http://www.rebelion.org/internacional/040316castro.htm
traduzione dallo spagnolo di F.R.
16 marzo del 2004
Lettera del presidente cubano a
Rodríguez Zapatero
Fidel Castro chiede che salvadoregni, onduregni, dominicani ed anche
nicaraguensi abbandonino l'Iraq prima del 30 di giugno
Ribelion
Messaggio del Presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri
della Repubblica di Cuba al signor José Luis Rodríguez Zapatero in merito alla
sua elezione come Presidente del Governo Spagnolo
Egregio signor José Luis Rodríguez Zapatero:
Il suo Paese, decisamente opposto alla crudele ed ingiusta guerra di conquista
in Iraq alla quale anche lei si è contrapposto, ed oltraggiato dalla grossolana
manipolazione elettorale dell'ingiustificabile aggressione terroristica
avvenuta il giorno 11 marzo, ha deciso di confidarle la conduzione del governo
spagnolo. Per questo importante avvenimento che avrà ripercussione nella sfera
internazionale, le esprimiamo il nostro riconoscimento.
Desidero anche esprimere, ed in modo speciale, la nostra più profonda
ammirazione e tributo di rispetto verso il suo Paese, la Spagna, per la sua
nobiltà ed eroismo, tante volte dimostrati durante la storia.
Mi congratulo con la sua decisione di ritirare dall'Iraq prima del 30 giugno le
truppe spagnole.
Prendendo in considerazione questa decisione la prego di non dimenticare che,
in virtù di gestioni e pressioni del signore Aznar come Presidente del Governo
della Spagna, più di mille giovani di piccoli ed impoveriti paesi
latinoamericani sono stati inviati in Iraq come carne da cannone sotto il
comando della Legione Spagnola. È quindi una responsabilità dello Stato
spagnolo la morte in cui potrebbe incorrere qualunque di quei giovani.
I paesi dell'America Latina hanno diritto a sperare, pertanto, nel loro
immediato ritorno.
Essi non hanno il dovere di aspettare fino al 30 di giugno. La morte di uno
qualunque di quei giovani salvadoregni, onduregni, dominicani e nicaraguensi
sarebbe doppiamente triste se, potendo tornare immediatamente, non tornassero,
proprio quando la responsabilità politica del principale autore di quella
situazione è stata spazzata via dal popolo spagnolo.
Il mondo, ed i paesi del nostro emisfero, apprezzerebbero molto tutto quello
che lei, ancor prima di assumere il governo, possa fare per evitare che nessuna
altra vita di latinoamericani si unisca alla tragedia di quelle che l’hanno
perduta nell'ingiustificabile strage verificatasi a Madrid questo 11 di marzo.
Spero comprenda lo spirito di questo messaggio, le trasmetto i miei più sinceri sentimenti di rispetto e
considerazione.
L'Avana, 15 marzo del 2004