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fonte http://www.granmai.cubasi.cu/italiano/2004/agosto/lun30/charley-it.html

‘Charley’ non ha posto fine alla siccità


L'Avana. 30 agosto 2004

I bacini di Cuba raggiungono il 37% della loro capacità complessiva

L’uragano ‘Charley’ non ha portato piogge sufficienti ad alimentare i bacini di Cuba. L’acqua immagazzinata (3.223,7 milioni di metri cubi) equivale al 37% della capacità totale dei 241 invasi esistenti nell’Isola.

Era dall’agosto del ’93 (quando il paese dovette affrontare un’altra acuta siccità) che non si constatava una situazione simile in questo mese dell’anno. Gli specialisti Juan Petras e Margarita Fontoba, della direzione dei Bacini Idrografici dell’Istituto Nazionale delle Risorse Idrauliche, mi hanno indicato in Camaguey la provincia che attualmente dispone di meno acqua immagazzinata, con solo il 18% della capacità.
Fontoba ha segnalato che si sta connettendo il sistema di dighe che circondano la città di Camaguey, in modo da migliorare la fornitura d’acqua ai suoi abitanti. Per facilitare l’arrivo di acqua alla terza città di Cuba è stata iniziata la costruzione di una via lunga 17 chilometri, che faciliterà il montaggio di una rete di tubazioni. Dalla diga ‘Maximo’, che immagazzina 34 milioni di metri cubi, verrà trasportata acqua fino alla città.
Altri territori che soffrono particolarmente la scarsità di fornitura del liquido alla popolazione sono Holguin, Las Tunas, Guantanamo, in oriente e L’Avana in occidente.

Il 13 agosto, data di passaggio dell’uragano sull’Isola, hanno registrato irrisori miglioramenti soltanto le dighe di Pinar del Rio e Villa Clara, rispettivamente con il 35% ed il 47%.
Per diminuire l’acuta carenza d’acqua della popolazione di Holguin, si sta costruendo una conduttura lunga 52 chilometri che parte dal fiume Cauto (il più lungo dell’Isola) per nutrire del liquido il sistema di dighe situate nelle vicinanze della città, come la ‘Gibara’ e la ‘Guirabo’, attualmente fuori servizio per mancanza d’acqua. L’altra, la diga di ‘Cacoyoguin’, dispone soltanto del 19% della sua capacità.

A Las Tunas, così come ad Holguin, migliaia di persone stanno ricevendo l’acqua grazie a carri cisterna. La diga di Las Tunas ‘El Rincon’, la principale fonte di fornitura d’acqua del capoluogo provinciale, dispone solo del 21% dell’acqua che potrebbe trattenere. Nell’ambito delle opere programmate allo scopo di alleviare i disagi della popolazione di Las Tunas è prevista la costruzione di un sistema per connettere la diga ‘Cayojo’, che si trova in una migliore situazione idrica, con quelle che alimentano la città.

A Guantanamo, nell’estremità orientale dell’Isola, il livello d’acqua negli invasi è molto basso, al punto che la diga ‘La Yaya’, la principale di questo territorio, è al 14% della sua capacità. Altri bacini come il ‘Faustino Pérez’ sono al 20% e ‘Clotilde’ è ad un punto morto. L’unico in grado di rifornire d’acqua è il ‘Jaiba’, con il 76% di capacità. Per travasare il liquido al sistema della città si sta approntando un sistema di reti..

NELLA CAPITALE
Le dighe della zona est della capitale, come la ‘Coca’ e la ‘Zarza’, dispongono rispettivamente soltanto del 6% e del 4% della loro capienza potenziale. L’unica che dispone di riserve idriche è quella di Bacuranao, il cui 92% è dovuto al fatto che non si stava utilizzando a causa del cattivo stato delle condutture.
Circa 94.000 abitanti della capitale stanno ricevendo acqua da carri cisterna. Di fronte alla gravità della situazione dei bacini di Città de L’Avana è stata riabilitata una vecchia conduttura per trasportare liquido da Bacuranao.
Gli specialisti Petras e Fontoba hanno dichiarato che la nuova conduttura della diga di Bacuranao sarà iniziata quando termineranno i grandi investimenti che si stanno compiendo nella parte orientale dell’Isola, attualmente la più oppressa dalla siccità.