutalità nord-coreana, alimentando un sentimento giunto fino a oggi che spiega in parte il nome di "asse del male".
 
Esecuzioni di massa di prigionieri politici in Corea del Sud da parte dell'esercito sud-coreano a Daejeon (luglio 1950)
 
Nel 1992, più di 40 anni dagli eventi, il mensile Mal della Corea del Sud cominciò a raccontare la vera storia, [10] e ci vollero 16 anni prima che la Commissione "Verità e riconciliazione", istituita ufficialmente solo nel 2005 dal Governo sud-coreano, iniziasse a pubblicare i suoi risultati. Secondo la Commissione durante i primi mesi della Guerra di Corea, il terzo anno della Repubblica, almeno 100.000 persone sono state ammazzate dalle forze istituite e controllate nella Repubblica. [11] Daejeon è stato il peggiore di una lunga serie di orrori. Ci furono massacri in tutto il paese, innumerevoli i corpi gettati in fosse comuni mal scavate, in miniere o in mare. La Commissione ha inoltre esaminato centinaia di casi in cui l'esercito statunitense è direttamente accusato di aver indiscriminatamente mitragliato e bombardato anche con il napalm i "bianchi" (vale a dire i coreani civili), soprattutto dal cielo.
 
Le rivelazioni di questi orrori sono apparse regolarmente durante tutto l'anno 2008. Eppure, non hanno incontrato risposta: nessun commento da parte di alti dirigenti politici della Repubblica sud-coreana, degli Stati Uniti o delle Nazioni Unite, né (per quanto ne so) un editoriale o un parere di una testata di qualche importanza in Corea. La copertura al di fuori della Corea è stata irregolare. La storia minuziosamente descritta da Associated Press è stata riportata da alcuni giornali degli Stati Uniti e dalla BBC, ma raramente con l'accento della responsabilità degli statunitensi e delle Nazioni Unite. [12] Siamo sempre pronti a condannare le presunte atrocità in Serbia o nel Darfur, la presunta negazione dei diritti umani in Tibet o in Georgia, mentre si tace quando dovremmo assumerci la responsabilità.
  
Due oscure riflessioni gettano l'ombra sulle celebrazioni del 60° anniversario della Repubblica: in primo luogo, il fatto che la Corea del Sud è una creazione degli Stati Uniti, imposta alle Nazioni Unite e al popolo coreano, la cui ragion d'essere non è né il nazionalismo, né la democrazia, ma semplicemente l'anti-comunismo e, in secondo luogo, il fatto che il primo Presidente della Repubblica si è reso colpevole di crimini di guerra di gran lunga superiori di quelli che ora sarebbero addebitati al leader serbo-bosniaco Radovan Karazic. Tale responsabilità è condivisa dal generale MacArthur, il Presidente USA Truman, il Segretario generale delle Nazioni Unite Trygve Lie, e di tutti i governi e i cittadini di quei paesi che sapevano o avrebbero dovuto sapere, ma hanno chiuso un occhio sul modo in cui la Guerra del 1950-53 è stata condotta per nostro conto.
 
* Gavan McCormack è uno dei coordinatori di Japan Focus e autore di Client State, pubblicato in giapponese, cinese e coreano. Ha scritto questo articolo per il giornale coreano Kyunghyang Sinmun. Pubblicato da Kyunghyang Sinmun e Japan Focus il 2 settembre 2008.
 
Note 
[1] Le délégué australien à l’UNTCOK a cité la torture et l’assassinat d’opposants politiques comme « courants et acceptés » . Voir Cold War Hot War : An Australian Perspective on the Korean War, Sydney, Hale and Iremonger, 1983, repris dans plusieurs de mes livres, y compris Target North Korea : Pushing North Korea to the Brink of Nuclear Catastrophe, New York, Nation Books, 2004 (édition en langue coréenne chez Icarus médias, Séoul, 2007). 
[2] K.P.S. Menon, Many Worlds Revisited : An Autobiography, Bombay, 1981, p. 259. Les propos nostalgiques et poétiques de Menon dans ses mémoires, décrivent l’harmonie qu’il a ressentie avec Mo sur « des choses élémentaires comme le soleil, la lune et les étoiles, l’amour, la tristesse et la joie ». Mo a placé tous ses espoirs sur lui et a écrit des poèmes pour lui, le « sauveur de la Corée ». Il ne l’a pas déçue. 
[3] JW Burton, The Alternative, Sydney, 1954, p. 90. (Burton, Secrétaire du Département australien des affaires étrangères de 1947 à juin 1950, a été le premier à décrire ce changement de politique étrangère de l’Australie en ces termes.) 
[4] Interview avec l’auteur, Sydney, 14 août 1982. 
[5] Stephen Simmons (journaliste) et Haywood Magee (photographe), “War in Korea,” Picture Post, vo.l 48, No. 5, July 1950, p. 17. (La légende décrit l’incident comme une affaire « qui a fait l’objet d’une enquête par un observateur des Nations Unies ».) 
[6] Alan Winnington, US Belsen in Korea, Daily Worker, 9 août 1950. (Le gouvernement britannique a envisagé de juger Winnington pour trahison sur base de ce rapport.) 
[7] Parc Myung-Lim, [Pak Myŏng-nim], Han’guk 1950 : Chŏnjaeng-gwa P’yŏnghwa (Corée 1950 : la guerre et la paix), Séoul, Nanam, 2002, p. 324 (Selon Park, ces ordres ont été donnés « au plus haut niveau » et n’étaient pas limités à cette zone géographique.). 
[8] Korean Historical Report, Division des crimes de guerre, Section justice, Zone des communications coréennes, APO 234, recencées au 30 juin 1953, copie dans les archives australiennes, division de Victoria, député 729 / 8, Department of the Army, Petits Fichiers de correspondance , 1945-1957, dossier 66/431/25. 
[9] Voir, par exemple, le Daily Telegraph (Sydney), 30 Octobre 1953. 
[10] No Ka-Won, « Taejon hyongmuso sachon sanbaek Myong haksal sakon" (Le massacre de 4300 hommes de la prison de Taejon), Mal, février 1992, pp. 122-31. 
[11] Commission vérité et réconciliation, République de Corée, «Des présumés communistes massacrés sous les yeux des soldats américains», Séoul, l16 juin 2008, (avec des photographies déclassifiées le 5 mai 2008 par l’US National Archives and Records Administration). Associated Press a fait de grands efforts pour enquêter et publier cette histoire. Voir en particulier Charles Hanley, « Fear, secrecy kept 1950 Korea mass killings hidden », mai 18, 2008, et Charles J. Hanley et Jae-Soon Chang, « Impact : Thousands killed by US’s Korean ally », Associated Press, 18 mai 2008 . Voir aussi le remarquable fichier Inter active, avec le témoignage vidéo d’un de ceux qui sont impliqués dans ces massacres. 
Gregory Henderson, alors employé à l’ambassade américaine à Séoul et, plus tard, éminent historien et auteur d’une étude classique de la politique coréenne (Corée : the Politics of the Vortex, Cambridge, Massachusetts, Harvard UP, 1968, p. 167) a également estimé « probablement plus de 100.000 » le nombre de ceux qui ont été sommairement exécutés à ce moment-là. 
[12] Malgré l’implication de l’Australie dans les événements entourant la mise en place de la République et dans la guerre elle-même, les conclusions de la Commission n’ont pas encore (du moins fin août 2008) été rapportées ici.