fonte:
http://www.granma.cu/italiano/2003/noviembre/jue20/46menard-it.html
Robert
“CIA” Menard: Un ritrovamento sensazionale
I Reporters Senza Frontiere insieme all’Esercito
nordamericano, alla Bacardí e alla FNCA
Di Jean-Guy allard –speciale per Granma Internacional
L'Avana. 20 Novembre 2003
Per i mass
media francesi, la Publicics significa un’enorme porzione di entrate
pubblicitarie
Quando la campagna di diffamazione di Menard arriva a una pubblicazione o a una
catena televisiva con il conio della Saatchi & Saatchi, allora il messaggio
è molto chiaro
La manovra di propaganda viene accompagnata dal ricatto
Come stupirsene dopo aver conosciuto fino a che punto Menard ha penetrato varie
importanti sale di redazione francesi? Come stupirsene della censura che ignora
sistematicamente tutte le repliche di Cuba a questi attacchi o dell’insolito
appoggio di figure come Fabius?
Le più bugiarde campagne pubblicitarie contro Cuba dei Reporters Senza
Frontiere, l’organizzazione che con più aggressività ha attaccato l’Isola negli
ultimi anni sia in Europa che in altre parti del mondo, sono state concepite e
ordite dalla Publicis, il gigante mondiale della pubblicità.
La Publicis ha tra i suoi clienti piú importanti l’Esercito USA, la Bacardí e
altri rappresentanti della Mafia di Miami, addirittura alcuni di coloro che
finanziano rinomati terroristi come Luis Posada Carriles.
Il secretario generale dei Reporters Senza Frontiere, l’agente della CIA Robert
Menard che negli anni ’60 si dedicava a infiltrarsi tra i gruppi dell’estrema
sinistra tra i quali si trovavano i trotskistas, ha riconosciuto in diverse
opportunità che la Saatchi & Saatchi (la più nota agenzia pubblicitaria di
New York) era dietro gli attacchi a Cuba, affermando che la gigantesca ditta di
propaganda commerciale gli forniva i suoi servizi “gratuitamente”.
La Saatchi & Saatchi non si dedica a sviluppare benevolmente campagne
pubblicitarie delle ONGs. ll suo campo di attività non sono le opere
caritatevoli. Ha tra i suoi principali conti ditte come: Dupont, General Mills,
Johnson & Johnson, Toyota e Visa.
Infatti, la Saatchi & Saatchi Worldwide, per chiamarla come si deve, è uno
dei tre pilastri strategici del quarto gruppo mondiale delle comunicazioni, la
Publicis Gruope S.A., di Parigi, in Francia.
D’accordo con il sito web che dedica ai suoi investitori, la Publicis viene
considerata l’agenzia numero uno della pubblicità in Francia e in Europa e la
numero tre negli USA. Inoltre, la Publicis è la numero uno mondiale in
consulenza e acquisto-mezzi.
I suoi clienti non hanno le caratteristiche dell’ONG di Robert Menard che di
recente è stata sospesa provvisioriamente per i suoi maneggi poco propri
dell’ONU. l clienti, tra altri famosi nomi, sono: Coca-Cola, Heinz, Kellogg’s,
McDonald’s, Phillip Morris, General Motors, Citibank, United Airlines, Walt
Disney e... US Army!
“L’EMOZIONE, LE AVVENTURE E IL DIVERTIMENTO”
L’Esercito nordamericano spende ogni anno 100 milioni di dollari in campagne
pubblicitarie, essenzialmente indirizzate ai giovani spronandoli a diventare
soldati per soddisfare le necessità delle sue guerre di oltremare. La Publicis,
attraverso un sussidiario nordamericano, Starcom Mediavest, ha creato tutti i
concetti della “nuova immagine” dell’Esercito imperiale, le cui campagne
pubblicitarie precedenti avevano perso impatto nel mercato.
La disinformazione è ovunque nel linguaggio utilizzato dalla gente della
Publicis per arrivare ai giovani nordamericani entusiasmandoli con l’idea di
combattere. Tre paragrafi della pagina on line di questa propaganda militare,
creata dai “generosi” patrocinatori dei RSF, danno un’idea della demagogia
dell’operazione. Va sottolineato che la versione in spagolo utilizza la parola
“Army” in inglese per designare le forze armate nordamericane alla “clientela latina”.
