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La repressione in Corea del Sud

Comunisti | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

30/03/2016

Nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2016, il parlamento della Corea del Sud ha approvato una nuova legge anti-terrorismo, con i soli voti dei deputati di maggioranza, essendo stata boicottata la sessione dall'opposizione.

Sotto il pretesto della lotta al terrorismo è stato posto nelle mani delle autorità sudcoreane uno strumento di repressione di ogni opposizione politica e sindacale.

La nuova legge conferisce poteri di sorveglianza e controllo esorbitanti all'Agenzia di intelligence nazionale (NIS), il braccio armato di tutte le violazioni delle libertà pubbliche in Corea del Sud. L'ingerenza spudorata della NIS nelle elezioni presidenziali del 2012 a favore del Presidente eletto, Sig.ra Park Geun-hye, ha portato alla condanna del suo direttore. E' anche il NIS che ha fomentato il processo truccato che ha portato al bando del partito unificato progressista (UPP) e alla sua espulsione dal Parlamento, fatto inedito per la Corea del Sud dal periodo della dittatura.

Intimidazione della stampa, restrizioni alla libertà di espressione, censura di Internet, arresti arbitrari, compreso quello dello storico attivista dei diritti umani Park Rae-gun, colpevole di difendere le famiglie delle vittime del disastro del traghetto "Sewol", che ha rivelato l'incuria di gestione del governo, sono tutti segni dell'aumento dell'autoritarismo a Seoul, nell'indifferenza dei capitalisti occidentali ansiosi di sviluppare relazioni economiche e commerciali con la Corea del Sud. La signora Park Geun-hye, figlia del dittatore Park Chung-hee che ha ucciso migliaia di avversari, è stata accolta con tutti gli onori all'Eliseo dal presidente Francois Hollande.

La deriva autoritaria risulta amplificata nella regressione senza precedenti dei diritti dei lavoratori e nell'aumento degli arresti di esponenti dell'opposizione, tra cui il leader della confederazione sindacale KCTU, il cui crimine è stato quello di aver organizzato le manifestazioni di massa più significative nell'ultimo quarto di secolo in Corea del Sud.

Il nostro partito rivoluzionario, Comunisti, è solidale alla lotta dei democratici e progressisti coreani, esige l'immediato rilascio dei prigionieri politici e condanna la complicità del governo francese.


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