“I benefici dell’Army possono cominciare per lei proprio oggi e durare il resto
della sua vita. Alcuni non hanno prezzo. Altri valgono denaro in contanti”,
segnala la pubblicità della sussidiaria della Pubblicis.
“Il suo addestramento nell’Army lo può portare in luoghi che non conosce negli
USA o nel resto del mondo. Dopo può ricevere un posto di servizio a Hawai, nei
Caraibi, in Alaska, nell’Estremo Oriente o in Europa. Naturalmente, le parole
lraq o Afghanistan non entrano nel “concetto”.
Alla fine, c’è il ricatto alla salute indirizzato alle famiglie dei 4 milioni
di nordamericani senza accesso ai servizi medici.
“I nostri eccellenti servizi di salute sono un beneficio fondamentale mentre
lei sta nell’Army. Lei e la sua familgia riceveranno servizi medici e dentali
gratis o a bassisimo costo, secondo la disponibilità”.
Non bisogna commentare la poca etica dei soci dell’agente Menard in questo
mestiere di reclutatori di carne da cannone.
LA PUBLICIS, IL CONSULENTE DELLA BACARDÍ
Capita anche che il Publicis Conseil, consulente del gruppo, ha come cliente la
Bacardí, il gigante del rum con sede nelle Isole Bahamas, la cui traiettoria
come patrocinatore del terrorismo contro Cuba cominciò a gennaio del 1959.
Hernando Calvo Ospina e Katlijn Declercq, nel loro libro Rum Bacardí: La guerra nascosta, hanno
dimostrato che i rapporti tra i principali dirigenti e azionisti di Rum
Bacardí, l’organizzazione terroristica di estrema destra Fondazione Nazionale
Cubano Americana (FNCA) e la CIA sono innumerevoli.
Ospina e Declercq, attraverso una lunghissima indagine, mostrano come la
pseudo-ditta (la Bacardí si dedica fondamentalmente al marketing del suo
prodotto) ha creato la sua rete di terrorismo incoraggiando, orientando e
finanziando atti di terrorismo e ha fatto da trampolino perché i fondi della
CIA passino ai mercenari para-militari in Nicaragua e perfino in Angola.
In un altro lavoro, Rum
Bacardí: la CIA, Cuba e la mondializzazione –pubblicato in Francia
dalla casa editrice belga EPO –Calvo segnala come la Bacardí ha orientato le
leggi degli USA nei confronti di Cuba, con l’aiuto del suo “consulente” Otto
Reich, impiegato della FNCA e attualmente uno dei principali consulenti di
George W. Bush nel tema di Cuba e America Latina.
I legali della Bacardí hanno penetrato l’elaborazione della legge Helms-Burton
che permette al Governo nordamericano di sanzionare le imprese straniere che
commercino con proprietà che furono espropriate a Cuba.
I legami nascosti tra laBacardí, laFNCA e Bush e i rapporti della “fabbrica di
rum” con il presidente del governo spagnolo José María Aznar e l’estrema destra
europea hanno contribuito all’attuale scontro con l’Unione Europea.
LA PUBLICIS A MIAMI
A Miami, la Publicis ha anche un suo tentacolo. Si tratta della ditta Sánchez
& Levitan che attacca il mercato ispano nordamericano con conti di giganti
come: Coca-Cola e Bell South. La Sánchez & Levitan ha 100 impiegati e
affari di circa 80 milioni.
La Sánchez & Levitan è la ditta di Aida Levitan e Fausto Sánchez, due
cubani emigrati.
Aida Levitan, che fu portata nella Florida quando aveva 4 anni, è stata di
quelli che hanno pubblicamente manifestato il loro disaccordo con la presenza
del gruppo cubano Los Van Van a Miami nel 2000.
Recentemente il suo nome è apparso tra gli altri imprenditori di una campagna
contro Cuba sviluppata in Francia. Nell’elenco c’erano altri personaggi più
noti per la loro fortuna che per la loro grandezza spirituale, come: José
Valdés-Fauli, l’ex presidente della Colonial Bank South Florida, un gruppo
bancario valutato in 16 miliardi di dollari; Eloy Cepero, un altro banchiere
padrone della Penisola Mortgage Bankers; Santiago Morales, un fabbricante di
macchinario industriale; Ricardo O’Connell, un milionario di Miami con
residenza a Parigi e... sorpresa! il dirigente estremista Diego Suárez, ex
finanziere del terrorismo nella Fondazione Nazionale Cubano-Americana insieme a
Feliciano Foyo, oggi uno dei più fanatici sostenitori della “linea dura” nel
Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC) di Ninsoka Pérez-Castellón.
Sia la proprietaria della Sánchez & Levitan che il segretario vitalizio dei
RSF sanno benissimo che i capi del CLC sono stati i promotori delle recenti
campagne di raccolta di fondi per la difesa di Luis Posada Carriles, detenuto
tre anni fa in Panama con i suoi sicari Guillermo Novo Sampoll, Pedro Crispín
Remón e Gaspar Jiménez Escobedo, dopo un fallito tentativo di far esplodere con
la dinamite l’anfiteatro dell’Università di Panama.
L’ex pseudo-trotskista Menard non ha mai nascosto la sua debolezza per i
rappresentanti delle grandi fortune di questo mondo. Molte volte ha deposto nel
suo conto bancario gli assegni dell’editore multi-milionario Francois Pinault,
quelli di Jean-Guy Lagardére, negoziante di cannoni molto ricco morto di recente,
e di Serge Dassault, noto negoziante di armi.
IL RICATTO MEDIALE
Certamente per i mass media francesi, la Publicis significa un’enorme porzione
delle sue entrate pubblicitarie.
Quando la campagna di diffamazione di Menard arriva a una pubblicazione o a una
catena televisiva con il conio della Saatchi & Saatchi il messaggio è molto
chiaro. La manovra di propaganda viene accompagnata dal ricatto.
Come stupirsi dopo aver conosciuto fino a che punto Menard ha penetrato
varie importanti sale di redazione francesi? Come stupirsi della censura che
ignora sistematicamente tutte le repliche di Cuba agli attacchi dei RSF? Come
stupirsi della presenza nella sala dei Champs-Elysées di varie
personalità molto conosciute “dell’alta società” francese in un’assemblea
contro Cuba recentemente convocata da Menard e dal suo macchinario pubblicista?
Sono noti i legami di Menard con vari personaggi dell’estrema destra di Miami
che si dedicano ad attaccare Cuba per tutti i mezzi, includendo il terrorismo.
Si sa che egli mantiene rapporti con organizzazioni come la Freedom House del
vecchio agente dei servizi segreti Frank Calzón.
Sono anche note le sue attività nell’lsola orientate dalla CIA per convertire
in “giornalisti indipendenti” i mercenari favoriti dell’Ufficio di Interessi
nordamericani all’Avana (SINA). Un gruppo di individui reclutati
sistematicamente dalla SINA, pagati con le banconote dell’impero e che
addirittura si riunivano sistematicamente nei saloni del principale
rappresentante diplomatico nordamericano a Cuba per ricevere orientamenti. Un
fatto dimostrato dalle testimonianze di vari patrioti infiltrati nelle
file mercenarie è che la stampa controllata da Menard tace totalmente in ognuno
dei riferimenti all’arresto di quella rete di informatori soprannominati
“giornalisti indipendenti”.
Adesso, conoscendo come lo stesso personaggio condivide il letto pubblicitario
dell’US Army, della Bacardí e di tante ditte con conti pubblicitari
multi-milionari, si può chiedere fino a quando continuerà la grande
operazione di truffa mediale sviluppata contro Cuba da Menard, per il conto di
magnate francesi, dell’USAID e di varie agenzie nordamericane che dedicano
all’anno centinaia di milioni di dollari del contribuente statunitense nel
tentativo di distruggere l’immagine dell’isola ribelle e della sua Rivoluzione.